Un depuratore che passa da una potenzialità di 52mila abitanti equivalenti (termine tecnico che definisce le quantità di sostanze organiche biodegradabili) a 71mila. È quello sito lungo la provinciale 56 per Molfetta, che serve le città di Ruvo e Terlizzi, fresco degli interventi pianificati dalla Regione Puglia e finanziati dal “Fondo per lo sviluppo e la coesione” per 4,7 milioni di euro.
I lavori di ammodernamento, che hanno riguardato le linee delle acque e dei fanghi ma anche la parte elettrica, consentiranno ora di incrementare le potenzialità di trattamento e ridurre l’impatto ambientale.
«Il mare e la campagna si sposano qui», ha detto il governatore pugliese Michele Emiliano durante l’inaugurazione di ieri, parlando ai bambini delle scuole primarie dei due paesi coinvolti. L’impianto è infatti storicamente legato a Torre Calderina, dove scarica i reflui dopo averli depurati. Il futuro per il quale sono state poste le basi, però, è nell’agricoltura, e prevede la possibilità di riutilizzare le acque trattate per irrigare e concimare circa 1000 ettari di terra serviti dal Consorzio di bonifica delle Terre d’Apulia.
Il presidente di Acquedotto pugliese Simeone Di Cagno Abbrescia ha parlato di una «realtà importantissima», invitando i giovani studenti a diventare «ambasciatori dell’acqua», bene sempre più raro e prezioso.
Non a caso la giornata ha visto protagonista anche Legambiente. Il presidente regionale Francesco Tarantini ha presentato il progetto didattico “H2Oro. In buone acque”, realizzato con il contributo di Aqp e Autorità idrica pugliese e il patrocinio della Regione Puglia. Esso intende sensibilizzare gli alunni e le loro famiglie sull’importanza del riuso e del risparmio idrico. «Un depuratore non è un problema, ma un’opportunità», ha detto Tarantini. E per spiegarlo «andremo nelle scuole e porteremo gli studenti negli impianti».
Al taglio del nastro erano presenti anche i primi cittadini di Ruvo e Terlizzi Pasquale Chieco e Ninni Gemmato.