Attualità

IncludiAmo, un progetto “buono come il pane”

Elena Albanese
close
IncludiAmo
Siamo andati a conoscere da vicino il lavoro dei volontari - e soprattutto delle volontarie - che ogni settimana preparano e donano con amore a chi ne ha bisogno un pasto caldo e una parola di conforto
scrivi un commento 518

Arrivano alla spicciolata. Sono uomini e donne di tutte le età. Alcuni stranieri, molti ruvesi. Padri di famiglia e anziane sole. Entrano nel grande salone e, come in un mercato, ma della solidarietà, aprono le loro buste, nelle quali le volontarie poggiano con delicatezza il primo e il secondo appena cucinati e avvolti nell’alluminio, oltre a pane e frutta.

È ciò che accade ogni lunedì, mercoledì e venerdì nella mensa sociale gestita dalle suore di Maria Ausiliatrice dell’istituto Sacro Cuore e nata lo scorso anno grazie al progetto IncludiAmo.

Inizialmente le pietanze venivano preparate due volte a settimana dai ragazzi frequentanti il corso del Ciofs e consumati in loco sui tavoli appositamente allestiti e apparecchiati. «Tante persone, probabilmente per una forma di dignità, di pudore, di riservatezza, ci hanno chiesto piuttosto il pasto da asporto – ci racconta suor Imma Milizia -. Questo ci ha fatto pensare che probabilmente avremmo dovuto cambiare la modalità di distribuzione e ci ha consentito da febbraio di aumentare le giornate e di concentrare maggiormente l’attenzione al rapporto umano» e al dialogo. Un sorriso, una battuta, una stretta di mano, mai negati a chi ha bisogno, scaldano il cuore forse più di un pasto fumante e rendono più felice chi li dona e chi li riceve.

È stato anche aggiunto un Centro di ascolto che incontra queste persone almeno una volta ogni due mesi per monitorare il loro stato e verificare se e quali necessità sussistano.

Oggi IncludiAmo, che fornisce aiuto a circa 50 persone, si regge su una rete di altrettanti volontari e volontarie che a rotazione «prestano la loro attività sia nel raccogliere in giro per la città le eccedenze delle verdure e il pane – aggiunge suor Liberata Schiavello -, sia nel preparare, confezionare e distribuire gli alimenti. Inoltre ci sono coloro che “non si vedono”, ma sono quelli che riescono a reperire altri ingredienti o che non possono aiutare fisicamente perché non hanno le forze, ma contribuiscono anche a livello economico con una piccola offerta per poter acquistare ciò che manca. Una rete che viaggia in silenzio, ma fa del bene a tante persone».

Ciò che unisce questa gente ce lo spiega ancora suor Imma. «È un impegno di solidarietà. L’obiettivo è che nessuno sia escluso dalla convivialità, dalla mensa che non è solo pane, ma che è anche amicizia, benevolenza, attenzione all’altro, desiderio che si possa raggiungere quella qualità di vita che auspichiamo davvero per tutti».

martedì 20 Marzo 2018

Argomenti

Notifiche
Notifica di
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti