Politica

ClitoRosso: «Vincerà il No, altrimenti la nostra Italia non potremmo più definirla una Repubblica democratica»

Raffaella Anna Dell'Aere
«Il mio voto potrebbe cambiare inesorabilmente il futuro dei miei figli e delle generazioni che verranno e sono troppo ignorante per assumermi questa responsabilità, tenendo bene a mente chi ci governa e come»
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Mentre i comitati per il No e il Sì scaldano i motori, la campagna elettorale per il voto referendario di domenica 4 dicembre giunge agli ultimi scampoli. I cittadini sono sempre più coinvolti dalle rispettive posizioni che si contrappongono su temi quanto mai ampi, come la Costituzione del 1947, la legge elettorale, gli influssi dei trattati europei.

Più in generale, emerge il dibattito tra un sistema che si definisce innovativo e uno schieramento garantista, riguardo ad argomenti come i princìpi costituzionali e la stessa sovranità dello Stato.

Nel ricordare che andare a votare è essenziale in quanto non è previsto il raggiungimento del quorum per la validità del referendum costituzionale, si conclude questa carrellata di pareri da entrambi gli schieramenti con una voce dal mondo dell’arte e quindi da un ambito creativo e culturalmente schierato.

Daniela Raffaele, in arte ClitoRosso, scende in campo apertamente a favore del No. Artista nota per le sue tele ad olio e per essere ideatrice di numerose manifestazioni culturali sensibili verso varie tematiche a sfondo sociale, vincitrice i diversi premi nel mondo dell'arte, partecipa a numerose mostre nazionali e internazionali e consegue il suoi riconoscimenti più prestigiosi per la Biennale di Firenze nel 2009 e la sua classificazione tra i finalisti del concorso PaleoContemporanea2013 per il circuito Museale del Madre a Napoli.

Come voterai al referendum costituzionale di domenica 4 dicembre? Illustraci le tue motivazioni.

«Voto No perché non mi sono chiari 47 punti della Costituzione che vengono cambiati da uomini molto discutibili rispetto a chi l'ha scritta. Voto No perché non credo assolutamente alla questione della riduzione di tempi nella votazione di una legge perché, quando era comodo a qualcuno, le hanno votate e approvate anche in tre giorni. Voto No perché non mi convince questo nuovo Senato composto da sindaci e consiglieri regionali alla luce soprattutto degli eventi di corruzione balzati all'onore di cronaca e sempre più frequenti. Voto No perché un referendum avrebbe avuto senso se ci avessero semplicemente chiesto: “Volete ridurre il numero dei senatori?”. Allora sarebbe stato semplice rispondere Sì senza scrivere una pappardella incomprensibile perfino a costituzionalisti più preparati. Voto No perché il mio voto potrebbe cambiare inesorabilmente il futuro dei miei figli e delle generazioni che verranno e sono troppo ignorante per assumermi la responsabilità di cambiare la nostra Costituzione, tenendo sempre bene a mente chi ci governa e come».

Cosa non ti convince di questa riforma?

«La cosa che meno mi convince è quale sia la vera motivazione dietro a tutto questo interesse per il referendum, tanto da scomodare banchieri e addirittura il presidente degli Stati Uniti d’America. Inoltre non credo che dopo un'ipotetica vittoria del Sì, il popolo italiano possa ritenersi ancora libero e avere un ben che minino potere decisionale».

Ritieni sia comunque necessario un cambiamento a livello costituzionale o meglio lasciare le cose come stanno?

«Lasciare le cose come stanno sarebbe un errore. I cambiamenti ci devono essere, ma ci vogliono un'indiscutibile chiarezza e un’assoluta trasparenza. Il cambiamento si potrebbe già avviare ora senza stravolgere la nostra Costituzione, per esempio per contribuire al bilancio si potrebbe istituire una vera legge anti corruzione, oppure cercare i grandi evasori fiscali (sanno chi sono), impedendo loro di portare gli ingenti capitali all’estero.»

Trovami una metafora pittorica che possa configurare la Costituzione italiana.

«Paragonando la Costituzione a un’opera d’arte di uno dei miei artisti contemporanei preferiti, la assocerei allo statunitense Jackson Pollock. Pollock dipingeva d’istinto, apparentemente senza alcun concetto e impostazione definita. In realtà, nelle sue opere, tutto ha un senso e tutto è “inconsapevolmente studiato”: gli equilibri, gli spazi, i volumi, le tonalità. Tutta la composizione risulta piacevole e armoniosa per il semplice fatto che tutto parte dal cuore dell’uomo. Proprio come la nostra Costituzione, voluta da uomini che hanno dato voce al loro cuore, senza anteporre i propri interessi abilmente pianificati e occultati, ma con un unico scopo, quello di fare la volontà del popolo italiano».

Quale scenario ipotizzi in caso di vittoria del Sì?

«Parto dal presupposto che un documento di così alta rilevanza etico-sociale, come la Costituzione, sia stato concepito da uomini che nella storia si sono distinti per meriti e non per scandali. Abbiamo bisogno di incentivare l’inaridimento e appiattimento degli animi e chi voterà Sì farà questo poiché un popolo deprivato della propria libertà di espressione in maniera oltretutto subdola, sarà un popolo frustrato che non avrà più spazio, né volontà di crescere anche culturalmente. Non credo affatto che modificando “a tavolino” dei decreti, si possa pensare ai reali bisogni del popolo».

Chi vincerà?

«Vincerà il No, altrimenti la nostra Italia non potremmo mai più definirla una Repubblica democratica fondata sul lavoro, dove la sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione».

venerdì 2 Dicembre 2016

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