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Il Cno contro la tassa di smaltimento di oli e grassi

La Redazione
Il contributo, disposto con la legge 154 del luglio scorso, sarà applicato, a certe condizioni, anche all'extravergine d'oliva​, benché sia notoriamente un prodotto non suscettibile di generare rifiuti​
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Il mese di luglio rischia di essere bollente non solo per le temperature, ma anche per le tasche degli olivicoltori italiani.

In base alle disposizioni di legge, gli agricoltori inizieranno infatti a pagare il contributo per lo smaltimento a favore del Consorzio nazionale di raccolta e di trattamento oli e grassi vegetali ed animali esausti (Conoe).

Benché sia notoriamente un prodotto non suscettibile di generare un rifiuto, il contributo sarà applicato, a certe condizioni, anche all’olio extravergine d’oliva.

A denunciare l’ennesima stortura del sistema è il Consorzio nazionale degli olivicoltori (Cno), consapevole dell’impatto economico e burocratico che ci sarà a carico dei produttori, ove non sopravvenga una soluzione di compromesso tale da correggere l’impostazione che è stata data.

«Ho inviato una lettera al ministro Martina e ai Presidenti della Commissione Agricoltura di Camera e Senato – ha affermato il presidente Gennaro Sicolo -. Ho chiesto di approfondire la questione e di aprire un confronto dialettico, finalizzato ad evitare alla filiera olivicola nazionale un ulteriore aggravio in un momento nel quale le priorità sono altre: la modernizzazione e la competitività del settore, con la crescita quantitativa della produzione, e il miglioramento della produttività dopo ripetute annate di crisi dell’offerta».

La tassa di smaltimento degli oli e dei grassi vegetali e animali è prevista dal decreto legislativo del 3 aprile 2006 numero 152 (Norme in materia ambientale), dalla legge delega numero 154 del 28 luglio 2016 e dallo schema di funzionamento del contributo ambientale predisposto dal Conoe e dalla successiva procedura transitoria.

«Ci sono delle complicazioni a carico dei produttori di olio di oliva vergine ed extravergine – ha sottolineato Sicolo -. Gli operatori olivicoli sono preoccupati perché intravedono un duplice rischio: l’aumento dei costi per le imprese e una maggiore conflittualità all’interno della filiera, con il rischio di indebolire ulteriormente la loro posizione, dovendo fronteggiare realtà industriali e commerciali con un potere contrattale decisamente superiore.

Abbiamo chiesto l’esonero generalizzato per le due categorie di olio di oliva e ci attendiamo una rapida reazione da parte delle istituzioni politiche», ha concluso il Presidente.

giovedì 13 Luglio 2017

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