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Il 1° maggio a Ruvo

La Redazione
Appuntamento alle 5.30 in pineta sulle note dell'Internazionale suonata dalla banda Basilio Giandonato. Si attenderà l'alba, metafora «dell'avvenire che illuminerà i popoli, si spera, nel cambiamento»​
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L’attesa per il sorgere del sole aprirà il 1° maggio ruvese.

Come da tradizione immemore, datata forse 1945, anche quest’anno la Cgil comunale organizza una festa dedicata ai lavoratori unica in Italia.

L’appuntamento è alle 5.30 nella pineta comunale sulle note dell’Internazionale, suonata dalla banda “Basilio Giandonato” città di Ruvo di Puglia. Si attenderà l’alba, metafora «dell’avvenire che illuminerà i popoli, si spera, nel cambiamento – spiega Alessandro Pellegrini, nuovo coordinatore della Camera del lavoro -. Mentre tutta la natura è in attesa con un po’ di timore, si ripete il miracolo del nuovo giorno, una stella che ci dà la vita e con i suoi raggi la riscalda. Ecco il nuovo giorno, un nuovo punto di partenza senza mai dimenticare quello che è stato».

La giornata proseguirà poi alle 18.30 con il raduno in piazza Matteotti, seguito alle 19 dal corteo, che sarà accompagnato dal Concerto bandistico “Città di Ruvo di Puglia” lungo le vie principali della città, col tradizionale lancio di palloni aerostatici, per poi rientrare al punto di partenza per il comizio conclusivo, nel quale interverrà il segretario regionale pugliese della Cgil Antonella Morga.

La storia

Il 1º maggio 1886, i sindacati organizzarono a Chicago uno sciopero per rivendicare la giornata lavorativa di otto ore. Tre giorni dopo, lo scoppio di una bomba durante una manifestazione seguìta a quell’agitazione provocò la morte di molti poliziotti e manifestanti. L’11 novembre 1887, sempre a Chicago, furono impiccati 12 uomini, tra sindacalisti e operai, che avevano organizzato l’astensione dal lavoro dell’anno prima.

Si lavorava in condizioni precarie anche 16 ore al giorno, spesso sei o sette giorni alla settimana. Il 1° maggio è stato scritto a livello internazionale con il sangue degli operai.

Nel corso del tempo si è provato e si continua a provare a ridimensionare il significato di questo giorno, che resta però un momento per riflettere e riscoprire l’importanza del lavoro quale elemento di crescita non solo professionale della persona e strumento di coesione sociale. Oggi rappresenta la prosecuzione di una battaglia per avere un lavoro regolato, con diritti e doveri.

Il commento

«Senza i voucher che toglievano la dignità ai lavoratori e con le regole giuste sugli appalti, si può affermare che oggi abbiamo un Paese migliore rispetto a ieri – commentano in proposito dalla Cgil -. Questo rappresenta un primo, importante risultato, ora la sfida per i diritti continua ed è la Carta dei diritti universali del lavoro.

Il 6 maggio è il prossimo appuntamento di mobilitazione a Roma. La festa del lavoro, giorno importantissimo per le lavoratrici e i lavoratori, deve servire a riflettere, a cercare, a decifrare nelle pieghe del nostro presente un messaggio. Dopo anni molto duri, stiamo cercando di ripartire, e dobbiamo essere coscienti che il primo indicatore a dirci se è arrivata veramente l’alba di un nuovo giorno sarà la capacità di tornare a generare lavoro per tutti, in particolare per i giovani. Se un Paese non riesce a occupare i giovani, che sono la sua parte migliore e creativa, produce due danni molto gravi: perde l’energia più potente che possiede e priva il suo presente migliore e il suo futuro della possibilità di fiorire. Troppi lavoratori hanno perso e stanno perdendo in questi anni difficili il loro Primo Maggio. È ora che tornino a far festa».

domenica 30 Aprile 2017

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