Spettacolo

“Sospesi” tra flussi migratori e il Natale

La Redazione
Gli studenti del Tannoia in scena a Palazzo Caputi
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L’emigrazione, il viaggio, la precarietà dell’esistenza umana, la ricerca di una identità culturale: gli studenti dell’istituto Tannoia di Ruvo di Puglia hanno toccato, con lo spettacolo Sospesi, temi che coinvolgono tutti e che ben si fondono con quelli natalizi della Natività, della speranza legata a una nuova vita e della prospettiva di una esistenza più umana.

A Palazzo Caputi, di fronte ad un pubblico attento e commosso, i promettenti attori in erba hanno presentato mercoledì il loro nuovo lavoro teatrale. L’iniziativa, patrocinata dal Comune di Ruvo di Puglia, era inserita nell’ambito della programmazione natalizia dell’assessorato alla Cultura e alla Pubblica istruzione.

La rappresentazione, condotta e ideata da Giulio De Leo, con la direzione musicale di Pino Basile e l’assistenza alla conduzione di Livio Berardi, si presenta come un risultato estremamente carico di emozioni. La scelta dei testi e dei contenuti è partita da un’idea progettuale che ha avuto da subito una forte attinenza con l’attualità: di qui la scelta dell’ambientazione delle scene in un centro per l’immigrazione di prima accoglienza, dove i destini dell’umanità sembrano incrociarsi e all’orizzonte si staglia l’antica storia della nascita, rivisitata in chiave moderna e trasfigurata nella sua emblematicità.

Grande soddisfazione emerge dalle parole del  regista: «Gli studenti si sono lasciati coinvolgere in una performance teatrale che viaggia su due binari: quello dell’emigrazione e delle drammatiche condizioni di vita in un centro di prima accoglienza e quella del racconto della natività di Cristo. Così, nell’immaginario, emergono figure ambigue, traghettate dall’iconografia classica del presepe in un presente drammatico e feroce. Il tutto fuso da una sonorizzazione musicale degli studenti che lega le scene, rendendole intense e cariche di emozioni».

I trenta studenti che hanno partecipato al laboratorio teatrale finanziato nell’ambito del progetto “Aree a Rischio” Benessere e legalità, hanno sperimentato la dimensione unica e polivalente che solo il teatro possiede: comunicare attraverso il corpo e la voce la profondità dei sentimenti umani, che prescindono dalla provenienza etnica e dal credo religioso.

«Sono queste le principali finalità del progetto – sostengono le docenti Isabella Anzelmo e Rosa Anna Ippedico, tutor del progetto – aiutare i ragazzi a sperimentare forme alternative di comunicazione ed espressione partendo anche da testi di alto spessore culturale  come la Divina Commedia di Dante Alighieri (Inferno, IV Canto). Il teatro favorisce lo sviluppo di potenzialità che, in altri contesti strutturati come quello scolastico, stentano ad emergere».

Suggestiva ed emozionante la preghiera per i migranti “Mare nostro che non sei nei cieli” di Erri De Luca, che colpisce dritto al cuore gli spettatori, celebrando uno dei più attuali e drammatici avvenimenti che il nostro Mediterraneo potrà mai raccontare.

La dirigente scolastica, Nunzia Tarantini e il sindaco di Ruvo, Pasquale Chieco, hanno accolto con entusiasmo il tema proposto dagli studenti. «Una grande sfida quella che i giovani lanciano per queste festività: l’auspicio di costruire un mondo migliore dove i diritti umani siano tutelati e garantiti realmente anche in un clima di emergenza migratoria» ha dichiarato il primo cittadino. La scuola è proprio il luogo dove è possibile sperimentare con consapevolezza l’importanza del proprio ruolo e del proprio contributo non solo nelle dinamiche relazionali ma soprattutto nell’impegno sociale.

venerdì 23 Dicembre 2016

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