Cultura

Ad Alessandro Leogrande e alla sua Frontiera intitolata l’area con la barca a Serrapetrullo

La Redazione
Nella sede della Fondazione "Angelo Cesareo" è stata trasferita, dalla Casa "don Tonino Bello", la barca dell'evento "Mediterraneo senza spettatori: naufragi con angeli"
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Con una cerimonia a Serrapetrullo, la sede della Fondazione Angelo Cesareo, nell’agro ruvese, si è celebrato il trasferimento della barca dei migranti al centro dell’evento “Mediterraneo senza spettatori: naufragi con angeli” dalla Casa “Don Tonino Bello”.

Ne narra Nicola Cesareo, presidente della Fondazione:

«Quella barca che, idealmente, aveva accompagnato, qualche anno fa, l’evento itinerante, con icone su ulivo, della Fondazione ”Angelo Cesareo”, ”Mediterraneo senza spettatori: naufragi con angeli”, sulle tragedie delle migrazioni nel Mediterraneo, e che era stata affidata alla comunità C.A.S.A. ”don Tonino Bello”, è stata collocata nell’area di Serra Petrullo, dove la ”Fondazione”, da qualche tempo, fruisce di una coerente e suggestiva sua sede. In questa estesa ed elevata area premurgiana , che si apre ad un paesaggio che dal Gargano corre alla Murgia e al mare, alle città, la barca, sabato scorso, è stata accolta e depositata da alcuni migranti e cittadini. Alla C.A.S.A. era stata, poco prima, come un corpo che affiora dai nostri fondali, sollevata a spalle dagli ospiti della comunità, e adagiata su un autocarro, che ha percorso, tra ulivi e muretti a secco, un tratto della via don Tonino Bello, giungendo alla sede di Serra Petrullo ”Angelus Novus”. Dove, in uno dei punti più elevati della Serra, accanto ad un albero di fico e a uno di mandorlo, tra pietre affioranti e sassi, dialogherà con il paesaggio murgiano, tra cielo e terra, guardando il mare… Con questo dialogherà ed entrerà in simbolica risonanza…

Del pane e del dolce della sua terra sono stati offerti ai presenti dalla signora Bitshan.

Ad Alessandro Leogrande, coraggioso giornalista pugliese, sempre dalla parte degli ultimi e degli sfruttati dei nostri Sud e Sud del mondo, e alla ”sua” Frontiera, di cui un rappresentante della ”Fondazione” e Raffaella Scarongella del ”Regno di Oz” hanno letto alcuni brani, sarà intitolata quest’area. Un’area di pietre e ulivi in cui aiutare a prendere criticamente,”faticosamente” coscienza, con quei migranti e soggetti marginali delle società e della Storia, delle nuove, terribili e straordinarie nostre/altrui condizioni di esistenza, dei nuovi diritti dei popoli e dei cittadini, degli esclusi. Contro nuove forme di sfruttamento, ”respingimenti”, alienazione. Guardando sempre da altre prospettive, come in una ”piramide capovolta”.

Ma cosa è questa Frontiera? Una Frontiera, come ha scritto Leogrande, in uno dei suoi libri più significativi e umanamente straordinari, è una linea fatta di infiniti punti, infiniti nodi, infiniti attraversamenti. Ogni punto una storia, ogni nodo un pugno di esistenze. Ogni attraversamento una crepa che si apre.È la Frontiera. Non è un luogo preciso, piuttosto la moltiplicazione di una serie di luoghi in perenne mutamento, che coincidono con la possibilità di finire da una parte o rimanere nell’altra. Dopo la caduta del Muro di Berlino, il confine principale tra il mondo di qua e il mondo di là cade proprio tra le onde di quello che, fin dall’antichità, è stato chiamato Mare di mezzo. Se l’angelo della storia (l’Angelus Novus) di Walter Benjamin venisse risucchiato ora, proprio in questo momento, in un vortice che lo sospinge verso il futuro, con la faccia rivolta verso il passato e il cumulo di violenza che si erige incessantemente, vedrebbe innanzitutto il continuo accatastarsi dei corpi dei naufraghi, il vagare dei dispersi nella lotta dei flutti».

martedì 21 Luglio 2020

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