Il carcere dei Pagliarelli di Palermo sarà intitolato ad Antonio Lorusso, l’appuntato ruvese della Polizia Penitenziaria assassinato il 5 maggio del 1971 nel capoluogo siciliano, in via Cipressi, assieme a Pietro Scaglione, il primo magistrato ucciso dalla mafia, insignito della medaglia d’oro al merito della redenzione sociale per il suo impegno umanitario sul tema delle carceri.
La cerimonia di intitolazione si terrà domani alle 11 a Palermo.
Nato a Ruvo di Puglia nel 1929, sposato e padre di due bambini, Lorusso aveva 42 anni quando fu ucciso. In una nota del 1964 indirizzata all’Amministrazione carceraria di Palermo, il procuratore della Repubblica Scaglione aveva scritto parole di elogio su di lui, a cui era legato da un rapporto di stima che era peraltro ricambiato.
Un paragrafo del saggio “Vivi da morire”, scritto dai giornalisti Piero Melati e Francesco Vitale, è dedicato proprio all’agente ruvese, “cantato” anche dal cantautore siciliano Colapesce: “Mi presento. Sono l’agente di custodia Antonio Lorusso. Mi ammazzarono con il procuratore Scaglione, in via dei Cipressi a Palermo. Era il 1971. Dalla direzione delle carceri ero stato designato ad accompagnare il giudice. Quello del dottore fu il primo delitto eccellente. Si sa che genericamente fu la mafia, nella persona del primo capo dei corleonesi, Luciano Liggio a decretare la nostra esecuzione. Ma al gran ballo del nostro omicidio, c’erano tutti, li vidi in faccia i futuri padrini di cosa nostra. E io ci ho perso la vita”.