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Francesco De Palo: i radar, i premi e «il pacco da giù»

Elena Albanese
28enne ruvese, brillante ingegnere, lavora a Roma per la Rheinmetall Italia, azienda leader nel settore. A ottobre scorso, a Norimberga, in Germania, ha vinto il prestigioso EuRAD Young Engineer Prize
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Francesco De Palo ha compiuto 28 anni lo scorso 8 ottobre. Ruvese, diplomato nel 2008 all’itis Jannuzzi di Andria in Elettronica e Telecomunicazioni, si è poi laureato nel 2011 al Politecnico di Bari in Ingegneria delle Telecomunicazioni. Ma non si è fermato. «Ho proseguito gli studi magistrali all’Università “Tor Vergata” di Roma, in quella che allora si chiamava Ingegneria delle Tecnologie di Internet, oggi solo Ingegneria di Internet». Francesco si racconta e ripercorre la sua giovane ma già ricca storia umana e professionale all’indomani di un importante premio internazionale vinto a Norimberga, in Germania. «Nonostante il nome “Internet”, il mio percorso ha visto poche reti e protocolli e tante antenne e radar». Sarà proprio quest’ultimo, infatti, uno degli elementi chiave della sua carriera. «Non era nei piani, ma al primo corso di “Fondamenti di radar” i professori mi fecero appassionare alla materia, tanto da scegliere in seguito, facoltativamente, altri due esami più specifici: il primo sulla “Navigazione (Gps, Traffico aereo e marittimo)” e il secondo chiamato “Sistemi radar”, che guardava il radar dal punto di vista della sua progettazione e componentistica e il suo utilizzo nella difesa militare.

Mi sono laureato nel 2014 con il massimo dei voti discutendo la tesi dal titolo “Analisi e sintesi di forme d’onda per Noise/MIMO radar”. Subito dopo il professore mi propose il dottorato, e non ci volle molto affinché io accettassi. Durante i tre anni del dottorato ho continuato con lo studio del Noise radar, approfondendolo e arricchendolo di aspetti molto interessanti, viaggiando molto e partecipando a tante conferenze internazionali, prendendo attivamente parte anche a uno gruppo Nato».

Tanta passione e tanto impegno gli hanno consentito di proporsi subito con successo nel mercato del lavoro, ancor prima di terminare gli studi. «Tre mesi prima di finire il dottorato inviai il curriculum a Rheinmetall Italia, azienda leader nel settore dei radar di difesa aerea. Per chi studia radar all’università, la Rheinmetall è l’azienda più ambita se si desidera continuare a crescere nel settore dal punto di vista industriale. Ottenni subito il colloquio e poi, pochi giorni dopo la fine del dottorato, l’assunzione.

Non nego che la lotta tra continuare la carriera universitaria ed entrare nel mondo aziendale è stata dura. Da sempre sono stato particolarmente attratto dall’insegnamento e mi sarebbe piaciuto intraprendere la carriera scientifica, ma anche ho sempre sognato di lavorare in un’azienda che mi permettesse di produrre quel “pezzo di ferro” che funziona veramente. Teoria e pratica, modelli matematici e problemi di fattibilità reale: l’eterna battaglia tra la mente e le mani. La prima che governa le seconde e le seconde che dirigono la prima nella giusta direzione: inseparabili compagne di viaggio».

Lavora per Rheinmetall da meno di un anno. «Il mio ruolo in azienda – spiega – è di sistemista radar: mi occupo di progettazione e integrazione dell’intero sistema, non solo del sensore radar. Questo mi dà la possibilità di avere una visione d’insieme di “alto livello”, che non vuol dire “superiore agli altri”, ma “funzionale a macro blocchi di tutto il sistema”. In questa esperienza, tutto sommato nuova nonostante il bagaglio di formazione acquisito, spera «di non perder nulla di ciò che all’università mi è stato insegnato, soprattutto quel bel modo di operare che eredita i tratti del metodo scientifico. Oggi ho ancora tante cose da imparare e spero, in un domani non troppo lontano, anche da poter insegnare».

