Politica

Cinque proposte a costo zero di Coldiretti al futuro Governo, le prime adesioni

La Redazione
Hanno firmato il documento i candidati di Forza Italia Luigi Vitali, Francesco Paolo Sisto e Massimo Cassano e di Fratelli d'Italia Filippo Melchiorre, Maria Nocco e Marcello Gemmato
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I candidati di Forza Italia Luigi Vitali, Francesco Paolo Sisto e Massimo Cassano e di Fratelli d’Italia Filippo Melchiorre, Maria Nocco e Marcello Gemmato hanno firmato il Manifesto politico di Coldiretti, che si compone di cinque proposte a costo zero per i primi 100 giorni di Governo.

Etichettatura obbligatoria, istituzione di un Ministero ad hoc per il cibo, semplificazione delle pratiche in agricoltura, trasparenza sulle importazioni e norme rigorose contro i reati agroalimentari. Sono queste le priorità che l’associazione sta ponendo a tutti gli schieramenti politici impegnati nella prossima tornata elettorale del 4 marzo.

L’etichettatura obbligatoria con l’indicazione dell’origine della materia prima per tutti i prodotti alimentari ha costituito a lungo il principale obiettivo di Coldiretti. Attraverso di essa, l’Italia ha dato garanzie di sviluppo ai produttori agricoli e di sicurezza ai cittadini consumatori.

Questa fondamentale chiave di difesa del patrimonio agricolo distintivo del nostro Paese ha contaminato in breve tempo altri sette Paesi dell’Unione Europea che analogamente hanno adottato normative nazionali per l’obbligo dell’etichetta di origine negli alimenti con risultati estremamente positivi per il mercato e per i cittadini.

Tuttavia il regolamento relativo all’indicazione di origine dell’ingrediente cui sta lavorando la Commissione europea tende a sovvertire gli orientamenti e i decreti approvati dal nostro Paese.

Serve inoltre un’unica regia e un unico indirizzo per il cibo italiano: è necessaria la creazione di un solo Ministero (come in Francia) che sovraintenda alle politiche del cibo in Italia, a partire dai produttori per arrivare ai trasformatori, ai distributori e ai consumatori.

Il carico per le imprese agricole derivante da processi burocratici distorti costituisce uno dei principali elementi di malessere e di aggravio competitivo. In riferimento agli iter amministrativi e ai processi di autorizzazione è necessario che lo Stato si concentri prioritariamente sulle sole attività di controllo, valorizzando secondo i princìpi di sussidiarietà il ruolo di semplificazione dei Centri di assistenza agricola, in rapporto diretto con le imprese.

Rispetto alla gestione delle agevolazioni pubbliche (nazionali, regionali e comunitarie) vanno decisamente aumentate le performance dello Stato, delle Regioni e degli organismi pagatori, facendo leva sul ruolo dei Centri di assistenza per velocizzare i processi di erogazione.

La produzione di cibo in Italia e il significativo surplus commerciale legato all’export sono legati in alcune filiere all’esigenza di importare materia prima. Ciò rappresenta spesso l’occasione per creare fenomeni speculativi che si riflettono pesantemente sul prezzo pagato ai nostri produttori. Di fronte ai crescenti casi di allarmismi e scandali alimentari è necessario de-secretare le destinazioni dei flussi di importazione. Occorre inoltre creare un’autorità che vigili sui meccanismi di surrettizio “riscaldamento” dei mercati con la creazione di bolle speculative.

Infine, chi pecca contro il cibo pecca contro i nostri figli: via libera quindi alla legge sui reati nel settore agroalimentare. L’attuale normativa che sanziona chi a vario livello commette frodi, reati e adulterazioni appare del tutto inadeguata alla gravità percepita e reale dei fenomeni. È necessario adeguarla per corrispondere al sentire profondo dell’opinione pubblica e per frenare l’estendersi di aspetti malavitosi (di matrice nazionale e internazionale) in uno dei settori produttivi chiave del nostro Paese.

venerdì 23 Febbraio 2018

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