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In vigore la terza edizione del Messale romano: aggiornate le preghiere. Più spazio alla musica

La Redazione
​In vigore da ieri, sarà obbligatoria da Pasqua 2021. La nuova edizione è in continuità con quella del 1983; si fonda sulla traduzione revisionata a partire dall'originale latina; introduce nuovi testi
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A partire dalla Messa vigiliare di ieri sabato 28 novembre, Messa della prima domenica di Avvento e quindi di inizio del nuovo anno liturgico, in tutte le celebrazioni della Diocesi sarà in uso il nuovo Messale romano in lingua italiana, approvato, nella sua terza edizione, dalla Conferenza episcopale italiana e presentato a Papa Francesco dal presidente, il cardinale Gualtiero Bassetti.

Durante il consueto aggiornamento del clero della nostra Diocesi, don Pietro Rubini, direttore dell’Ufficio Liturgico diocesano, ha presentato il nuovo libro liturgico.

Il nuovo Messale «è, al tempo stesso, sia l’immagine fedele del cammino percorso dal rinnovamento liturgico nel nostro Paese, sia lo specchio del valore e dell’importanza che la nostra Chiesa oggi effettivamente riconosce alla liturgia nella vita delle comunità e in quella di ogni credente. Non siamo noi che facciamo la liturgia ma è la liturgia che fa di noi dei credenti. Più che essere vissuta come cosa da fare o dovere da compiere, essa è un evento da accogliere. Il suo ruolo, importante nella vita del credente, lo è anche nell’evangelizzazione della Chiesa, tanto che la Chiesa evangelizza come celebra e celebra come evangelizza (cf. G. Boselli)».

La nuova edizione del Libro liturgico sarà obbligatoria a partire da Pasqua 2021.

Gli aggiornamenti sono conseguenti alla revisione della traduzione a partire dall’originale latino: modificato l’inizio del “Gloria a Dio, nell’alto dei cieli”; la formula “Non ci indurre in tentazione” nel “Padre Nostro”, diventa “E non abbandonarci alla tentazione”. Qui si è fatto ricorso alla nuova versione del testo biblico, introdotta dalla Cei nella Bibbia pubblicata nel 2008. Modificati anche il “Confesso” e l’ “Agnello di Dio”.

Le modifiche sono in continuità con l’edizione del 1983: i testi del 1983 sono stati rivisti e, in parte semplificati, per renderli più facilmente proclamabili e comprensibili.

Sono introdotti nuovi testi: nelle orazioni ai Santi ora ci si rivolge a San Paolo VI; San Giovanni Paolo II e San Pio da Pietrelcina.

Viene dato più spazio alla musica e al canto, almeno in alcune parti quali i saluti, il prefazio e le orazioni.

Alle parrocchie è stato distribuito un pieghevole sulle varianti della terza edizione del Messale romano (disponibile qui).

domenica 29 Novembre 2020

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Franco
Franco
3 anni fa

Ma la versione latina del Padre Nostro “…et ne nos inducas in tentationem…” non possono modificarla. Per fortuna. Hanno rovinato una preghiera secolare e non si è capito ancora il motivo. Nessuno sentiva l'esigenza.

Maria P.
Maria P.
3 anni fa

Ma siamo comunque liberi di continuare a recitare il Padre Nostro come lo abbiamo fatto finora. Non c'è niente di male o di sbagliato a recitarlo come si è fatto per secoli.