Dal 2012 vive nella Capitale, dove è in buona compagnia. «Anche la mia ragazza ha studiato e lavora qui a Roma, quindi potrei definirla ormai come la nostra città. A Roma ci siamo laureati e abbiamo trovato lavoro, ma restiamo sempre legati alle nostre origini, scolpite indelebili nel nostro modo di parlare (epiche le rimpatriate di pugliesi qui a Roma in lingua autoctona!), nei nostri progetti insieme e soprattutto nelle nostre dispense di cibo, con il mitico pacco da (gg)giù. È sempre festa quando arrivano i taralli!».

I riconoscimenti internazionali

Nell’ambito dei radar, nel 2015 a Varsavia, in Polonia, Francesco De Palo ha ottenuto il premio come “The most innovative implementation of a novel signal processing technique in practice”.

Lo scorso ottobre ha bissato, ricevendo un importante riconoscimento durante la 14esima edizione del prestigioso EuRAD Young engineer prize, che quest’anno si è svolto a Norimberga, in Germania.

EuRAD sta per European microwave week, ed è l’acronimo di una conferenza per lo più a taglio europeo dedicata al mondo dei radar, sia per applicazioni civili che militari. Nell’ambito della conferenza, si tengono due competizioni che premiano altrettanti lavori distintisi per innovazione e maggior rilevanza nella comunità mondiale. Uno di questi è – appunto – lo “Young engineer prize”, a cui possono partecipare i ricercatori con età inferiore ai 30 anni che hanno dato il maggior contributo al lavoro svolto, e il cui nome compare come primo nella lista degli autori. Inoltre, è necessario che lo studio venga presentato personalmente durante la conferenza.

I concorrenti di Francesco provenivano da Germania, Cina, Corea, Stati Uniti, Giappone, Svezia, Olanda,Polonia…insomma, da tutto il mondo. Hanno affrontato tre step di selezione: un primo setaccio ha eliminato i lavori con argomenti di bassa rilevanza, il secondo ne ha scelti sette tra quelli che riportavano i risultati più eccellenti. Infine l’ultimo passaggio che ha valutato, in fase di presentazione in conferenza, la chiarezza espositiva e la completezza delle risposte alle domande sollevate dal pubblico di esperti del settore. Il giovane ingegnere ruvese li ha superati tutti. E con successo. «Ho vinto con l’articolo intitolato Range sidelobes attenuation of pseudorandom waveforms (autori F. De Palo, G. Galati)», che propone «una tecnica molto particolare» per eliminare i cosiddetti “lobi laterali” (in inglese sidelobes) del radar attraverso l’uso di segnali (waveforms) creati con campioni di rumore. Insomma, roba da geni che noi poveri profani facciamo davvero fatica a comprendere. Ma pazientemente e simpaticamente, il nostro promette ai più curiosi (e coraggiosi) «di essere disponibile per una chiacchierata esplicativa».

Oltre alla soddisfazione personale e del suo gruppo universitario di RadarLab («professionalmente sono partito da lì e sempre sarò loro grato»), ha ricevuto «un bel diploma da appendere in ufficio, un premio in denaro e l’iscrizione annuale a una rivista scientifica».

Da giovane professionista che non dimentica le sue origini, dedica questo importante traguardo «sicuramente a mio padre e mia madre, che nella breve carriera scientifica sono stati i miei primi professori. In secondo luogo al professor Galati dell’università “Tor Vergata” e a tutto il RadarLab, credo sia tutto loro il merito di avermi trasmesso l’entusiasmo per la materia».

giovedì 7 Dicembre 2017

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Beatrice De Palo
Beatrice De Palo
6 anni fa

Vai sempre avanti a raggiungere le tue mete, ma resta sempre quello che sei.

Giacomo Fracchiolla
Giacomo Fracchiolla
6 anni fa

Grande Francesco.
Ti aspettiamo presto a Ruvo.
Sesto Senso e la sua famiglia ti aspettano per complimentarsi personalmente. Ciao

Gianni Lopez
Gianni Lopez
6 anni fa

Vai Francesco! Ma qualche volta torna in quel di San Giacomo Apostolo a deliziarci con il tuo Ukulele…

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