L’Alzheimer è una forma di demenza, un disturbo del sistema nervoso cerebrale che si manifesta con affezioni dell’area cognitiva (e la conseguente perdita totale o parziale della memoria riguardante i fatti più recenti), con disordini del linguaggio e dell’orientamento viso-spaziale e con disturbi del comportamento.
Si chiama così perché nel 1907 il neurologo tedesco Alois Alzheimer fu il primo a descriverne le caratteristiche.
Il deficit mentale provocato dalla malattia compromette, con il passare del tempo, lo svolgimento delle attività quotidiane dei soggetti che ne sono affetti. A differenza del pensiero comune, esso non colpisce solamente le persone in età avanzata, ma può insorgere anche prima dei 65 anni.
Attualmente non vi sono farmaci o terapie che guariscono la malattia in fase di demenza conclamata; le sperimentazioni cliniche in corso sono rivolte infatti alla prevenzione, attraverso l’utilizzo di nuove tecniche che permettano di determinare le alterazioni di una proteina ritenuta la prima causa della malattia.
L’attenzione va posta sugli interventi terapeutici non farmacologici, che costituiscono un approccio tecnico standardizzato di comprovata efficacia scientifica, con cui si interviene sulle persone con demenza al fine di contrastare le disabilità legate alla stessa patologia. Tali terapie si caratterizzano per il coinvolgimento attivo della persona curata e si fondano sulla preliminare valutazione delle potenzialità residue, con lo scopo di attivare, con un progetto di cura personalizzato, le funzioni mentali non completamente deteriorate e mantenere la massima autonomia possibile, rallentando la progressione delle disabilità.
Tale approccio riabilitativo viene effettuato all’interno dei centri diurni per i pazienti affetti da disturbi cognitivi, come Villa Anita di Terlizzi.
In occasione della Giornata mondiale dell’Alzheimer, che si celebra ogni anno 21 settembre, gli operatori della struttura saranno presenti oggi e domani pomeriggio in piazza Dante con lo stand informativo “Ricordati di me”, verso la cura di ciò che la demenza non può cancellare.