Cultura

Il dialetto celebrato dalle Pro Loco in Consiglio regionale

La Redazione
​Tra i protagonisti il ruvese Pietro Stragapede, terzo classificato in una sezione del concorso "Salva la tua lingua locale". «Ho svolto per quarant'anni il lavoro più bello, il maestro elementare»​
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Un pomeriggio all’insegna del recupero e della valorizzazione di un patrimonio immateriale su cui da sempre il mondo delle Pro Loco e l’Unione nazionale delle Pro Loco italiane (Unpli) sta ponendo attenzione e sensibilità, un patrimonio che evidenzia identità, territorialità, storia e cultura.

Nell’aula del Consiglio regionale, a Bari, giovedì 18 gennaio, sono state accolte diverse Pro Loco insieme a scrittori e poeti che hanno partecipato al concorso nazionale “Salva la lingua locale”, la cui premiazione si è svolta lo scorso 14 dicembre a Roma.

«Sappiamo bene quanto siano incisive e, a volte, più efficaci dell’italiano, certe nostre espressioni dialettali – ha sottolineato il presidente del Consiglio regionale Mario Loizzo, «siano esse di cortesia e rispetto, o colorite e goliardiche -. L’iniziativa delle Pro Loco è meritoria perché fa in modo che questo patrimonio culturale, linguistico e storico non vada mai perso».

«Ringrazio tutte le istituzioni che hanno convintamente sposato questo progetto che le Pro Loco portano avanti da anni senza sosta alcuna – ha spiegato il presidente Unpli Puglia, il ruvese Rocco Lauciello -. Grazie a quanti hanno partecipato al concorso e alle Pro Loco della Terra di Puglia che hanno mostrato anche in questa edizione grande sensibilità e grande coinvolgimento».

«Siamo lieti di ospitare nell’aula dove si decidono le sorti della nostra terra realtà, come le Pro Loco, che hanno a cuore il territorio, la sua promozione e salvaguardia», ha affermato Anna Vita Perrone, dirigente della sezione Biblioteca e comunicazione istituzionale.

A declamare le proprie opere in vernacolo, fra gli altri, Pietro Stragapede, che si è presentato affermando di aver avuto la fortuna di svolgere per quarant’anni il lavoro più bello, «il maestro di scuola elementare». Ad apertura della sua performance, ha infatti scelto una poesia autobiografica dal titolo “So stote maièstre” (Sono stato maestro).

I versi dell’opera hanno messo in risalto la sua azione di maestro-ponte verso la conoscenza, con cui ha invitato gli studenti a servirsi di lui per compiere la traversata; poi, a missione compiuta, si è ritirato soddisfatto, incoraggiando gli alunni a fabbricarsi da soli nuovi ponti. Sono seguite letture di poesie legate alla tradizione culinaria ruvese.

Non sono mancate riflessioni sull’attualità dell’utilizzo del dialetto e sul suo valore, nonché momenti di comparazione di alcuni termini linguistici utilizzati nei diversi dialetti pugliesi.

sabato 20 Gennaio 2018

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