Spettacolo

Vincenzo, “occhi negli occhi” con Vasco

Elena Albanese
​Il racconto di un ruvese in prima fila al "Concerto dei concerti" del rocker di Zocca al Modena park, dopo una notte in tenda e un'altra trascorsa all'addiaccio ai piedi dell'agognato palco​
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“Un evento mai visto”, “un record mondiale”, “la tempesta perfetta”. Sono solo alcune delle definizioni che hanno accompagnato lo storico concerto di Vasco Rossi tenutosi sabato sera e trasmesso anche in diretta tv su Rai1.

Tra gli oltre 200mila fans giunti al Modena park c’erano anche il ruvese Vincenzo Aruanno e i suoi due amici, per una serata a cui «non potevo mancare», come ci racconta il diretto interessato.

Un amore spassionato, quello per il rocker di Zocca, che li ha portati a superare scomodità, disagi e sacrifici, pur di accaparrarsi la tanto ambita prima fila. A cominciare dal viaggio.

I suoi compagni di avventura «sono partiti il 28 notte con la macchina, io il 29 all’ora di pranzo con il treno – ricorda Vincenzo -. Ci eravamo dati appuntamento alla sera al parco, subito dopo il mio arrivo, per ascoltare il sound check, riservato ai soli iscritti al fan club, ma purtroppo a causa di un incendio lungo i binari nella zona di Foggia il mio treno ha subìto tre ore di ritardo, quindi non ho fatto in tempo ad assistere alle prove.

Ho aspettato che loro uscissero e ci siamo accampati in tenda per la notte fuori dal parco, insieme ad altre centinaia di persone che erano lì, alcune addirittura da un mese, precisamente dal 2 giugno!». Qui hanno trascorso la prima parte di questa straordinaria esperienza musicale, che era però ancora all’inizio.

«La mattina seguente, quindi il giorno 30, smontata la tenda ci siamo messi in coda dalle 9 circa ad aspettare l’apertura del parco, prevista in serata per le 22. E così è stato.
Dopo ben 13 ore di attesa hanno aperto i cancelli e a quel punto è partita la corsa disperata verso “la transenna”…il posto ambìto da tutti i fan in qualsiasi concerto…quella prima fila sotto al palco che ti dà la possibilità di vedere Vasco durante il concerto alla distanza di circa due o tre metri». Un obiettivo da raggiungere, a tutti i costi. Il meritato premio da conquistare lì, ormai a pochi passi. O quasi.

«Dopo una corsa di due chilometri circa, io sono riuscito ad anticipare i miei amici in primissima fila. E ovviamente ho preso il posto anche per loro, che mi hanno raggiunto subito dopo».

Ma perché è così importante?

«Perché ti permette di guardarlo negli occhi mentre canta e si emoziona…cosa che non potresti fare da più lontano…».

Ma alle emozioni del Blasco manca ancora un giorno. «A quel punto è partita un’altra lunga ed estenuante attesa di 21 ore prima dell’inizio del concerto. Ci siamo sistemati nella maniera migliore per trascorrere la notte sotto il palco e sotto le stelle. In tutto potevamo essere circa tre o quattromila persone, tutte accampate per terra come veri e propri senzatetto. Abbiamo cercato di riposare un po’, dato che ci aspettava una lunga giornata da affrontare. È stata dura perché c’era una temperatura di circa 12-15 gradi, però ce l’abbiamo fatta.

Poi all’alba il parco pian piano ha cominciato a riempirsi sempre di più, con gente che arrivava in continuazione. Tra un canto e l’altro, qualcosa da stuzzicare, un giro nei paraggi per sgranchire le gambe, finalmente è arrivato il momento tanto atteso: l’inizio del concerto, o meglio, il Concerto dei concerti».

Tra le numerose esibizioni di Vasco Rossi a cui ha assistito, gli chiedo che posizione occupi nella sua personale classifica quella di sabato scorso. Vincenzo non ha dubbi. «Ovviamente ha la posizione numero uno per tutto: scaletta, palco, ospiti, numero di fan… E non poteva essere diversamente, sia per me che ne ho visti dieci di concerti, sia per chi ne ha visti 30 e forse più».

Un ricordo da serbare gelosamente una volta tornati alla routine quotidiana. «Siamo già rientrati sani e salvi per fortuna, e posso dire che è stata un’esperienza incredibile».

Al di là della musica, «vivere quattro giorni da accampato ti fa capire molte cose che nella vita di ogni giorno per tanti motivi non riesci a vedere. Ovviamente anche in tutti gli altri concerti l’abbiamo fatto, ma “solo” dal giorno precedente, riuscendo sempre a prendere la benedetta “transenna”.

Ma questa volta il contesto ha un sapore diverso: essere in prima fila in un concerto dove sono arrivate 220mila persone è una cosa che non si può raccontare…».

lunedì 3 Luglio 2017

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