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La storia di Valentina Cantatore, giovane ricercatrice ruvese

Francesca Elicio
Vive da un anno e mezzo in Svezia, dove prosegue i suoi studi in chimica computazionale. Ha da poco vinto un premio in Cina per l'esposizione sul grafene
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Che Ruvo fosse piena di giovani talentuosi era fatto risaputo. Non di rado, infatti, conosciamo ragazzi che si sono contraddistinti per qualche straordinaria capacità, che sia in ambito tecnologico, musicale o scientifico.

E questa volta ci soffermiamo proprio su quest'ultimo. Vi raccontiamo la storia di Valentina Cantatore, giovane ricercatrice postdoc alla ChalmesUniversity of Technology di Göteborg in Svezia. Valentina è specializzata in chimica computazionale: si tratta di utilizzare il computer per simulare reazioni chimiche e per studiare proprietà di materiali.

Il suo percorso è davvero ricco: laureata all’Università di Pisa nel 2010, ha proseguito i suoi studi con il dottorato in chimica computazionale e teorica. In seguito si è trasferita ad Alessandria per un anno di postdoc all’Università del Piemonte orientale.

La scelta di andare in Svezia nasce dalla critica situazione italiana in merito alla ricerca: pochi finanziamenti e poche strutture specializzate per continuare i diversi progetti. A Göteborg Valentina è riuscita pian piano a soddisfare tutta la sua voglia di portare avanti lo studio con costanza e dedizione; è da qui infatti che partono i suoi continui studi sul grafene, che l’hanno portata a partecipare a una conferenza in Cina, dove ha vinto un premio per la sua esposizione della materia.

Che differenze hai trovato tra l’Italia e la Svezia?

Le differenze sono tante con l'Italia a cominciare dal cibo e dal clima; parlando di lavoro, qui c'è l'ambiente ideale per portare avanti la ricerca, un ambiente internazionale molto stimolante e che mi permette di viaggiare e conoscere nuove realtà. Grazie ai fondi a disposizione sono potuta andare in Cina e partecipare a questa grande conferenza.

Raccontacela nel dettaglio.

Ho deciso di partecipare a Grapchina2016, che è una conferenza internazionale sul grafene, un materiale dalle mille proprietà, che si svolge ogni anno a Qingdao. Gli organizzatori mi hanno invitata a contribuire con una presentazione orale sulla mia ricerca che riguarda la funzionalizzazione del grafene per poter progettare nuovi sensori che possono essere usati per diverse applicazioni, ad esempio per poter rilevare esplosivi o il glucosio nel sangue. L'ultimo giorno c'è stata la premiazione ufficiale con tutte le autorità e in presenza del professor Geim di Manchester, che nel 2010 ha vinto il premio Nobel per la fisica proprio per la scoperta del grafene. È stato un momento molto emozionante perché il premio è stato un importante riconoscimento per la mia attività di ricerca. Io non sapevo nemmeno che ci fosse una selezione per la migliore presentazione orale: l'ultimo giorno ero uscita a pranzo con due amici spagnoli e un mio collega della Chalmers ha cominciato a chiamarmi insistentemente. Quando ho risposto mi ha detto: "Valentina, torna subito alla conferenza! Hai vinto un premio!". Non sapevo cosa fosse e quando l'ho scoperto sono stata molto contenta.

In cosa consiste il premio?

Ho ricevuto una targa, una batteria G-king che è una batteria al grafene capace di ricaricare il cellulare in 13 minuti e una somma in denaro.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Per ora continuo a lavorare in Svezia su questo progetto di ricerca ma spero sempre di avere la possibilità di tornare a lavorare in Italia. Per il mio futuro spero di continuare la mia carriera nella ricerca anche se è molto difficile, richiede molti sacrifici e mi costringe a stare lontana dalle persone a me care.

Cosa consigli ai giovani che purtroppo sono molto scoraggiati dalla situazione corrente?

Ai giovani dico che bisogna credere nelle proprie capacità e inseguire i propri sogni anche se la loro realizzazione richiede sacrifici. Infine voglio dire un'ultima cosa: che la scienza non è solo per uomini! Le ragazze che studiano materie scientifiche sono ancora poche ma credo che sia importante il contributo femminile nella scienza perché abbiamo davvero tanto da dare.

domenica 9 Ottobre 2016

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Anna De Astis
Anna De Astis
7 anni fa

Questa è la testimonianza vivente che nel ns paese,Ruvo, ci sono giovani in gamba in tante arti mestieri e professioni. Non solo che la ricerca è la cenerentolain Italia e molti ragazzi sono costetti a es0atriare per dimostrare i loro talenti. Brava molto brava. Sei il ns orgoglio!

DAniela Speranza
DAniela Speranza
7 anni fa

Brava cuggina, orgogliosa di te. Un bacio dall’ Venezuela. E continua a credere nelle tue capacità.