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Luciana Cantatore: «Il mare? La mia pace, la mia calma. Il mio tutto»

Francesca Elicio
​Nel 2014, a 19 anni, si è imbarcata su una nave da crociera. Da allora non ha più smesso. «Non è cosa da poco addormentarsi tra le onde e svegliarsi ogni giorno in una nuova meraviglia di Paese»​
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Bella, coraggiosa e caparbia. È questo il ritratto di Luciana Cantatore, la giovane che a soli 19 anni decide di imbarcarsi a bordo di navi da crociera. Il suo impiego è nello Shorex department di Msc: un dipartimento che si occupa della vendita di escursioni shoreside da proporre ai nuovi ospiti saliti nei diversi porti.

Ma come è nata questa opportunità? «In realtà è nata un po’ per caso, anche se alla fine il caso siamo sempre noi a crearlo», ci racconta. «Lo si crea dalle scelte, dalle proprie visioni del mondo, dalle proprie aspettative mosse dai sogni che in fondo nutriamo e che col tempo maturiamo. Ero in terza liceale e già nutrivo questo desiderio di viaggiare. Il viaggio, le lingue straniere, la scoperta delle culture sono da sempre stati la mia prima passione. Ma dall’età di 17 anni già iniziavo a pensare a come concretizzare questi pensieri. Durante una lezione di lettorato inglese mi ricordo di averne anche parlato con la lettrice, che era rimasta affascinata dall’idea che un giorno avrei potuto viaggiare per mare. Non è una cosa da poco addormentarsi tra le onde e svegliarsi ogni giorno in una nuova meraviglia di Paese. Immagina che tutto questo per un periodo di cinque o sei mesi per contratto. Dieci mesi all’anno, ammesso che tu decida di imbarcarti secondo una linea temporale regolare.

Dopo gli esami di Stato non avevo proprio le idee chiare su cosa fare nel mio futuro più immediato. Ero solo quasi tormentata da questo desiderio irrefrenabile di partire. Dopo aver superato il test per diventare flight attendant su voli Ryanair e dopo aver rinunciato ai corsi di formazione che richiedevano costi abbastanza esosi, avevo anche deciso di intraprendere la facoltà di Lingue a Bari, ma non ero né soddisfatta, né contenta, forse perché sapevo che quella sarebbe stata solo una scelta di ripiego. Ero su un treno di ritorno a casa quando, smanettando tra i vari siti, un bando di concorso per nuovi imbarchi su navi Costa mi aveva fin troppo incuriosita. Così sono partita alla volta del capoluogo ligure per vari colloqui e selezioni. Dopo poco tempo mi ritrovavo a far parte di quei 20 ragazzi pronti per la formazione nell’ambito del Guest service. La compagnia genovese posso considerarla il mio trampolino di lancio, ma ho concretizzato la mia prima vera esperienza lavorativa grazie ad Msc la quale, dopo i colloqui di selezione, mi ha da subito proposto un contratto nel dipartimento escursioni, come International tour hostess.

Mi sono imbarcata per la prima volta a 19 anni. E da quel 3 agosto 2014 non ho mai smesso di navigare. E’ davvero una data da ricordare quella lì, come tutte le date belle che segnano l’inizio di un cambiamento, di una nuova aria da respirare, ogni nuovo orizzonte da poter vivere. Quel mio primo contratto è stato davvero l’alba di un sogno. La talassofilia mi scorre da sempre nelle vene. Il mare è da sempre la mia droga di benessere. La mia pace, la mia calma. Il mio tutto. E resterà sempre la mia poesia più bella. L’inchiostro più indelebile che la mia pelle possa assorbire, come un tatuaggio dell’anima».

Del suo lavoro, Luciana ci dice che ama la duttilità e la possibilità di visitare le attrazioni più belle ed imperdibili di ogni Paese. Lo considera la posizione migliore a bordo di questi colossi.

Per lei questo è un sogno che diventa realtà. Ci racconta che avrebbe voluto fare la giornalista, ma in realtà le cose sono andate diversamente. «Quando si è piccoli si sogna per gioco, ma con quel gioco si cresce. Di sicuro le idee cambiano, col tempo si arricchiscono, ci sono priorità e scelte a cui la vita ti chiede di far fronte. In generale non ho mai del tutto accantonato l’idea di realizzare anche i più piccoli sogni che mi possano aver attraversato l’anima. È come avere una wishing list da smarcare a più non posso, con pazienza e dedizione. L’idea di viaggiare nasce da un regalo di un remoto Natale: un mappamondo. É da lì che già decidevo in parte le sorti del mio futuro. Adoro il mio lavoro, mi regala viaggi, scoperte e avventure, oltre a esperienze da un punto di vista linguistico professionale. E poi c’è il mare, la mia fonte prima di ispirazione e benessere, sempre lì, qualora dovessi averne bisogno. Di sicuro la mia vita non è perfetta. Perfetta sarà stata la scelta in questo particolare periodo della vita; per cui no, se dovessi tornare indietro nel tempo, non rifarei nulla di diverso. Ad ogni modo, il passato non si può modificare e tutto ciò che accade ha un motivo nascosto che nessuno sa a priori. È il futuro che potrò cambiare. E di certo dal futuro mi aspetto tanto. Sappiamo bene che ognuno vive nel proprio tempo e qualsiasi scelta libera si faccia, la si fa nel tempo che la vita ci ha riservato.

