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Tari, ecco come chiedere il rimborso

Elena Albanese
Il Comune di Ruvo di Puglia fa parte di quelli che erroneamente hanno calcolato la quota variabile anche sulle pertinenze e non una sola volta in relazione alla superficie totale dell'utenza domestica
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Da lunedì è ufficiale. Nel 10% circa dei Comuni italiani, tra i quali Ruvo di Puglia, dal 2014, anno della sua istituzione, è stato commesso un errore nel calcolo della Tari.

La questione non riguarda quelli che sono riusciti ad applicare la tariffazione puntuale, cioè proporzionale all’effettiva produzione di rifiuti, ma si riferisce al cosiddetto metodo normalizzato. Secondo quest’ultimo, la tassa è calcolata in base a una quota fissa, determinata in relazione alle componenti essenziali del costo del servizio (da moltiplicare per la metratura dell’abitazione), e da una parte variabile, che dipende dalla quantità di differenziata e indifferenziata conferite da ciascuna famiglia. Quest’ultima, però, anziché essere semplicemente aggiunta (una volta sola) al prodotto ottenuto tra parte fissa e dimensione totale dell’abitazione, è stata ingiustamente sommata anche per ogni eventuale pertinenza, determinando una spesa molto più elevata rispetto a chi, pur avendo un appartamento di metratura equivalente, non possiede box, garage, cantine o soffitte.

L’errore, segnalato lo scorso 18 ottobre durante un’interrogazione parlamentare del deputato pentastellato Giuseppe L’Abbate, è stato definitivamente accertato da una circolare del Ministero dell’Economia e delle Finanze datata 20 novembre 2017. «Con riferimento alle pertinenze dell’abitazione – si legge nel documento ufficiale -, appare corretto computare la quota variabile una sola volta in relazione alla superficie totale dell’utenza domestica».

«Per verificare se si ha diritto al rimborso, basta controllare la bolletta e vedere se, in caso di pertinenze, a queste ultime è stato aggiunto l’importo variabile della tassa», spiega Gerardo Lovero di Ruvo Attiva-M5S, che ha anche realizzato un video su facebook in cui espone in dettaglio la questione. «In tal caso, lo si può richiedere a partire dal 2014, anno in cui la Tari ha sostituito la precedente Tarsu». Il Movimento ha anche predisposto un apposito modulo, scaricabile a questo link, nel quale vanno indicate tutte le informazioni necessarie alla restituzione.

Al momento, non sono state ancora rilasciate delle linee guida per le modalità del rimborso, così come per la presentazione dell’istanza, che dovrebbe essere indirizzata all’ufficio Tributi del Comune. Ma non c’è fretta. Per la richiesta si hanno cinque anni di tempo, calcolati dalla data del pagamento.

«Gli attivisti ruvesi del Movimento 5 Stelle stanno comunque organizzando delle iniziative di supporto ai cittadini nella compilazione della domanda, ad esempio dei banchetti informativi, i cui dettagli verranno prossimamente resi noti», conclude Lovero

mercoledì 22 Novembre 2017

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benedetto colaprice
benedetto colaprice
6 anni fa

anche le attivita commerciali in fitto pagano la quota variabile,se il locale e in fitto la pertinenza e del proprietario quindi la variabile non ci dovrebbe essere nel conteggio