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Emiliano sull’Ospedale unico di I livello: «Questa storia è appena iniziata»

Francesca Elicio
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Emiliano ieri a Ruvo
Il presidente della Regione ai medici e ai cittadini: «Mi avete insegnato come proseguire, ora non lascio ad altri questo onere»
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Bisogno di salute, certezza e benessere. E' questa la base da cui è partito Felice Spaccavento per la sua idea di Ospedale unico di I livello. Ieri sera, nel Palacolombo di Ruvo, si è tenuto un incontro che ha visto protagonisti i medici dei presìdi sanitari del territorio, il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e alcuni sindaci dei comuni interessati. 

«Questa è una visione che mette insieme le risorse per poterle rilanciare in una struttura più capace di garantire il fabbisogno di ognuno. Dobbiamo essere testimoni di una coscienza collettiva, partendo dal basso e rendendo il tutto più incisivo», ha introdotto il sindaco Pasquale Chieco. 

Ma facciamo prima chiarezza sulla questione riordino ospedaliero. Sotto questo termine rientra un percorso complesso di adeguamento degli ospedali italiani a standard omogenei di assistenza, qualità, sicurezza, efficacia ed efficienza. Il decreto ministeriale 70/2015 ha stabilito la classificazione delle strutture ospedaliere e i bacini di utenza minimi e massimi per disciplina; a loro volta, possiamo classificare le diverse strutture in ospedali di II livello (con posti letto superiori ai 450), ospedali di I livello (con posti letto tra i 220 e i 240) e ospedali di base (con posti letto tra 72 e 80). Analizzando i dati, si è arrivati alla conclusione che nel Nord barese i posti letto sono soltanto 156, addirittura meno del Sud barese e della Bat. Facendo una statistica, ci sono circa 0,86 posti letto ogni 1000 abitanti.

Secondo la legge di stabilità del 2016, entro il 30 giugno di ogni anno se l'analisi e la valutazione economica rilevano uno scostamento tra costi e ricavi pari o superiore al 10% (o in valore assoluto pari ad almeno 10 milioni di euro) oppure risulta un mancato rispetto dei parametri relativi a volumi, qualità ed esiti delle cure, dal 2017 scatta il Piano di rientro triennale anche per i presìdi Asl.

Da qui, in una lettera aperta ad Emiliano, medici e operatori sanitari hanno cercato di riproporre, migliorandolo, il principio della «politica atta a produrre un cambiamento e rendere felici le persone». Diversi gli interventi e diverse le tematiche proposte all'attenzione del Presidente.

Medici di differenti specializzazioni, diverse anche le motivazioni addotte, ma tutti a favore del progetto del dottor Spaccavento. 

«L'obiettivo da cui partiamo è ridurre le cose mediocri per fare qualcosa di più grande; poniamo quindi l'attenzione su un progetto virtuoso che appare inprenscindibile. Il progetto fu proposto qualche anno fa, ma non fu approvato. La questione rappresenta un disagio anche personale e siamo arrivati al punto che molte figure professionali si accordano tra loro per garantire un servizio. Tutte le scelte sono dettate in modo individuale, siamo pronti a integrarci per garantire una migliore offerta. I nostri numeri non temono un confronto con quelli degli ospedali di I livello. E ricordiamo che i progetti vanno eseguiti con entusiasmo, che porta a nuove prospettive, a nuove tecnologie. Crediamo sia impossibile operare in una struttura che manca di basi, dove anche operare un'ernia al disco rappresenta un rischio. Un reparto vive essenzialmente sulla fiducia di un territorio, e ricordiamo che il reparto di urologia di Molfetta è arrivato settimo a livello nazionale su 352 ospedali; ma purtroppo per operare bisogna spostarsi e il reparto di urologia con posti letto più vicino è a Cerignola, a 90 km da noi.

Ormai si discute sul riordino da 15 anni, e scriviamo questa lettera perchè ci affidiamo a Lei. Noi ci riteniamo servitori dello Stato, siamo pronti ad affidarci a progetti per individuare un contenitore dove queste diverse figure professionali non siano disperse. Ci troviamo in uno stato di immobilità, è importante fare scelte senza far scorrere molto tempo. Un ospedale rafforza un territorio, rafforza la medicina al suo interno. O diamo impulso al territorio, o lo perderemo. C'è bisogno di punti di riferimento che accompagnino i pazienti».

Estremamente forte e deciso l'intervento di Felice Spaccavento: «Non stiamo creando nulla di nuovo, cerchiamo di utilizzare ciò che abbiamo. Abbiamo scritto ad Emiliano, che ci ha ascoltati. E ascoltare vuol dire anche amare. Un ospedale unico non può prescindere dal territorio. Abbiamo una rete da sviluppare, abbassiamo le liste d'attesa. Questo progetto da transcomunale può diventare transprovinciale Chiedo ai politici di condividere con noi questo progetto; facciamo in modo che i nostri bambini, quelli che nasceranno, ci ricordino per il dono della condivisione».

Palese l'approvazione del presidente Emiliano. «Da una lettera aperta ho compreso l'idea del piano di riordino: consentire a un territorio di gestire l'innovazione dell'assistenza. Sono qui con l'intento di costruire una proposta forte in modo da stravolgere il campanilismo. Dovete però evitare di lasciarmi solo. Abbiamo bisogno di una costruzione che preveda la stessa "capa tosta" dell'agricoltore: questa idea realizza al meglio ciò che avevamo pensato.

Aiutate le istituzioni, date suggerimenti: questa storia non finisce qui, anzi è appena iniziata. I problemi non vanno affidati a singoli nomi: se ci sono proposte collettive sono pronto ad ascoltarle tutte. Ho avuto felicità nell'ascoltare i medici e nell'osservare una numerosa presenza: mi avete insegnato come proseguire, ora non lascio ad altri questo onere. Sono io il vostro Presidente, mi avete eletto voi. E devo rispondere direttamente io a voi».

L'incontro ha dunque gettato le basi e aperto probabilmente la lunga strada per la realizzazione del progetto. 

mercoledì 12 Ottobre 2016

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michele vilardi
michele vilardi
7 anni fa

caro Emiliano . , questi bravi e allucinanti propositi. e il reddito di dignità , contrastano di brutto con quello la gazzetta del mezzogiorno scrive oggi, Merc 12 ott, sulla pagina di molfetta ! il dializzato che ha gli arti inferiori amputati non può andare A PIEDI in dialisi , un giorno si e l’altro no ! …. sei anche tu un venditore di chiacchiere ! … la DIGNITA’ cerca di sapere cosa è !