Cultura

Un libro celebra il santuario della Madonna delle Grazie

La Redazione
Sarà presentata oggi la pubblicazione di Francesco Di Palo edita da Claudio Grenzi, che vuole approfondire la conoscenza della piccola chiesa ruvese sotto il duplice aspetto del culto e dell'arte​
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Il Museo Diocesano di Molfetta e la FeArT società cooperativa, suo ente gestore, proseguono l’attività di valorizzazione del patrimonio diocesano, in continuità con quanto realizzato la scorsa estate in alcuni siti ecclesiastici di Ruvo di Puglia e Terlizzi con il progetto “Art visual tour”, nell’ambito del bando “In Puglia 365 Estate” volto alla promozione delle città dell’entroterra.

L’istituzione diocesana, infatti, si fa promotrice della presentazione del volume Da “ruralis ecclesia” a santuario cittadino: la chiesa della Madonna delle Grazie a Ruvo. E una proposta per Carlo Rosa (1613-1678), architetto e pittore. La pubblicazione di Francesco Di Palo, edita da Claudio Grenzi, intende contribuire alla migliore conoscenza del sito sotto il duplice aspetto del culto e dell’arte, ma anche cercare di approfondire le motivazioni che sono alla base del suo radicamento nel tessuto sociale.

La presentazione si terrà questo pomeriggio alle 19.30 nel santuario della Madonna delle Grazie a Ruvo, alla presenza del rettore don Gianni Rafanelli e di don Michele Amorosini, direttore del Museo Diocesano. Durante la serata interverranno, inoltre, monsignor Felice di Molfetta, vescovo emerito di Cerignola-Ascoli Satriano, Mauro Vincenzo Fontana dell’Università di Basilicata e Stefano Milillo, presidente del Centro ricerche di storia e arte di Bitonto.

La chiesa si mostra raffinata ed elegante, frutto di un progetto coerente e risultato del coinvolgimento di maestranze locali dirette probabilmente dallo stesso Carlo Rosa (Giovinazzo 1613 – Bitonto 1678). «Vi sono infatti – sostiene l’autore –, nonostante il silenzio dei documenti, tutte le carte in regola per riconoscere in Rosa il vero artifex cui ricondurre, sebbene in periodi distinti, non solo il progetto e la paternità della chiesa e la direzione delle maestranze che la edificarono, ma anche l’ideazione e realizzazione, insieme alla “bottega”, della fastosa macchina illusionistica barocca, pensata per contornare ed esaltare l’immagine sacra, sul modello delle cone “alla leccese” in legno e soprattutto in pietra».

mercoledì 23 Maggio 2018

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