Politica

Consiglio comunale, il Sindaco: «Nella nostra città c’è e ci sarà sempre legalità»

Francesca Elicio
La seduta straordinaria in risposta al grave atto di violenza subìto dal primo cittadino
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Era forse l'evento più atteso degli ultimi giorni: il consiglio comunale straordinario e monotematico nato come risposta al grave atto di violenza subito dal primo cittadino, leso nei suoi affetti e ricordi, e di conseguenza dall'intera comunità.

16 presenti, tutti mossi da un unico scopo: cercare di porre un punto a quanto è successo, continuando ad operare nella più totale legalità e nel più completo ordine. 

A dare l'inizio è stato un intervento del consigliere di maggioranza Summo, il quale a ruota è stato seguito da Mariatiziana Rutigliani, Antonello Paparella, Raffaella Di Terlizzi, Piero Paparella, Lia Caldarola e Orazio Saulle.

Per ricominciare bisogna partire da zero. Bisogna ripartire da quelle mura bruciate che, come ha affermato Summo, rappresentano nel concreto l'immagine di chi vuole rinascere. E l'obiettivo è quello di tornare a lavorare tutti insieme, abbandonando le casacche e giocando nello stesso campo. Con questa metafora calcistica la minoranza si è detta particolarmente vicina al sindaco, al di là di ogni forma di opposizione che nasce dai colori politici. E in particolare, la voglia è di comprendere a cosa siano legati questi atti violenti per capire come agire per il futuro. «Se legati all'attività amministrativa – hanno continuato – ci sentiamo tutti quanti sotto attacco». Tra le dolci parole poetiche di Raffaella Di Terlizzi, che chiede al primo cittadino di non perdere l'entusiasmo e la carica, risulta particolarmente veemente l'intervento di Lia Caldarola, dichiaratasi esterrefatta nel dover pronunciare determinate parole, in particolar modo di rimando all'opposizione. «Il mio intervento era ben altro – ha affermato l'esponente di Sinistra Ruvese – e mi trovo sconcertata a dover dire questo. Si parla di non ledere l'immagine di Ruvo rispetto ad un danno di violenza inaudita». Punto spesso sottolineato dall'opposizione è stato quello di far comprendere che i ruvesi non sono questi. Ruvo non è un paese di violenza. E solo giocando insieme, solo facendo squadra, solo denunciando l'illegalità si possono evitare ulteriori avvenimenti simili. 

Anche l'assessora Filograno ha dimostrato la vicinanza al Sindaco e alla sua famiglia, ricordando che proprio in nome dell'illegalità il prossimo 21 marzo si muoverà a Bari una marcia ideata dall'associazione Libera di don Luigi Ciotti alla quale parteciperanno diversi ragazzi di Ruvo. Ma non solo: Ruvo aderisce ad Avviso pubblico, quell'associazione che tiene insieme gli amministratori locali, che promuove progetti di formazione sul territorio, che fornisce una serie di strumenti di supporto utili a chi gestisce le cose pubbliche e che ogni anno stila un rapporto con l'elenco delle minacce e intimidazioni criminali subite. Si tratta nel concreto di un codice etico fruibile a tutti direttamente dal sito di Avviso pubblico.

A rispondere a tutto, il Sindaco, visibilmente scosso e commosso dinanzi a tanta solidarietà: «Subire un attacco personale così diretto e intenso non è solo doloroso, ma è anche un punto di ritorno che ti incide dentro. È un effetto che va anche oltre: man mano che le ore passano, si migliora ma quello che si insinua è quella domanda che ci fa dire: "Ma come si spiega questa violenza di fronte ad un impegno civile? Ma chi ce lo fa fare?" L'effetto è quello di provocare una sorta di disamoramento rispetto a quello che si fa. Arrivare a Ruvo non è stato facile e mi sono accorto che aveva questo effetto inatteso su di me. Però bisogna trovare la forza di reagire, una forza che viene da dentro e che si amplifica nella solidarietà e vicinanza, nel fatto di non sentirsi soli ma circondati dal riconoscimento per quello che tu fai. Quella forza che ti viene dal dover rivestire un ruolo istituzionale, di rappresentare con onore e coraggio le istituzioni; fare con la propria azione e testimonianza di civiltà e rispetto, di valore della legalità. Nelle nostre diversità l'intento è dimostrare che alla base di tutto nella nostra città c'è e ci sarà sempre la legalità. Anche l'investitura democratica dà la forza di rimettersi in moto, perchè avverti fino in fondo il fatto che col confronto democratico ti è stata affidata una visione, un progetto, una idea di futuro, l'idea di pensare ad un territorio che sceglie di costruire la propria identità intorno alla bellezza. È la bellezza la risposta alla barbaria. Richiamare la bellezza vuol dire richiamare la ragione per cui noi siamo qua, la possibilità, il fatto che viviamo in un contesto che per ragioni legate alla nostra storia è caratterizzato da segni architettonici, da tradizioni bellissime che rimandano all'operosità dei nostri contadini. Questo sogno di vivere nella bellezza non ce lo dobbiamo far ributtare indietro; dobbiamo impedire che la possibilità di coltivare questo sogno venga meno con questo evento. Quando penso alla bellezza, penso anche io a Peppino Impastato, penso a ciò che lui intendeva come capacità di reazione, riscatto non solo contro la bruttezza della mafia, ma anche contro violenza e rassegnazione. Siate tranquilli, faremo tutto ciò che va fatto anche nell'amministrazione quotidiana, non solo con le forze dell'ordine. Il rispetto delle regole costiturà la ragione della nostra missione e la opporremo a qualsiasi tipo di minacce.Cerchiamo di essere uniti, perchè l'unione fa la forza».

Un messaggio di forza e speranza che non poteva non essere corredato dallo striscione preparato dal gruppo dei cittadini "Ruvo against violence", il quale ha regnato sovrano per l'intero consiglio. E come ha detto a voce ferma Pasquale Chieco, «Andiamo avanti. Viva Ruvo, viva noi».

venerdì 10 Marzo 2017

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