Lo scorso gennaio, un veicolo di proprietà dell’Asipu che trasportava il secco residuo proveniente dalla nostra città nell’impianto di trattamento Rsu di Conversano è risultato positivo al controllo radiometrico. In altre parole, conteneva materiale radioattivo, nello specifico isotopo del sodio Na-22. Per questo motivo, il mezzo è stato posto in quarantena in un luogo recintato all’interno della struttura, dove si trova tuttora, in attesa dello smaltimento finale della sorgente pericolosa.
A occuparsene ora, con una spesa di 3.599 euro a carico del Comune, sarà la MITAmbiente srl di San Giuliano Milanese, una delle poche società autorizzate a livello nazionale per l’esecuzione dell’attività richiesta. Essa interverrà per il prelievo e il trasporto, con successiva emissione di regolare certificato di presa in carico, dopo che la squadra specializzata NR (Nucleare Radiologico) del Comando provinciale Vigili del Fuoco di Bari avrà provveduto al recupero, all’isolamento e alla messa in sicurezza della sorgente. La decisione è stata presa con una determina dello scorso 20 marzo.
Della questione si è discusso anche nell’ultimo Consiglio comunale, su sollecito del consigliere d’opposizione Damiano Binetti, il quale ha chiesto chiarimenti in merito all’assessore Giordano, promettendo di seguire personalmente l’evolversi della situazione.
A tranquillizzare (in parte) i cittadini è invece Mario Paparella, consigliere comunale di maggioranza già delegato all’igiene urbana. «Mi preme precisare – scrive in merito alla vicenda – che dalle misurazioni effettuate dell’esperto qualificato e nominato dalla società gestore dell’impianto di trattamento Rsu di Conversano non si paventa alcun rischio di esposizione per la popolazione e non vi è una radioattività emergente maggiore al fondo naturale di radiazioni.
A valle delle operazioni di isolamento della sorgente da parte dei Vigili del Fuoco – prosegue poi -, si renderà indispensabile e necessario da parte del Comune di Ruvo di Puglia provvedere a denunciare quanto è accaduto agli organi competenti al fine di intraprendere un percorso, anche a ritroso, che ci permetta di capire le cause e individuare le responsabilità».
Consigliere Mario Paparella, noi non temiamo il “carretto” posto in quarantena, noi vogliamo SAPERE da dove proviene quel materiale. La sua frase: “non si paventa alcun rischio di esposizione per la popolazione” non ci tranquillizza affatto.
“… non si paventa alcun rischio di esposizione per la popolazione e non vi è una radioattività emergente maggiore al fondo naturale di radiazioni….” e allora a che pro tutte queste operazioni tra l'altro costose???
Forse qualcosa c'è altrimenti perche ? L'articolo su .