Attualità

Menica De Tommaso, una vita accanto a donne e bambini

Elena Albanese
​Ostetrica per passione e per vocazione, da otto anni tiene nell'ospedale di Ruvo corsi di massaggio neonatale, un'esperienza di profondo contatto affettivo che genera benefici nei figli e nei genitori
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«Lo sa cosa significa ostetrica? Significa stare accanto». È questa una delle prime cose che mi dice Menica De Tommaso sul suo mestiere, che lei tanto ama e che – si capisce fin dalle battute iniziali di questa intervista – vive come una vera e propria vocazione.

Sorridente e loquace, in camice bianco, la incontro in quella che lei definisce «la mia stanza», un’oasi di pace dalle pareti traboccanti di foto e colori laddove meno te l’aspetti: in un ospedale. Siamo infatti in una corsia al secondo piano del nosocomio ruvese. «Questo locale è stato realizzato come sala del vitto per i ricoverati», mi racconta. Ma – a parte la scarsa probabilità che gli allettati si potessero spostare dalla propria camera per andare a mangiare – non è mai stato utilizzato a tale scopo perché, poco dopo, la lungodegenza è stata chiusa. Da circa otto anni, grazie alla sua caparbietà e alla sensibilità e lungimiranza della dottoressa Giuseppina Rutigliano, direttore del distretto 2 della Asl, è diventata “Fiore di mamma”, un salone in cui vengono svolti i corsi preparto e in cui Menica tiene quelli – unico esempio nella provincia di Bari – di massaggio neonatale.

«Lavorando in sala parto mi convinsi che il bambino nasce da solo. Non si può insegnare un atto fisiologico. Avvertii quindi la necessità di occuparmi di ciò che c’era prima dell’atteso arrivo.

Gli ospedali dovevano evitare l’estrema medicalizzazione e le donne, che conoscevano solo quella, dovevano essere informate e motivate». L’obiettivo è diventato quello di aiutarle ad essere mamme.

«Ho cominciato circa 20 anni fa, all’inizio contro tutti. Trovavo grosse incongruenze tra le leggi fisiche che mi aveva insegnato mia madre e la loro mancata applicazione negli ospedali. Convincere i medici a fidarsi di donne e ostetriche non è stato facile», ma alla fine Menica ci è riuscita, anche grazie a due pionieri dell’osservazione del mondo prenatale con cui ha lavorato ad inizio carriera, il professor Ianniruberto e il dottor Tajani.

Una volta avviati i corsi nei tre comuni del distretto (Ruvo, Corato e Terlizzi) – e soprattutto cambiata la mentalità circostante – «ho pensato che io dovevo occuparmi del post parto». Quindi del massaggio neonatale. Quanto questa esperienza di profondo contatto affettivo possa essere importante ce lo dice già il mondo animale: il leccarsi, che equivale al nostro accarezzamento, rende i cuccioli più forti. Questo – con le dovute differenze – accade anche ai piccoli umani. Ma non è il solo beneficio, e il bambino non è l’unico a trarne dei vantaggi.

«In una società in cui le donne non hanno tempo per i propri figli, come possono recuperarlo?», mi chiede retoricamente Menica. La risposta è proprio in questi momenti di coccole e di giochi. Cinque incontri a cadenza settimanale, di cui l’ultimo per l’intera famiglia, per un numero massimo di sette mamme alla volta, per mantenere una certa intimità.

La tecnica, utilizzata spesso per i bambini ospedalizzati e prematuri, è riconosciuta dall’Aimi (associazione italiana massaggio infantile), che a sua volta fa capo all’Iaim (International association infant massage), presente in ben 40 Paesi del mondo.

Vengono utilizzati dei materassini e un olio biologico. I benefici sono molteplici. Innanzitutto un effetto rilassante, che aiuta il neonato a superare gli stress provenienti dalle nuove situazioni e lo aiuta a liberarsi delle tensioni del corpo. In secondo luogo consente di sviluppare e regolare le funzioni respiratorie, circolatorie e gastrointestinali. Può alleviare anche le coliche gassose. Infine ha un forte risvolto psicologico, poiché approfondisce la conoscenza, la confidenza e la comunicazione col genitore, facilitando lo scambio di messaggi affettivi e d’amore.

A margine, mi spiega ancora Menica, le lezioni possono diventare per gli operatori sanitari anche «osservatorio di altro, un luogo privilegiato per avvicinarsi e conoscere eventuali situazioni borderline, di disagio o malessere». Insomma, un modo per essere, ancora una volta, accanto a donne e bambini. Una missione che impone a Menica De Tommaso di non stare mai ferma. «Stiamo predisponendo dei corsi di disostruzione pediatrica e a brevissimo uno di riabilitazione del perineo», che terrà lei stessa, essendo anche un’esperta di educazione sessuale.

giovedì 20 Luglio 2017

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