Attualità

Mancata presentazione della dichiarazione dei redditi, conto salato per un’anziana ruvese

Elena Albanese
I fatti contestati dall'Inps risalgono agli anni 2011 e 2012. Dal luglio 2016, alla signora vengono decurtati 200 euro mensili dalla pensione, che resta la sua unica fonte di sostentamento
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Questa è una storia di cattiva comunicazione e di sorda burocrazia.

La protagonista è una signora ruvese di quasi 86 anni, rea di non aver presentato all’Inps la dichiarazione relativa ai redditi 2011 e 2012, pur sollecitata dall’istituto di previdenza sociale tramite raccomandata. Una dimenticanza – o se vogliamo una leggerezza – quantificata inizialmente dall’ente in un debito di circa 14mila euro (il 50% della pensione percepita negli anni successivi, il 2012 e nel 2013), poi ridotto alla metà a seguito della domanda di ricostruzione reddituale dell’anziana. La sventurata, dopo aver infatti iniziato nel luglio 2016 a subìre una trattenuta mensile di 200 euro sulla pensione (che ancora oggi paga), ha cercato di spiegare in tutti i modi – dimostrandolo carte alla mano – che quella è la sua unica fonte di sostentamento, necessaria al pagamento dell’affitto di casa, all’acquisto delle medicine per alcune patologie di cui soffre e per le esigenze quotidiane di una donna sola e avanti con l’età.

Troppo tardi, le rispondono dall’Inps. Le accordano magnanimamente lo storno di quanto dovuto per il 2012, ma non la cifra relativa al 2011 (pari a 6840 euro), poiché alla data dell’avvenuta comunicazione (agosto 2016) è già trascorso il tempo limite dei 5 anni. Questo seppur sia risaputo da tutti che la dichiarazione debba essere presentata l’anno successivo rispetto a quello in cui si è percepito il reddito. In questo caso, dunque, dovrebbe far fede il 2012 e non il 2011. Ma tant’è. Da allora, ogni tentativo di far valere le proprie ragioni è risultato vano. Ricorsi e richieste vengono respinti al mittente senza entrare neanche nel merito della questione.

Ciò che rende il tutto più amaro e difficile da digerire è che nel 2015 l’Inps ha chiarito con una circolare che chi non ha ulteriori entrate oltre la pensione è esonerato dalla presentazione della dichiarazione dei redditi. Ed è proprio il caso della signora ruvese, la cui situazione patrimoniale dovrebbe essere facilmente reperibile dall’ente attraverso semplici procedure telematiche.

Eppure, nonostante colloqui e qualche rassicurazione da parte di dirigenti disponibili, per l’istituto la questione sembra essere (quasi) definitivamente chiusa. «Ora c’è spazio solo per un’azione legale», ha dichiarato un suo rappresentante alla Gazzetta del Mezzogiorno, che per prima ha sollevato la questione, ribadendo che «c’è stata omessa dichiarazione di redditi diversi da quelli pensionistici». Circostanza categoricamente smentita dalla diretta interessata e da suo figlio, che come un novello Don Chisciotte continua a combattere questa battaglia contro i mulini a vento di una burocrazia senz’anima.

sabato 17 Febbraio 2018

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