Si inaugurerà domenica prossima, 13 maggio, la 15esima edizione della mostra internazionale di Illegio.
Nel minuscolo borgo (340 abitanti) in provincia di Udine, incastonato tra i monti della Carnia, saranno esposte 60 opere che ripercorrono ben 24 secoli di storia dell’arte, dal 400 a.C. circa ai primi decenni del 1900. Il tema prescelto quest’anno è “Padri e figli”. L’esposizione condurrà il visitatore a una meditazione su questo legame così decisivo per la vita umana attraverso un percorso che coinvolge la mitologia classica, le Sacre scritture, le vite dei santi, la letteratura cavalleresca e romantica, il teatro e la poesia.
Tra i pezzi più antichi, anche un reperto proveniente dalla nostra Ruvo di Puglia. È “Il distacco di Ettore da Andromaca e Astianatte”, un cratere apulo a colonnette risalente al 370-360 a.C.
L’itinerario storico andrà poi dal gruppo scolpito con Enea, Anchise e Ascanio (400 a.C. circa), proveniente dal Museo nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma, a lavori più recenti quali “Il ritorno del figliol prodigo” di André-Jean-Bernard Monchablon (1903) ed “Edipo piange sui corpi dei suoi figli” di Gabriel-Jules-Charles Girodon (1912), e comprenderà anche una magistrale replica (voluta dai Musei Vaticani e conservata a Bilbao, in Spagna) del celebre Laocoonte, opera di tre maestri di Rodi, simbolo della mostra.
Ci saranno poi «inediti, grandi capolavori e firme eccellenti», come ha spiegato il curatore scientifico don Alessio Geretti. Ben 21 opere estere mai esposte prima d’ora in Italia e quattro del tutto inedite al panorama degli studiosi d’arte, provenienti rispettivamente da collezioni private di Londra, di Bruxelles e di Milano.
La mostra sarà visitabile fino al prossimo 7 ottobre.
Ma non è questo l’unico riconoscimento per la nostra ormai “città d’arte”. Anche a maggio, infatti, un reperto del museo archeologico nazionale Jatta è stato scelto per la campagna social di comunicazione del Ministero dei Beni e delle Attività culturali dedicata al design.
Si tratta di un Guttus del IV secolo a.C., un vasetto plastico apulo a vernice nera sagomato a corpo di ranocchio, con bocchello obliquo cilindrico ad orlo svasato e ansa laterale. La sua funzione era quella di versare piccole gocce di liquido, probabilmente essenze profumate.