Luciana ha mostrato davvero tanto coraggio. Poco più che maggiorenne, ha ritenuto più importante seguire il cuore e la voglia di intraprendere nuove esperienze piuttosto che la paura di ciò che potesse accadere. «La vita di bordo», ci racconta, «non è semplice, soprattutto i primi tempi sono un tantino esigenti. Richiedono un forte spirito di adattamento e un carattere altamente duttile, oltre che paziente e disponibile. Ma mi sono inserita abbastanza in fretta e con la routine abitudinaria tutto diventa più semplice».

La famiglia, gli amici, gli affetti. È questa la parte più difficile da gestire. Fortunatamente la vita di bordo permette di non sentire troppo la mancanza della propria casa, ma Luciana cerca di mantenere ogni tipo di contatto possibile. Anche condividendo una foto sui social, sa che la famiglia è felice e la sente accanto a lei. «A bordo si vive in maniera fortemente intensa e si perde la cognizione del tempo. Si rinuncia grosso modo ad una stabilità, quella comoda sicurezza a cui è davvero difficile dire basta, una volta raggiunta. Ci si può trovar dinanzi anche a dover rinunciare a un amore, perché magari hai trovato il tuo porto sicuro, ma la tua nave deve navigare e non è ancora pronta a fermarsi. Per il momento ho rinunciato agli studi universitari. L’esperienza più bella e formativa è quella che si impara fuori dai libri di testo, quella che si tocca con mano, quella che cresce nutrendosi di nuovi colori, sapori e odori ai cinque sensi dell’anima. D’altro canto però queste rinunce scatenano un desiderio di indipendenza non poco indifferente».

Se non fosse partita? Cosa sarebbe successo? «Con i se e con i ma non sono molto in simbiosi. Le possibilità potrebbero essere davvero tante. Probabilmente avrei continuato l’università o forse avrei puntato su qualche pazza avventura all’estero o magari sarei entrata in qualche associazione di volontariato. Di sicuro la mia scelta sarebbe derivata sempre e solo dal cuore. Come sempre ci sono pro e contro ovunque. E i miei contro più importanti sono esattamente le rinunce che ho fatto. Certo, giriamo il mondo e conosciamo posti davvero impensabili. Sono passata dal Cristo Redentore di Rio de Janeiro a Casapueblo di Punta del Este in Uruguay, dalla famosa Alhambra di Granada nel sud della Spagna a Buenos Aires, conosciuta come la Parigi dell’America Latina, dal deserto dell’Oman alle capitali baltiche, attraversando il canale di Suez dopo aver toccato Petra, una delle nuove meraviglie del mondo, per citarti degli esempi. Il viaggio è senza dubbio il primo fattore utile di conoscenza. Vogliamo anche parlare di certe opere d’arte da ammirare nel cielo quando l’orizzonte si tinge di rosso, nel momento più bello del giorno mentre sei in navigazione verso nuovi lidi?! Considerando che il più delle volte non vedrai mai alba e tramonto nello stesso porto. Non ho una laurea per fare ciò che faccio. Ma la conoscenza delle lingue è estremamente importante. Durante la stagione brasiliana ho anche imparato il portoghese, che mi è piaciuto troppo sin da subito. E il contatto con il guest è sempre motivo di miglioramento».

La Puglia, i suoi colori, i suoi sapori sono ciò che a Luciana manca di più. «Posso conoscere il mondo, amare il dettaglio minimalista di un nuovo angolo del pianeta, ma la Puglia è uno stile di vita, un sentimento, una passione. Sarò anche ovunque, ma mai come a casa. E per adesso ci torno spesso, ogni volta che finisce un contratto. É lì, dove c’è la mia famiglia che mi aspetta».

E ai giovani cosa consiglia? «Di prendere le decisioni con il cuore. Dovete sentirla dentro la voglia di andare, di sentirvi cittadini del mondo, di avere un animo cosmopolita. Il mio primo consiglio è: viaggiate. Col cuore, con l’anima. Siate gli occhi di chi non può uscire dal proprio nido. Viaggiate per tornare, condividere e migliorare. E come dice uno dei miei scrittori preferiti contemporanei, ciò che auguro sono gli errori di felicità. Quella non si tocca. E c’è sempre una felicità più grande di un’altra a questo mondo. Va soltanto cercata».

Per chi volesse seguire i viaggi di Luciana, può farlo attraverso il suo profilo instagram.

martedì 18 Luglio 2017

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Grazia Di Rella
Grazia Di Rella
6 anni fa

Fantastica!

amenduni francecso
amenduni francecso
6 anni fa

vjatattajk, io mi sveglio nella stessa m**** di posto ogni giorno…

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