Cultura

Alla scoperta de “La tomba delle danzatrici”

Tersilia Carofiglio
Un affascinante viaggio in uno dei tesori artistici del nostro paese, risalente al V secolo a.C., ora esposto al museo Archeologico nazionale di Napoli
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Spesso é proprio la storia che dovrebbe coinvolgerci da vicino quella di cui ignoriamo l’esistenza; ho provato un vero senso di rammarico quando ho capito di non sapere che uno dei più importanti ritrovamenti di arte funeraria del V secolo a.C., esposto al museo Archeologico nazionale di Napoli, provenisse proprio da Ruvo.

Sette lastre riccamente decorate, che ricoprivano una tomba dell’aristocrazia apula, testimoniano la cultura filosofico-religiosa dell’epoca in cui a Rhyps, nome greco di Ruvo, si fondevano le influenze del mondo ellenico con quelle dei popoli italici. La nostra città, infatti, era geograficamente punto di intersezione tra tutte le culture sviluppatesi intorno al mar Adriatico.

Il ritrovamento della tomba risale al 1833 sulla via dei Cappuccini, oggi corso Cotugno, e fu denominata "delle danzatrici" per il particolare dipinto raffigurante una versione del mito di Teseo. La danza in questione é quella di nove fanciulle ateniesi che festeggiano la liberazione dal labirinto del Minotauro. Molti studiosi, tra cui la professoressa Giuseppina Gadaleta, docente di Archeologia e Storia dell’arte greca e romana all’università di Bari, spiegano che era molto comune decorare le tombe nella cultura italica ed ellenica con questo episodio della mitologia. Il tema della vittoria di Teseo sul Minotauro augurava al defunto di sconfiggere la morte facendosi guidare nell’aldilà dalla danza delle fanciulle, detta anche danza delle gru. Questi uccelli migratori venivano presi in esempio per la loro abilità nel ritrovare la strada di casa senza mai perdersi, sperando che allo stesso modo l’anima dei defunti potesse trovar pace.

Un formidabile emblema della ricchezza artistica della nostra città, che dai tempi della sua fondazione fu una delle località più floride della Magna Grecia. Nel suo periodo di massimo splendore sono state prodotte meravigliose opere, molte delle quali esposte nei musei di tutto il mondo ,motivo d’orgoglio e ragione in più per informarsi e riscoprire i segreti di questa culla dell’arte dell’antichità.

giovedì 21 Gennaio 2016

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