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C’erano una volta due materassi…

La Redazione
La loro storia ce la racconta in maniera semiseria un nostro lettore, che ha deciso di condividere le numerose vicissitudini da lui affrontate per il conferimento di alcuni rifiuti ingombranti
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«”Il materasso è la felicità”, cantava allegramente Renzo Arbore una ventina d’anni fa. Ma non è sempre vero. Vi racconto la storia di due materassi che non hanno certo generato felicità».

Inizia così la mail semiseria di un nostro lettore, giunta ieri in redazione, che racconta le vicissitudini da lui patite per il conferimento di alcuni rifiuti ingombranti. Lasciamo alle sue parole la divertente narrazione, che sicuramente farà sorridere. Ma che, come ogni favola che si rispetti, ha anche una morale.

«Avevo due vecchi materassi da smaltire e ho pensato di usufruire per la prima volta del servizio di ritiro gratuito dei rifiuti ingombranti a domicilio. Era il 13 giugno scorso. Presi il volantino distribuito dal Comune di Ruvo in occasione del lancio della raccolta porta a porta dei rifiuti domestici e lì era ben indicato il numero da chiamare per prenotare il servizio. Sul volantino era ben evidenziato che il servizio è gratuito, ma subito pensai: bah, gratuito, paghiamo una tassa salata sullo smaltimento dei rifiuti, ci mancherebbe che fosse pure a pagamento!

Chiamai subito il numero di Asipu e mi rispose una gentile operatrice, informandomi che la prima data di ritiro possibile era il 5 luglio. Risposi prontamente, con leggera ironia: parliamo sempre del 2017 o del 2018? L’operatrice mi spiegò gentilmente che il servizio era già al 100% prenotato fino a quella data e quindi prendere o lasciare. Essendo impegnato per il giorno 5, feci spostare la prenotazione al 6 luglio, oggi (ieri, ndr).

Chiesi a che ora fosse previsto il ritiro e la risposta fu “dalle 10 alle 12”. Replicai che, essendo impegnato con il mio lavoro, non potevo permettermi di aspettare due ore a casa e avrei preferito essere avvisato cinque minuti prima del ritiro, così sarei volato a casa per conferire i due materassi agli operatori. La gentile operatrice di Asipu, pur avendo chiesto e annotato il mio numero di telefono, mi spiegò che ciò purtroppo non era possibile perché gli operatori del ritiro non sono dotati di un cellulare e dunque non possono chiamare il cittadino quando stanno per arrivare.

Tuttavia, venendo incontro alle mie lamentele, mi rassicurò dicendomi che aveva segnato il mio ritiro come il primo della giornata, così non avrei rischiato di aspettare due ore a casa. Non ero pienamente contento, ma accettai il compromesso e salutai ringraziando.

Finalmente oggi è arrivato il 6 luglio e stamattina alle 10 ho lasciato il lavoro e sono andato a casa per dare l’addio ai miei materassi. Ho chiamato subito il numero di Asipu per chiedere conferma dell’operazione e l’operatrice telefonica, sempre molto gentile, mi ha confermato che il ritiro era correttamente inserito nella lista della giornata.

Alle 11:10, dopo aver vegliato per più di un’ora i poveri materassi che stavano per lasciare definitivamente la mia casa, ho nuovamente chiamato Asipu e l’operatrice mi ha risposto “stanno arrivando”. Mi ha anche spiegato che il mio ritiro era il primo della giornata, tutto confermato, e questo ritardo non dipendeva dalla loro organizzazione ma dagli operatori del ritiro. Non ero assolutamente contento della risposta ma ho ringraziato e salutato.

Gli operatori hanno fatto squillare il mio citofono alle 11:40 e hanno ritirato i materassi, il fatidico momento dell’addio! Ho chiesto: come mai a quest’ora se il mio ritiro era il primo della giornata? Risposta telegrafica: “imprevisti”. Non mi è restato altro che osservare i miei materassi salire sul camion che li ha condotti alla loro nuova vita riciclata.

Possibile che questo servizio debba funzionare così nel 2017? – si chiede il povero ruvese -. Tre settimane di attesa, orario di ritiro definito con un intervallo di tolleranza di due ore e nessuna possibilità di avere un contatto telefonico con gli operatori addetti al ritiro? Forse si dà per scontato che dedicare due ore della propria vita a due vecchi materassi non costi niente? Paghiamo una tassa salatissima sui rifiuti e certamente meritiamo molto di più.

Cari amministratori: lavoriamo insieme per una Ruvo che funzioni meglio e se, nonostante gli sforzi, c’è ancora qualcosa che non funziona come dovrebbe, interveniamo subito!

Spero che la storia dei miei materassi serva da indicazione a chi è pagato dai contribuenti ruvesi per gestire questo servizio e a migliorarne prontamente la qualità. Perché il materasso torni ad essere felicità», conclude.

venerdì 7 Luglio 2017

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