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“Terra Maris” per una città ecosostenibile

Francesca Elicio
L'elaborazione delle diverse iniziative nasce dal desidero di limitare l'uso dei mezzi privati attraverso un maggiore collegamento a minore impatto ambientale
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Diminuire l’uso di mezzi di trasporto privati tra i comuni? Si può. È quanto “Terra Maris” si propone di fare. L'idea è stata proposta da Ruvo, Corato, Terlizzi e Molfetta (capofila), contigui tra loro. In modo particolare va analizzata la posizione di queste quattro città: tutte sono collegate tramite strade provinciali; tre di loro hanno una ferrovia, quella del Nord Barese, che permette di raggiungerle senza problema, oltre che linee di bus quotidianamente prese da studenti e lavoratori; mentre Molfetta ospita la stazione Trenitalia, un’estesa area industriare e un collegamento diretto col mare. 

Il progetto è stato relazionato lo scorso 9 gennaio dal consigliere delegato alle Politiche ambientali Antonio Mazzone, durante la seduta del Consiglio comunale.  

Una rete quindi di trasporti alquanto estesa. L’idea di sviluppare un sistema più sostenibile nasce dalla voglia di liberarsi dai disagi e dalla lunga percorrenza dei mezzi a disposizione, consentendo al cittadino di usufruire di una maggiore possibilità di collegamento a minore impatto ambientale, attraverso il miglioramento della viabilità di accoglienza dai comuni limitrofi. 

Il progetto è cofinanziato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del mare con una percentuale che non supera il 60% dei costi ammissibili. Nella fattispecie di Ruvo, il costo totale stimato per la realizzazione del progetto è di 290mila euro, di cui 174mila richiesti al Ministero, per la copertura del 60%, mentre i restanti 116mila derivanti da un co-finanziamento del Comune.

Sono diverse le azioni previste. Secondo la descrizione fatta per il territorio di Ruvo, il pedibus si presenta come un “autobus umano” formato da bambini, che diventano i passeggeri, accompagnati da due adulti, un “autista” che precede la carovana e un “controllore” che la segue lungo il tragitto casa-scuola. In questo modo si agevoleranno gli spostamenti degli studenti delle scuole primarie e secondarie di primo grado per tutta la durata dell’anno scolastico. Per la realizzazione saranno coinvolti diversi genitori e associazioni, oltre agli agenti di Polizia municipale. Un sito web farà entrare in contatto i giovani, i quali godranno dell’utilizzo del materiale in qualità di passeggeri per un attraversamento delle strade in sicurezza.

In questa azione, non mancherà sicuramente la realizzazione di un percorso a traffico limitato nei pressi della zona del liceo scientifico Tedone. Questa parte, realizzata dal Comando di Polizia municipale, al momento si trova in uno stato di progettazione avanzata.

Inoltre, gli utenti più meritevoli saranno vincitori di buoni mobilità da usare negli spostamenti di trasporto pubblico locale e interurbano. Le risorse saranno stanziate dal Comune e saranno distribuite a coloro che useranno il servizio di bike sharing raggiungendo determinate soglie di percorrenza. Ed è proprio su questo punto, il bike sharing co-progettato, che si sofferma l’attenzione dei promotori. Il servizio consiste in una progettazione partecipata mediante workshop, che prevede la dotazione di bici, rastrelliere innovative e sicure per bici pubbliche e private dislocate nei punti nevralgici della città. Nello specifico, si prevede l’acquisto di 100 bici con gli accessori adatti allo sharing, la realizzazione di dieci cicloposteggi con 20 rastrelliere ciascuno, la creazione di un'app e un sito dedicati, manutenzione, organizzazione di workshop formativi e di co-progettazione insieme a un programma adeguato di comunicazione. L’idea nasce a partire dall’assioma della condivisione, che negli ultimi anni in Italia sta riscuotendo molto successo per la sua economia e sostenibilità. Tutto ciò per sviluppare un maggior uso della bicicletta durate il tragitto casa-lavoro, in particolar modo pensato per gli studenti che devono raggiungere i posti centrali dove poter prendere i mezzi che li portino a scuola nei paesi limitrofi.

Non mancheranno specifiche applicazioni che, tramite smartphone, permetteranno di visionare bici libere in tempo reale e di conseguenza prenotarle e prelevare. Queste applicazioni registreranno i dati di percorrenza per migliorare gli studi sulla densità, sulla gestione di flussi e orari di servizio. Inoltre saranno fornite informazioni in merito alle aree chiuse al traffico e agli orari dei bus addetti al trasporto locale. Tramite i sensori posizionati sulle bici, saranno registrare le distanze percorse dagli utenti al fine dell’ottenimento dei buoni di mobilità.

Tutte queste azioni infine saranno controllate attraverso campagne di monitoraggio degli inquinanti da traffico: NOx, SOx, BTeX e polveri sottili. Queste campagne annue avranno una frequenza settimanale volta a valutare l’efficacia delle azioni. Saranno quindi dislocati nei diversi punti della città analizzatori attivi e passivi che mappano i livelli di inquinanti nelle diverse fasi destinate al miglioramento della mobilità. I dati serviranno per individuare eventuali criticità della qualità dell’aria nelle diverse zone di Ruvo.

venerdì 13 Gennaio 2017

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