«È importante che i ruvesi sappiano che la Flamma ardens sas, l’azienda che gestisce l’illuminazione votiva del cimitero di Ruvo di Puglia e che, con un’iniziativa a dir poco squallida, prova a speculare sull’affetto di molti cittadini verso i propri cari e strumentalizza i sentimenti di tante famiglie per fini privati, da oltre dieci anni gestisce questo servizio senza alcun titolo, ha debiti nei confronti dell’erario comunale per canoni non versati che secondo i nostri conteggi si aggirano intorno ai 100mila euro, detiene senza alcun riconoscimento un impianto di proprietà comunale (ovvero di tutta la collettività) e non lo restituisce nonostante le nostre richieste e non fornisce al riguardo importanti dichiarazioni circa la conformità alle normative vigenti.
Tutto questo è semplicemente inaudito». Così tuona dal suo profilo Facebook il sindaco Pasquale Chieco contro l’azienda che ieri ha diffuso una nota nella quale annunciava una raccolta firme per il ripristino delle utenze votive rubate e danneggiate nei giorni scorsi.
«Succede sempre così – prosegue il Primo cittadino -: quando si prova a scrostare privilegi illegittimi e vecchi di anni, come tanti ve ne sono a Ruvo, si verificano comportamenti inconsulti e ritorsioni nei confronti della città.
Io voglio solo dirvi con grande chiarezza che siamo molto determinati a risolvere questa faccenda una volta per tutte.
Sono profondamente dispiaciuto per l’ingiusto disagio che i cittadini stanno subendo, ma anche in questo caso dobbiamo partire dal rispetto delle regole e della legge, e non possiamo accettare simili atteggiamenti: eseguiremo tutti i lavori necessari alla riaccensione in sicurezza delle lampade votive appena entreremo nella disponibilità degli impianti», conclude Chieco