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Servizi cimiteriali, le domande della Flamma ardens al Sindaco

La Redazione
Ripercorso l'iter causa delle anomalie. «L'Amministrazione ha deciso un affidamento in house che prevede il raddoppio delle tariffe, sopravvaluta gli introiti, non dispone di personale specializzato»
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Non accenna a placarsi la polemica relativa alla gestione delle utenze votive del cimitero cittadino. Dopo la denuncia della Flamma ardens e la risposta del Primo cittadino su Facebook, l’azienda replica nuovamente alle dure accuse di Chieco, definendole in una nota un «dotto mixage di menzogne, diffamazioni e insulti opposti a una composta iniziativa tesa a ottenere il ripristino immediato di un servizio pubblico (peraltro indotta dalle pressioni di numerosi utenti)».

L’azienda ripercorre dunque tutte le tappe della contestata gestione, che coinvolgono ben tre amministrazioni.

Nel maggio 2006, «senza aver ancora individuato un nuovo gestore del servizio, il Comune chiede al giudice di intimare alla Flamma ardens la consegna dell’impianto. Il giudice respinge la richiesta con un’ordinanza (in foto, ndr)». Ordinanza confermata in appello, che vede il Comune condannato alle spese processuali e a un congruo risarcimento. «A séguito di tale ordinanza, l’Amministrazione avrebbe dovuto o individuare immediatamente un nuovo gestore, o stipulare con quello uscente un contratto a valere fino all’individuazione di un sostituto: unico strumento, quest’ultimo (invano proposto da questa società fin dall’8.5.2006), che avrebbe scongiurato l’anomalia della gestione di fatto del servizio.

Invece, fino al 31.07.2017 (dunque, per oltre 11 anni) due Amministrazioni e tre dirigenti, pur ripetutamente invitati dall’azienda a riportare il servizio nell’àmbito della legalità, invocando un contenzioso che non ha mai riguardato l’individuazione di un nuovo gestore, non hanno mai assunto alcuna decisione. Sono state dunque quelle figure istituzionali a porre le condizioni di una così lunga gestione di fatto, gestione peraltro fruita con economicità, efficacia, efficienza dai cittadini, con le tariffe più basse d’Italia. Ma c’è di più: quegli stessi dirigenti e amministratori che nulla facevano per interromperla, ostentavano un bizzarro misconoscimento della gestione di fatto del servizio mentre se ne servivano ampiamente.

Questo stravagante rapporto intrattenuto così tanto tempo con un servizio pubblico a rilevanza economica ha generato due anomalie: il rifiuto da parte del Comune di introitare i proventi del servizio puntualmente offerti da questa società; e la manutenzione straordinaria, le migliorie, l’ampliamento dell’impianto effettuati dalla società stessa a sue spese. Sono state, dunque, queste due anomalie, delle quali il Comune è unico responsabile, ad aver generato quel contenzioso che ancora oggi impedisce di affidare il servizio a un nuovo gestore.

Tanto è vero che, nella recente delibera di affidamento dei servizi cimiteriali alla Ruvo servizi (28.3.2018), il Comune ha escluso l’illuminazione votiva, riconoscendo ancora una volta la gestione di fatto “nelle more della definizione del contenzioso con la società Flamma ardens”. Per consentire al Comune di affidare alla Ruvo servizi la gestione delle luci votive, l’azienda dovrebbe, insomma, regalargli quel che in 11 anni, a sue totali spese, ha manutenuto, accresciuto, migliorato: opere sotto gli occhi di tutti (ampliamento delle reti, trasformazione a led, manutenzioni straordinarie spesso provocate da lavori comunali), che hanno fatto funzionare e crescere il servizio, mentre dirigenti e amministratori (anch’essi utenti!) fingevano che non esistesse. Dunque, se il Comune vanta crediti (che la Flamma ardens non gli ha mai negato, ma che esso si è rifiutato di introitare, talvolta addirittura restituendoli), altrettanti ne vanta la Flamma ardens.

Sindaco, se Le riesce, provi innanzitutto a smentire questo incredibile esempio di mala gestio cittadina – proseguono rivolgendosi direttamente al Primo cittadino -. Tutto questo è accaduto prima che Lei si insediasse a palazzo Avitaja. Da Sindaco in carica, invece, spieghi ora ai concittadini e agli sciacalli che, disinformati e impuniti, scorazzano sui social: come mai Lei, convinto fino alla diffamazione che la Flamma ardens goda di “privilegi illegittimi e vecchi di anni” non ha, appena informato dello status quaestionis, intrapreso un’azione legale per ottenere l’immediata consegna dell’impianto e snidare quei privilegi? E come mai è stata, invece, la Flamma ardens ad aver portato l’Amministrazione in tribunale per ottenere un giudizio sulle sue rivendicazioni: giudizio che in due anni il Comune ha chiesto per ben cinque volte di rinviare, mostrandosene timorosa e, soprattutto, ritardando così, essa stessa, la fine alla gestione di fatto del servizio?

Ora, le risposte a queste domande stanno tutte in quel che sta accadendo da quando i servizi cimiteriali sono stati affidati alla Ruvo servizi. Stanno, quelle risposte, nel tentativo del Comune di imboccare un’insidiosa scorciatoia illegale che innanzitutto danneggia i cittadini: quella di far terra bruciata intorno alla Flamma ardens non consentendole di illuminare i nuovi loculi e di ripristinare le reti danneggiate. Vuol dire, cioè, usare metodi illeciti che si abbattono innanzitutto su migliaia di utenti privandoli del diritto alla continuità del servizio e delle loro attese affettive; privare il Comune dei relativi proventi, e correre persino il rischio di creare una disaffezione dal servizio, che finirebbe col danneggiare lo stesso gestore subentrante. Questa linea di condotta, egregio Sindaco, eminente giurista e professore, nella lingua del Diritto ha un nome: interruzione punibile di un pubblico servizio; nel sistema etico del buon governo è una cinica violazione dei diritti dei cittadini.

E per il bene dei cittadini la Flamma ardens La esorta, quindi, a non impedirle di adempiere ai suoi doveri di gestione finché questa non verrà legalmente affidata ad altro gestore. E La esorta anche a rispettarla in questo delicato compito, non a offenderla e diffamarla. Anche la nuova gestione, peraltro, è cosa, come Lei ben sa, non facile da attuare, visto che l’Amministrazione ha deciso un affidamento in house alla Ruvo servizi che prevede il raddoppio delle tariffe, sopravvaluta gli introiti, non dispone di personale tecnico specializzato, non sa come reperire 900mila euro per rifare l’impianto (come denunciato al Tar): tutto in violazione dei criteri di economicità e convenienza imposti dalla normativa nazionale ed europea agli affidamenti in house. E su quest’ultimo punto la Flamma ardens non può non porle un ultimo quesito: perché la Civica Amministrazione ha scelto di finanziare (non si sa ancora come) questo esosissimo impianto tradizionale bocciando invece quello presentato tempo fa dalla nostra società che, con la procedura del project financing, ovvero senza costi per la pubblica amministrazione, proponeva, nella limpida forma dell’evidenza pubblica, la realizzazione di un nuovo impianto ad energia rinnovabile?».

venerdì 18 Maggio 2018

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