Attualità

Quando le Istituzioni sono indifferenti: nessuna agevolazione per i pendolari dopo il 12 luglio

Lucia M. M. Olivieri
​Secondo il bando Adisu, gli universitari di Andria, Corato e Ruvo non sono "fuori sede" e non hanno diritto a ottenere la conseguente borsa di studio, nonostante i lunghi tempi di percorrenza
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Dopo il 12 luglio, tanti sono gli strascichi lasciati nella vita di ognuno di noi: dolore, sgomento, lutto in primo luogo, ma anche profondi disagi legati ai grossi rallentamenti subiti dai mezzi di trasporto.

Ebbene, dopo il danno arriva la beffa: l’Agenzia regionale per il diritto allo studio universitario ha pubblicato ieri il nuovo bando per l’assegnazione delle borse di studio per l’anno accademico 2017/2018. Più volte gli studenti andriesi, che impiegano fino a 2 ore e 15 minuti da ottobre scorso per raggiungere Bari con i mezzi pubblici, avevano chiesto di ottenere agevolazioni, peraltro dovute secondo il nostro punto di vista, ed erano stati sostenuti nella loro petizione dai consiglieri regionali andriesi compattamente (Grazia Di Bari, Nino Marmo e Sabino Zinni), con comunicati e interessamento a livello istituzionale. Per l’Adisu, invece, nonostante la situazione tragica dopo il 12 luglio, gli studenti non hanno diritto alle agevolazioni previste per i fuori sede.

É toccante leggere una mail pervenuta in redazione da parte di un giovante studente del Politecnico di Bari, Sebastiano:

«Anche nel nuovo bando per le borse di studio per l’anno accademico 2017/18 gli studenti andriesi verranno considerati come pendolari e non fuori sede.

Il bando ci è pervenuto dalle associazioni studentesche, e anche gli stessi rappresentanti degli studenti hanno spiegato che la volontà della dirigenza dell’ente emersa nell’ultimo Cda, di cui non è stato pubblicato ancora il verbale, è quella di non considerare noi studenti andriesi fuori sede.

Non serve che spieghi quanto è grande lo sconforto per questo ennesimo torto, subìto dopo un anno all’università che, lo giuro, è stato complicatissimo per colpa dell’assenza di mezzi di trasporto pubblici che viaggiassero in tempi ragionevoli, un anno pieno di promesse ma in cui la situazione è solamente e costantemente peggiorata.

Fa male leggere che a pagina 12 del bando è scritto che sono pendolari quegli studenti che possono raggiungere l’università in meno di 65 minuti, mentre nella tabella dei comuni a pagina 40 Andria è annoverata tra i comuni “pendolari”, quando è chiaro a chiunque abbia viaggiato con i mezzi pubblici da Andria a Bari nell’ultimo anno sa che muoversi in meno di 65 minuti è un utopia.

Io ad oggi non ho ancora ricevuto neanche la borsa di studio da pendolare, perché l’Isee della mia famiglia è poco sotto i 23mila euro, che è soglia massima per poter beneficiare della borsa di studio, perciò sono attualmente idoneo non borsista, cioè ho i requisiti per avere la borsa di studio (sia economici che meritocratici), ma l’ente non è ancora certo di avere le risorse economiche per erogarmela ad un anno dalla pubblicazione di quel bando, e in una di quelle numerose volte in cui sono andato all’Adisu a protestare mi è stato detto, cito testualmente: “Tu dì grazie che non paghi le tasse all’università”.

Fa male considerando che quest’anno l’unica soluzione che noi pendolari abbiamo avuto ce la siamo creati da soli con il gruppo Facebook del Car Sharing, nel quale chi viaggia con l’auto mette a disposizione i posti, ma evidentemente questa soluzione non può essere considerata sicura, visto che gli ultimi avvenimenti di cronaca hanno raccontato di gravi incidenti stradali ad esempio sulla provinciale 231 (ex 98), il cui manto stradale tra l’altro in diversi punti è in condizioni pessime.

Fa male considerando che, quel maledetto 12 luglio, io indossai la divisa da volontario di Croce Rossa, e diedi il mio modestissimo contributo ad alleviare le sofferenze della mia comunità, e invece le istituzioni hanno preso in giro e deriso ripetutamente me, le mie sorelle, e tanti altri giovani andriesi, tant’è che ho dovuto chiedere a mia madre l’ennesimo sforzo per comprare un auto per andare all’università».

Traspare con forza che la situazione di tanti ragazzi volenterosi, dopo la tragedia del 12 luglio e l’attuazione del nuovo orario per le norme di sicurezza dettate dall’Ansf, è molto peggiorata: evidentemente però questo non basta per dare loro la possibilità di usufruire di borse di studio raddoppiate nel loro importo, per consentire di pagare l’affitto delle abitazioni a Bari e non dover trascorrere un tempo, giudicato ormai davvero eccessivo, sui mezzi di trasporto invece che a studiare. Questo ragionamento potrebbe essere applicato anche agli studenti di Corato e Ruvo, per esempio, anche loro penalizzati.

Fa davvero male leggere queste parole, dopo un incidente che ha spazzato via le speranze proprio di tanti studenti, rubandone molti alla vita: ci aspettavamo un filo di sensibilità e di giustizia da parte dell’Istituzione regionale, ma evidentemente è solo utopia.

giovedì 22 Giugno 2017

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