Basket

Gianluca Basile, «mi sa che è arrivato il momento» di smettere

La Redazione
Lo annuncia lo stesso giocatore 42enne in un'intervista rilasciata all'amico e "collega" cestista Matteo Soragna per lagiornatatipo.it
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«Mi sono reso conto che sto bene così, vado a pescare, vado a funghi, mi prendo i miei tempi…»

«Quindi smetti?»

«Mi sa che è arrivato il momento».

E' il dialogo, riportato dal portale di settore lagiornatatipo.it, tra i due cestisti – ed ex compagni di squadra – Gianluca Basile e Matteo Soragna. Il campione ruvese annuncia così il ritiro dallo sport che l'ha reso una vera e propria icona a livello mondiale.

«Baso è pugliese e se passaste una giornata con lui ve ne accorgereste di sicuro perché al telefono con la sua famiglia, o i suoi amici di Ruvo, parla sempre in dialetto ed è uno spasso. La sua storia di giocatore parte proprio da Ruvo di Puglia», scrive Soragni nell'articolo, in cui si ripercorre tutta la carriera dell'atleta.

«Alle scuole elementari dell’istituto salesiano don Bosco, quando avevo 7-8 anni, le suore decisero di chiamare un professore esterno per le ore di educazione fisica – racconta lo stesso protagonista -. Scelsero Biagio Di Gioia, che oltre ad essere prof. di educazione fisica, giocava a basket nell’As Ruvo. Mi innamorai subito di questo gioco. Mi ricordo che a fine lezione tornavo a casa a piedi. Dalla palestra a casa mia c’era più o meno un chilometro di strada, per tutto il tragitto correvo simulando il gesto del tiro.

Un mio amico, Riccardo Chieco, conosceva Virginio Bernardi, l’allenatore di Reggio. Gli chiese se fosse possibile farmi fare un provino per le giovanili continua -. Avevo 18 anni. La Reggiana in foresteria prendeva solo lunghi, i piccoli erano tutti del posto, ce n’erano da buttare. Il livello fisico e tecnico dei miei pari ruolo era notevole, ancora oggi non mi spiego come sia stato possibile. Sicuramente Bernardi influì notevolmente sulla decisione di prendermi parlando con il responsabile del settore giovanile che all’epoca era Giordano Consolini».

Poi il passaggio alla Fortitudo, a Bologna, che diventerà la sua seconda casa. «Era il 31 gennaio 1999». Un anno che porta con sè anche l'oro agli Europei di Parigi, seguito poi dal bronzo a quelli di Svezia nel 2003 e dall’argento olimpico di Atene 2004.

Nel 2008 giunge la chiamata dal Barcellona, «esperienza indimenticabile» coronata dalla vittoria della Euroleague Basketball. Il ritorno in Italia lo porta a Cantù, a Milano e infine in Sicilia, a Capo d'Orlando.

«Che dire, tutto sommato qualcosa nella mia carriera l’ho fatta – conclude il campione -. A questo punto non mi sembra il caso di continuare, si rischia di entrare nel patetico, 42 anni si sentono, fisicamente e soprattutto mentalmente. E’ difficile decidere di smettere con il basket giocato, ma ancora più difficile è renderlo pubblico. Mi sa che lo sto facendo proprio adesso…Grazie a tutti».

E noi, associandoci a Matteo Soragna, rispondiamo «Grazie a te Baso!!».

lunedì 13 Febbraio 2017

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