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Il racconto di Orazio Tedone, audiometrista al Sant’Anna di Como

Giuseppe Tedone
​Il nostro concittadino: «La mia mansione non mi richiede di scendere in campo direttamente, ho dato la mia disponibilità per aiutare i miei colleghi che sono più "indaffarati" con le emergenze»
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Andiamo avanti con le esperienze dei nostri concittadini fuori sede. Questo è il racconto di Orazio Tedone, laureato in Scienze Audiometriche, che lavora da quasi un anno all’ospedale Sant’Anna di Como.

L’abbiamo contattato e ci ha rilasciato un’intervista.

Attualmente com’è la situazione nell’ospedale di Como?

«La situazione qui nell’ospedale di Como è simile a quella che stanno vivendo gli altri ospedali d’Italia con una riorganizzazione e riconversione della struttura per rispondere alle necessità dell’emergenza garantendo comunque le prestazioni non differibili, urgenze con priorità U o B, prestazioni dell’area della salute mentale e dell’area materno-infantile».

La Lombardia continua ad essere la Regione più colpita; secondo te ci volevano più controlli inizialmente?

«Il mio parere è che la situazione è stata sottovalutata inizialmente anche se la comparsa dei casi in Italia, non solo in Lombardia, era prevedibile e probabilmente inevitabile».

Quali raccomandazioni vuoi dare ai tuoi concittadini?

«Sembrerà banale come risposta ma la mia unica raccomandazione è quella di seguire ciò che ci è stato indicato dal Ministero della Salute per contenere il contagio dal Coronavirus».

Sia tu che tuo fratello lavorate nell’ambito ospedaliero; vista la situazione, quanto vi sentite orgogliosi?

«Lavoriamo entrambi in ospedale con ruoli diversi. Mio fratello come infermiere è chiamato in prima persona in questa emergenza mentre io come tecnico audiometrista, non potendo scendere in campo direttamente, svolgo mansioni, per le quali ho dato disponibilità volontaria, per aiutare i colleghi più “indaffarati”. Personalmente sono orgoglioso del mio lavoro tutto l’anno, non solo in questo momento».

Un pensiero alla tua famiglia e ai tuoi amici?

«Vorrei dire alla mia famiglia che ho finito la marmellata. Scherzi a parte, state tranquilli. Non appena torna la normalità, scendo. Per il momento accontentiamoci dei messaggi e delle videochiamate.

Dimenticavo: #restateacasa».

domenica 29 Marzo 2020

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