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Vincenzo Anselmi: «L’emozione di suonare le mie note per il Papa»

Elena Albanese
​Il maestro racconta l'esibizione in piazza San Pietro col Coro della Cattedrale e gli "Amici della musica"​. «L'abbiamo salutato ricordando la visita a Molfetta e ci ha risposto facendo ok col pollice»​
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Al di là delle polemiche, questi sono giorni frenetici in città e in Diocesi per l’imminente arrivo del Papa. Incontrare il Pontefice sarà per molti un’emozione unica, che alcuni nostri concittadini hanno sperimentato solo un paio di mesi fa a Roma.

Si tratta del Coro della Cattedrale e dei giovani strumentisti dell’associazione ruvese “Amici della musica”, che lo scorso 14 febbraio hanno avuto l’onore di esibirsi in piazza San Pietro durante la consueta udienza del mercoledì, alternandosi con altre due formazioni provenienti dal Trentino e dalla Baviera. Dalla nostra città sono partiti in 65, guidati dal parroco don Salvatore Summo e dal direttore artistico Vincenzo Anselmi, grazie all’invito dell’associazione campana “Maiori music festival”, che quel giorno ha suonato e cantato insieme a loro. Nel gruppo c’era anche una rappresentanza del coro “Sergio Binetti” di Molfetta diretta dalla soprano Lucia De Bari

Abbiamo chiesto loro di raccontarci le sensazioni provate, ancora fortemente impresse nella memoria, in attesa di vivere tutti insieme ciò che accadrà domani. «Siamo partiti il giorno prima, martedì 13, per poter fare una prova tutti insieme – spiega il maestro Anselmi – e l’emozione positiva aumentava man mano che il momento si avvicinava. Il viaggio è passato velocemente perché c’era grande entusiasmo».

Il gruppo ha più o meno vissuto quello che domani attende molti fedeli che si recheranno a Molfetta: la sveglia all’alba, il cammino a piedi, la verifica del pass. Ma stanchezza e fatica in questo racconto restano sempre in secondo piano. «Il mattino dopo, nonostante ci fossimo svegliati di buon’ora per poter raggiungere il Vaticano e superare tutti i normali controlli per accedere a piazza San Pietro, l’atmosfera era gioiosa e festosa. L’emozione è poi aumentata quando ci siamo posizionati sul Sagrato della Basilica, da dove si poteva ammirare tutta la grandezza e la maestosità della piazza.

Lì – prosegue il maestro – abbiamo eseguito due mie composizioni sacre: “Servire Domino in laetitia”, scritta in occasione dell’ingresso nella nostra Diocesi del vescovo Domenico Cornacchia, e “A te Maria madre mia”, brano per soprano, coro e orchestra su testo di papa Giovanni Paolo II». Quest’ultimo ha rappresentato il momento più forte e più suggestivo. «È un brano che ormai viene eseguito in tante importanti circostanze, ma quella di Roma è stata particolare in quanto sentivo risuonare le “mie note”, “il mio pensiero”, lì nel centro della cristianità, proprio durante l’ingresso del Papa.

A rendere il tutto ancor più sacro e straordinario «il fatto di essere a “due passi” dalla tomba di papa Giovanni Paolo II, autore del testo. Mi ha emozionato tantissimo l’applauso che, al termine dell’esecuzione, è partito da tutta la piazza.

Il gruppo ruvese ha avuto anche un contatto ravvicinato col Santo Padre nel momento in cui è passato loro accanto con la Papa mobile. «L’abbiamo salutato in coro ricordando la prossima imminente visita a Molfetta e lui ci ha risposto facendo ok con il pollice».

giovedì 19 Aprile 2018

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