Esclusiva RuvoLive.it

Il professor Solari: «L’Arcangelo Gabriele al pari della Gioconda»

Elena Albanese
Parla l'esperto che ha condotto gli studi sulla quadrella in terracotta attribuita a Leonardo da Vinci. «Ruvo deve essere orgogliosa e pronta a ospitarla». Nei prossimi giorni la visita in città
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Il professor Ernesto Solari, oltre che insegnante e artista, è un ricercatore, studioso ed esperto dell’opera di Leonardo da Vinci e di altri artisti vissuti fra il XV e il XVII secolo. Sulla figura del genio fiorentino è intervenuto in convegni e trasmissioni televisive e ha pubblicato diversi volumi.

A lui – e alla grafologa Ivana Rosa Bonfantino – si deve lo studio triennale che avrebbe rivelato la paternità della quadrella invetriata raffigurante L’Arcangelo Gabriele, appartenente ad alcuni discendenti del ramo femminile della famiglia famiglia Fenicia (non portatori del medesimo cognome, ndr). L’oggetto sarebbe infatti l’opera pittorica più antica di Leonardo, firmata e datata 1471, dunque realizzata a soli 19 anni, oltre che il suo primo autoritratto.

«I proprietari, sapendo di avere un’opera di un certo valore e ipotizzando che potesse trattarsi di opera leonardesca, si sono rivolti al sottoscritto quale esperto e studioso di Leonardo», ci ha raccontato il professore, interpellato in esclusiva da RuvoLive.it in merito alla straordinaria scoperta e all’ipotesi che la quadrella possa essere esposta a Ruvo di Puglia, laddove ha dimorato nei secoli scorsi. «Inizialmente molti sono stati i dubbi che hanno reso l’approccio all’opera piuttosto difficile e incerto: si sarebbe trattato in modo assoluto di un unicum, cioè di un’opera senza possibilità di confronto con altre poiché unica nel suo genere; ma soprattutto un’opera giovanile, e della pittura del Leonardo giovane non conosciamo molto.

Prima di un’eventuale rinuncia – prosegue Solari – ho pensato di far effettuare degli esami di laboratorio, se non altro per avere qualche responso che, come si suol dire, tagliasse la testa al toro. Tutti gli esami sono risultati compatibili con una possibile attribuzione a Leonardo. Era necessario avere le idee più chiare sulle scritte presenti e, per questo, il lavoro della dottoressa Bonfantino è stato impeccabile e molto utile nel confermare che si trattava della vera grafia di Leonardo; la dottoressa è riuscita anche a decifrare il rebus scaturito dalla firma, con il quale Leonardo attribuiva a se stesso l’esecuzione dell’opera come proprio ritratto».

Nonostante i circa seimila documenti consultati e gli studi scientifici a supporto della tesi, alcuni esponenti del mondo artistico – tra cui ci sarebbe anche il critico britannico Martin Kemp – si dicono scettici. Un’ipotesi paventata è che la quadrella sia stata realizzata dal ceramista Aldo Ajò nei primi decenni del 1900. Ma il professor Solari non si scompone di fronte a quelli che secondo lui sono poco più che pettegolezzi. «Devo dire che non ci sono state contestazioni serie, ma esclusivamente battute spiritose e senza fondamento, senza la conoscenza dei risultati scientifici ottenuti, basandosi solamente sull’aspetto estetico riferito a una brutta riproduzione fotografica.

Senza altresì considerare che si tratta non di un dipinto su tavola o su tela, ma di un dipinto su terracotta, con due passaggi di cottura, e che il tempo fissato dall’ultimo passaggio di cottura è quello di fine 1400: non può essere, come qualcuno afferma, opera del primo novecento. Purtroppo per loro gli esami scientifici, e in particolare la termoluminescenza, parlano chiaro, così come è altrettanto chiaro lo stile e la preziosità del dipinto stesso che, se confrontato con tutte le maioliche del rinascimento, non trova eguali di tale bellezza e tridimensionalità».

Dopo la presentazione dell’opera lo scorso 21 giugno, l’unico esemplare riprodotto dell’Arcangelo Gabriele è stato esposto a Roma nel Museo Leonardo da Vinci Experience di via della Conciliazione, dove resterà fino al prossimo 30 settembre. A dimostrazione del fatto che l’atista conoscesse bene tale tecnica, sarà contestualmente visionabile anche una macchina per realizzare piastrelle costruita a dimensione reale su progetto di Leonardo stesso, il cui disegno originale è tra i 600 conservati nella Royal collection di Windsor.

E se la prossima “casa” della vera piastrella fosse davvero Ruvo di Puglia?

«Non conoscevo la volontà dei proprietari di portare l’Arcangelo Gabriele a Ruvo di Puglia e penso che non sia sbagliato pensare di portarla per un periodo breve, insomma il tempo di un’esposizione occasionale – risponde Solari -. Ritengo però che sia sbagliato pensare a Ruvo come collocazione stabile; rischierebbe di fare la fine dei bronzi di Riace a Reggio Calabria, che sono visitati da un pubblico numericamente molto basso rispetto a una loro collocazione in un museo di grande importanza, come gli Uffizi ad esempio.

Penso che quest’opera, la prima in assoluto di Leonardo dal valore inestimabile, debba essere considerata al pari della Gioconda o della Vergine delle rocce o della Sant’Anna e quindi debba essere ospitata in un museo di grande importanza.

Ruvo deve comunque essere orgogliosa e pronta a ospitarla, anche se per un periodo limitato di prova che comunque potrebbe portare un enorme afflusso di visitatori e dare un forte sviluppo al turismo culturale e artistico. Ad ogni modo, saranno comunque i proprietari a decidere», conclude.

Non a caso, proprio nei prossimi giorni, il professor Solari sarà ospite in città per visitare alcuni luoghi d’arte, in particolar modo il museo Jatta, principale candidato ad accogliere eventualmente l’opera.

lunedì 20 Agosto 2018

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