Con delibera di Giunta dello scorso 20 giugno, l’Amministrazione comunale di Ruvo di Puglia ha deciso di intitolare una strada cittadina, compresa tra l’inizio e la fine di via Martiri delle Foibe, all’appuntato degli agenti di custodia Antonio Lorusso, ucciso dalla mafia il 5 maggio 1971.
Lorusso, nato a Ruvo il 22 agosto 1929, lavorava nel carcere Ucciardone di Palermo, e perse la vita proprio nel capoluogo siciliano insieme al Procuratore Capo della Repubblica Pietro Scaglione, che stava accompagnando al Palazzo di giustizia con l’autovettura di servizio.
Quella mattina, mentre la 1500 imboccava via dei Cipressi, una viuzza stretta da cui si dipanano i vicoli di un quartiere popolare, a una strozzatura, accanto al convento dei Cappuccini, venne affiancata e stretta contro il muro da una 850 bianca. L’agente cercò di destreggiarsi, ma fu costretto a fermarsi. Dalla macchina balzarono fuori i killer e cominciarono a sparare con mitra e pistole. Il magistrato e l’autista caddero riversi sui sedili, colpiti a morte: una vera e propria esecuzione.
Uno dei primi ad accorrere sul posto fu il generale dei Carabinieri Angelo Campanella, comandante della VI Brigata in Sicilia. Ironia della sorte, alla guida dell’auto che lo accompagnava c’era l’autista Mario Lorusso. Arrivati, lo informarono che suo fratello era morto accanto al Procuratore Scaglione.
Antonio Lorusso è stato riconosciuto “Vittima del dovere” dal Ministero dell’Interno. Ora la proposta della Giunta di dedicargli una strada, votata all’unanimità, sarà trasmessa alla Prefettura di Bari per l’autorizzazione.