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25 anni fa. Quegli auguri speciali a don Tonino…

Antonio Aiello
​Oggi il nostro indimenticato vescovo ne avrebbe compiuti 83. Un gruppo di giovani di allora - oggi uomini e donne - fa un passo indietro nel tempo e rievoca quei momenti​ di amicizia e vicinanza
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Ci sarebbe piaciuto immaginarlo così nel giorno del suo 83esimo compleanno, affacciato alla finestra, come 25 anni fa, oppure in mezzo alla gente ascoltando le preoccupazioni del suo popolo. Sentire la sua voce che dice “carissimo” seguita da parole di conforto e di speranza. Chissà quali parole lui, grande comunicatore, avrebbe usato oggi per commentare ai tempi dei “social” gli auguri del suoi “amici”. Don Tonino Bello con la sua semplicità e umiltà, con coerenza e allegria e il suo grande amore per la vita e per Cristo contagiava soprattutto i giovani ma, anche, chiunque incontrasse.

Un grande regalo lo vollero fare i “suoi giovani” 25 anni fa, con semplice spontaneità. Si presenteranno all’interno del vescovado per augurargli un buon compleanno diverso. Un ricordo che rimane indelebile in quei giovani, oggi uomini e donne, che lo conservano gelosamente.

«Incontrarlo, ascoltarlo per noi era sempre una gioia – ricorda con emozione Katia -. Il giorno del suo compleanno decidemmo col passaparola di andare da lui. Avevamo tutti una voglia matta di fare gli auguri al “nostro amico don Tonino”. Non avevamo i cellulari sempre con noi, non eravamo connessi perennemente, ma ciò nonostante riuscimmo a esserci tutti. Con la chitarra, con le nostre voci e con il nostro cuore intonammo “tanti auguri a te…” . A un tratto eccolo correre nel corridoio, mentre i fratelli cercavano di mettergli un berretto, una sciarpa…e si affacciò…Risentire la sua voce fu un’emozione unica, una gioia indescrivibile. Poi cantammo insieme “Freedom” e continuammo ancora a inebriarci delle sue parole cercando di tradurle nel quotidiano in azioni di amore. Grazie don Tonino”.

Era il regalo più bello che don Tonino Bello potesse ricevere dai giovani della sua diocesi. A questi ragazzi volle dedicare uno dei suoi pensieri : “Vorrei tornare a mettermi ancora non davanti a voi, non dietro di voi, ma in mezzo a voi e cantare insieme quest’anelito di libertà. Libertà da tutti i condizionamenti per tutti i popoli che sono costretti alla povertà e alla solitudine dalla sofferenza a vivere una vita sub umana”. Al termine del suo discorso scusandosi, chiese perdono, “per aver sottratto, qualche volta, del tempo all’impegno pastorale con le mie uscite – disse don Tonino –, i miei viaggi. Credo che sia stato un investimento utile. Vi dico: non abbiate paura di essere carichi delle vostre utopie e delle vostre idealità più pure soprattutto quelle che si rifanno ai grandi temi della pace, della giustizia e della solidarietà”.

A distanza di 25 anni rimane ancora vivo in ognuno di noi il ricordo di don Tonino».

Un altro gruppo di amici ricorda vividamente quella giornata. «Andammo per fargli gli auguri – racconta una di loro –, ma entrati nella sua stanza, un groppo ci restò in gola trovandolo a letto, consumato, e quasi alla fine della sua malattia. Volevamo abbracciarlo, consolarlo, ma davanti a tanta sofferenza ammutolimmo. A toglierci dall’imbarazzo fu proprio lui che, presa l’iniziativa, ci consolò spiegandoci che anche il dolore era una testimonianza del Signore. Presi alla sprovvista cercammo di rimediare sussurrandogli che la gente gli era vicino e pregava il Signore per una pronta guarigione ma don Tonino, consapevole del suo stato, consigliò di pregare il Signore affinché si concretizzasse quello che lui voleva compiere».

Quattro frasi scambiate con lui accompagnate da un sorriso o da una stretta di mano, ricordi che ognuno di noi conserva gelosamente all’interno del proprio cuore. A distanza di 25 anni abbiamo “la certezza” che don Tonino è ancora tra la sua gente.

domenica 18 Marzo 2018

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