Ieri pomeriggio, con una sobria ma toccante cerimonia, la scuola “Bovio” è stata ufficialmente riaperta dopo i lavori che l’hanno interessata per circa due anni.
Quella restituita ad alunni, insegnanti e collaboratori, e con loro alla città tutta, è «una scuola più bella, ma innanzitutto una scuola più sicura», ha detto il dirigente Giuseppe Quatela nel suo breve discorso di benvenuto. E ha riconosciuto all’attuale amministrazione di aver fatto «scelte coraggiose, in alcuni frangenti anche impopolari». Gli ulteriori interventi che si sono resi necessari hanno infatti comportato tempi piuttosto lunghi di realizzazione a causa delle necessarie procedure burocratiche. Si tratta infatti di un edificio storico, per il quale è stato indispensabile il coinvolgimento della Soprintendenza.
Ma ora finalmente la comunità scolastica, che comunque in questo tempo «non ha perso la sua identità», torna a casa nella sua sede naturale.
«È stato un esempio di buona amministrazione e di sinergia tra le forze», ha concluso il preside.
Una considerazione naturalmente condivisa anche dal sindaco Pasquale Chieco. «È proprio bello oggi, sono un uomo felice, sono soddisfatto – ha detto commosso dopo l’esibizione dei bambini -. Sono orgoglioso, perché ho fatto quello che andava fatto.
L’ingegner Gramegna non è andato in vacanza – ha ribadito ai presenti – perché avevamo fatto una promessa. E l’abbiamo mantenuta».
L’invito è dunque a vivere e a trattare questo luogo davvero come un bene comune, prendendosene cura.
Molto applaudita la declamazione di due poesie in vernacolo recitate da Pietro Stragapede, maestro per 40 anni in quella che ha definito “la scole de la vie de Quarote”. A lui si deve anche il ricordo di Isa Cantatore, collega scomparsa solo poche settimane fa.
La serata si è conclusa con l’inno “Bovio scuola mia” e un piccolo rinfresco. E da domani si torna finalmente sui banchi