«Sono quarant’anni che vengo in Puglia, ne conosco i paesini e le viuzze. È la mia seconda patria. Se dovessi lasciare la Campania, verrei a vivere qui.
In Puglia ho sempre mangiato molto bene; mi piacciono i suoni del linguaggio, l’architettura e la sua pietra bianca che rende tutto più bello, più pulito. Quando si cammina sulle chianche sembra di stare sulle nuvole». È una vera e propria dichiarazione d’amore quella che fa nei confronti della nostra regione Peppe Barra, intercettato nel teatro Comunale al termine delle prove per lo spettacolo di stasera.
E a Ruvo? C’era mai stato?
«Nove anni fa, per un concerto». Ci è poi tornato in questi giorni per il Talos festival, per il quale si è esibito ieri sera con il suo ensemble. «Un trionfo. C’era circa un migliaio di persone, forse di più», commenta sorridente e soddisfatto.
Oggi invece parteciperà, insieme a tanti altri ospiti nazionali e internazionali, a “La notte della banda”, durante la quale «proporrò una favola mai musicata prima», il cui arrangiamento è stato realizzato e messo a punto in poche ore questa mattina. In scaletta è prevista anche la sua celebre “Ballata del uallarino” (del tacchino, ndr), «un pezzo già inciso, ma con la banda è molto diverso, più intrigante, particolare e originale».
Ma cosa ne pensa, lui, del processo di riscoperta e rivalutazione delle bande, perseguito dal direttore artistico Pino Minafra? «Nell’arco degli ultimi dieci anni ho sentito delle bande che fanno musica sperimentale e interessante. Mi sono confrontato con direttori d’orchestra giovani e talentuosi, che sanno innovare, come Livio Minafra».
L’appuntamento è dunque per questa sera, a partire dalle 20, in piazzetta Le Monache (in caso di pioggia al PalaColombo), per la terza serata del Talos festival. Apertura con il sassofonista inglese John Surman. Poi sarà ora della protagonista assoluta della kermesse, la Banda. A suonare insieme ai suoi musicisti, oltre a Peppe Barra, anche Eugenio Colombo, Dario Cecchini, Faraualla, Livio Minafra e Ihab Radwan. Ingresso 6 euro.