Spalla

Focaccia e dialetto, le cene pugliesi a Dubai

Elena Albanese
​Il variegato gruppo, composto da ragazzi e ragazze che vivono e lavorano negli Emirati Arabi, «comprende otto persone originarie delle province di Bari e Bat: Riuv, Trrizzz, Vscegghj, Vtond e Baaarrr»​
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Nella sfavillante Dubai, tra i grattacieli abbaglianti e la sfrenata vita notturna, vive una piccola famiglia pugliese.

Non è una famiglia tradizionale, non ci troverete una mamma e un papà, ma funge bene al suo ruolo di accoglienza e protezione per quei figli lontani che non vogliono rinunciare alle proprie radici.

Il variegato gruppo, composto da ragazzi e ragazze che vivono e lavorano negli Emirati Arabi, «comprende otto persone tutte originarie delle province di Bari e Bat: Riuv, Trrizzz, Vscegghj, Vtond e Baaarrr», mi scrivono testualmente due di loro, Magda ed Emanuela. «La nostra amicizia è nata in modo molto spontaneo e quasi per caso, grazie a conoscenze in comune e social media».

Incontrarsi non è facile, specie se hai un’occupazione che ti porta in giro per il mondo. Ma una famiglia, si sa, ti vuole bene e ti aspetta. Per tutto il resto c’è l’imprescindibile whatsapp, che «ha assunto un ruolo determinante in quanto riesce a metterci in contatto quotidianamente.

Il nome del gruppo ricorda le nostre origini, i detti e le credenze, infatti si chiama “mang ca a da jess mangiot”, e riso patate e cozze è la nostra immagine del profilo».

Ed è proprio il cibo, tipicamente italiano e pugliese, che riesce a riunirli, anche se non così spesso come vorrebbero. «I nostri orari di lavoro son molto diversi, e a volte organizzarsi risulta difficile. Ciononostante riusciamo sempre a trovare un pretesto per metterci ai fornelli. Ai ristoranti preferiamo l’atmosfera casalinga, quindi generalmente gli aperitivi, i pranzi e le cene vengono organizzati nei nostri appartamenti.

I propositi sono sempre quelli di mangiare leggero, ma la realtà è ben diversa: c’è chi porta i taralli, chi la focaccia con cipolla e pomodori, chi la pizza rustica. Poi c’è il padrone di casa (ci si alterna), che per non rischiare di rimanere digiuni chiede: “due chili di pasta bastano?”».

Essendo «fondamentali per sentirci un po’ a casa», una delle regole di questi incontri è parlare preferibilmente, se non esclusivamente, in “lingua madre”. «Come non amarlo il nostro caro dialetto, che rende le nostre conversazioni tutte più chiare e divertenti…».

E per quanto la vita all’estero possa essere frenetica, ricca di persone, di incontri e di esperienze, un pezzo di cuore resta sempre in Puglia. E quel che rimane si rinfranca con i suoi suoni, coi suoi ricordi e coi suoi profumi, perché «non importa in quale parte del mondo ti ritrovi, ciò che ti rende felice è tornare da un volo e ritrovare la tua dolce amica che ti accoglie con una fresca e buonissima frisella condita», conclude Magda.

martedì 17 Ottobre 2017

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