Il movimento politico culturale "Un cantiere in Comune" «con disappunto e incredulità» stigmatizza ogni forma di polemica sul Natale 2016 a Ruvo di Puglia.
«Nell’ambito del progetto “Luci e suoni d’artista” non possiamo che ringraziare con convinzione – affermano direttivo e segreteria in una nota – l’impegno della civica amministrazione e i tanti collaboratori silenziosi che si sono adoperati per la realizzazione di tale manifestazione, che certamente avrà eco nel nostro vicinato.
Il nostro movimento ritiene, doverosamente, confermare – si legge ancora – le parole del nostro sindaco Pasquale Chieco, il quale ribadisce i temi del Natale di quest’anno che sono l’ospitalità e la solidarietà verso il prossimo, e non i temi che strumentalmente vengono travisati, specie da certa “bassa e sterile politica”. Questi temi sono ispirati al presepe cristiano, quello realizzato in piazza Le Monache, e quindi un Natale moderno è possibile, tra tradizione e rinnovamento.
La nostra piazza – argomenta il movimento – vede accogliere nella sua pancia la nostra gente e i nostri turisti per poi incanalarli verso il centro antico ove incontrare il presepe tradizionale e le tante luci decorative di accompagnamento. Non vi sembra che questa nuova atmosfera sia foriera di speranza, di gioia e di condivisione di valori? Non vi sembra di cattivo gusto sfociare la polemica nell’ateismo ovvero nella battaglia contro la tenuta del crocifisso nelle scuole? Non vi sembra utile farsi un esame di coscienza e considerare: cosa ho fatto io cittadino o politico di buono per rendere la mia città ospitale e vivibile, non solo a Natale?.
Ringraziamo di vero cuore tutti gli attori di questo Natale, istituzionali e privati, e chiediamo scusa ai cittadini onesti e operosi, se esistono soggetti che dietro la tastiera di un computer sanno solo polemizzare e ferire le iniziative altrui, senza impegnarsi fattivamente nella loro realizzazione – continua Un cantiere in Comune -. Perché la nostra idea del Natale venga da ogni dove rispettata, sia nella tradizione che nella modernità».