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Raffaella Caifasso di “Con.te.sto”: «Si rispetti la disabilità». Verso la comunità “autism friendly”

Veronique Fracchiolla
Veronique Fracchiolla
Partendo​ da un triste episodio di scarsa empatia nei confronti di un bambino che soffre di autismo, la Presidentessa dell'associazione auspica una comunità ancor più inclusiva sul modello di Trani
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È un triste episodio di mancanza di empatia e rispetto nei confronti di un ragazzino autistico e della sua famiglia  quello che Raffaella Caifasso, presidentessa dell’associazione Con.te.sto odv, affida alla nostra Redazione.

Un racconto che non è fine a sé stesso perché mette in luce l’urgenza di sensibilizzare all’accoglienza dei più fragili con azioni incisive.

L’episodio è avvenuto al mercato settimanale di Ruvo di Puglia. «Andrea (nome di fantasia) – racconta Caifasso – è un ragazzino con disturbo dello spettro autistico. Come tutti i sabati, ama andare al mercato con la sua mamma, perché quella passeggiata per lui è rigenerante, vitale in questo periodo di pandemia. 

Gli piace guardare le bancarelle, osservare gli oggetti, comprare piccole cose. 

Due sabati fa, Andrea si ferma con la mamma alla solita bancarella e mentre lei parla con il commerciante, lui dice una parolaccia. La mamma, immediatamente, si scusa e chiede ad Andrea di farlo a sua volta, spiegando al commerciante che l'autismo può portare a ripetere parole o frasi ascoltate in altri ambiti in maniera del tutto decontestualizzata, e che quindi non era intenzione del ragazzino offendere.

L'episodio sembrava essersi chiuso lì.

Sabato scorso, Andrea ritorna al mercato con la sua mamma come da abitudine. Mentre passeggiano vengono additati dallo stesso commerciante che, ad alta voce, richiama il ragazzino offendendolo in pubblico e utilizzando la stessa parola che Andrea aveva pronunciato la settimana precedente, dicendo: “Hey xxx, sei tu quel xxx che dice agli altri xxx e lo ha detto a me? La mamma, prontamente, si avvicina al commerciante, chiedendogli di abbassare la voce e spiegazioni sul suo atteggiamento. 

Ma il signore, non pago, ha cominciato a offendere anche la mamma, dando dei maleducati a tutti i componenti della famiglia perché, a suo dire, se un ragazzo utilizza delle parole non consone non è colpa della diagnosi ma della cattiva educazione della famiglia: se fosse stato suo figlio, lo avrebbe rimesso a posto con due ceffoni, gonfiandogli il muso». 

Caifasso fa, poi, un’amara riflessione: «In questo periodo di pandemia, molto ci è stato tolto nelle relazioni umane. Quello, però, che non dovrebbe mai mancare è l'educazione civica, il rispetto delle diversità e l'empatia verso le disabilità. 

Succede purtroppo di dover assistere a scene che ti lasciano l'amaro in bocca e ti rendono lucidi gli occhi. Succede che un uomo, un commerciante grande e grosso, se la prenda con un bambino autistico, colpevole di avergli rivolto una parola offensiva, probabilmente dimenticando o non sapendo che per quel bimbo quella parola non vuol dire assolutamente alcunché, perché molti nostri codici sociali e verbali semplicemente non esistono per chi soffre di autismo. 

E anche se fosse, in ogni caso, prendersela con un bambino non è esattamente il massimo. Siamo senza parole».

Caifasso tiene a precisare che raccontando questo episodio non vuole colpevolizzare un’intera categoria di lavoratori che stanno attraversando innumerevoli difficoltà, a causa della crisi economica da pandemia Covid.

La Presidentessa dell'associazione, in prima linea nella tutela dei diritti dei ragazzi e delle famiglie che convivono con l'autismo, spera, tuttavia, che si diffonda una cultura dell’accoglienza “autism friendly” sull’esempio di Trani, dove sono stati avviati percorsi di formazione ed educazione alla inclusività.

«L'Amministrazione comunale di Trani – spiega Caifasso -, su proposta di Fabrizio Ferrante, attuale vicesindaco, con il supporto del Centro Autismo territoriale BAT, ha sottoscritto un protocollo con associazioni e attività commerciali con cui, a spese della stessa Amministrazione, si formano operatori e personale per la giusta accoglienza delle persone con autismo. A Trani, quindi, città “autism friendly” è possibile trovare commercianti che sanno come gestire eventuali problematiche legate all'autismo».

La Presidentessa di Con.te.sto odv auspica che questi percorsi di formazione possano essere intrapresi in più Comuni, tra cui Ruvo di Puglia che, in realtà, opera già inq questa direzione. Era il 21 marzo, in pieno lockdown,  quando, su sollecitazione della stessa Caifasso, con ordinanza sindacale si disponeva che sarebbe stato consentito alle persone che soffrono di autismo, purché accompagnate, di passeggiare in luoghi distanti anche più di 300 metri dalla propria casa, sempre nel rispetto delle misure di sicurezza antiCovid-19. Un gesto molto apprezzato dalla Presidentessa e dai componenti dell’associazione che donarono una targa in segno di riconoscimento all'Amministrazione.

Un percorso specifico di conoscenza e formazione che investa gli attori di molti settori – dal commercio all’associazionismo, dalla scuola allo sport  – sarebbe, quindi, un passo in più verso la sostanziale inclusione dei più fragili.

 

lunedì 22 Febbraio 2021

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Ciccio Kim
Ciccio Kim
3 anni fa

In fondo, il ragazzino aveva solo detto la verità…

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