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Il “Tannoia” si colora di rosso: “nessuna conseguenza”

La Redazione
G​li alunni del Tannoia, seduti su una panchina rossa, hanno espresso emozioni con la poesia. Intensa testimonianza di Rosa Maria Scorese, sorella di Santa, vittima di femminicidio
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Sabato 30 novembre un altro appuntamento targato ITET Tannoia presso la sede di Ruvo di Puglia, in occasione della ricorrenza della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, sul tema della violenza di genere e della violenza domestica.

All’incontro hanno partecipato la prof.ssa Rosa Maria Scorese, sorella di Santa Scorese, vittima di femminicidio; l’avvocata Anna Cutrone; Celeste Petrelli, psicologa psicoterapeuta del Centro Antiviolenza “RisoprirSi”; Monica Filograno, assessora alla Cultura e alla Pubblica Istruzione del Comune di Ruvo di Puglia.

In apertura dei lavori, moderati dalla prof.ssa Emilia Papapicco, la dirigente scolastica Nunzia Tarantini ha sottolineato l’importanza dell’educazione per la crescita della consapevolezza della gravità del fenomeno della violenza contro le donne e che la parità di genere, il rispetto reciproco e la soluzione non violenta dei conflitti sono alcuni dei valori fondanti il Curricolo verticale di Cittadinanza e Costituzione, di cui l’Istituto si è dotato.

Nel corso dell’incontro sono state lette alcune pagine del diario di Santa Scorese, pubblicate nel libro “Santa che voleva solo vivere” di Alfredo Traversa ed è stata proiettata una clip tratta dal film “Santa subito” di Alessandro Piva, vincitore della XIV edizione della Festa del Cinema di Roma 2019.

La testimonianza appassionata di Rosa Maria, sorella di Santa, ha restituito ai presenti il ritratto di una giovane donna profondamente religiosa e “straordinariamente ordinaria e ordinariamente straordinaria”.Santa Scorese può definirsi la prima vittima di stalking in quanto la sua giovane vita è stata interrotta drammaticamente il 15 marzo del 1991, per mano di un uomo che per tre anni è stato il suo persecutore, senza che lo Stato riuscisse a proteggerla nonostante le ripetute denunce della famiglia. Oggi Santa è venerata dalla Chiesa come “Serva di Dio” e il suo diario, espressione del suo continuo “carteggio d’amore” con Dio, costituisce la prova della causa di beatificazione in corso presso la Congregazione vaticana per le cause dei Santi.

Se nel caso di Santa Scorese la violenza è stata agita da un uomo a lei sconosciuto che l’aveva scelta come “vittima sacrificale” dei suoi deliri, i dati ISTAT 2019 ci dicono che nell’ 82% dei casi la violenza viene perpetrata da uomini conosciuti e legati sentimentalmente alla vittima, ha sottolineato Petrelli, coinvolgendo gli studenti in un dibattito interattivo sulle cause e le forme di violenza, da quella fisica, a quella sessuale, psicologica ed economica. I centri Antiviolenza, ha proseguito Petrelli, offrono un servizio territoriale di supporto e assistenza alle donne vittime di violenza e ai loro figli, contribuendo a realizzare quella rete nazionale di protezione sociale della cui necessità parla la Convenzione di Istanbul del 2011, il primo strumento internazionale giuridicamente vincolante volto a creare un quadro normativo completo a tutela delle donne contro qualsiasi forma di violenza.

Cutrone è poi intervenuta sul tema degli orfani delle vittime di femminicidio e di violenza domestica mettendo in evidenza la devastazione psicologica dei figli delle donne vittime di violenza, che spesso assistono all’omicidio della propria madre, e le difficoltà relative alla loro assistenza morale e materiale conseguenti all’evento delittuoso a causa della perdita di entrambi i genitori, l’una perché uccisa l’altro in quanto in carcere, o talora suicida. Per arginare tale situazione il legislatore è intervenuto con la legge n. 4 del 2018 “Modifiche al codice civile, al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni in favore degli orfani per crimini domestici” prevedendo, tra le altre misure, il gratuito patrocinio e l’assistenza sanitaria gratuita a favore degli orfani delle vittime.

Monica Filograno ha sottolineato la profonda matrice culturale e sociale del fenomeno della violenza contro le donne fondata su sessismo, pregiudizi, stereotipi sui ruoli di genere, da cui non è immune anche il linguaggio della politica e dei media in genere. Il Comune di Ruvo di Puglia, ha continuato l’Assessora, è impegnato attivamente nella promozione della parità di genere e nel contrasto alla discriminazione e agli stereotipi fondati sui ruoli di genere, a partire dallo stesso linguaggio utilizzato nella comunicazione istituzionale.

In una cornice colorata di bianco che è la purezza della vita di Santa e di tutte le adolescenti, ma anche di rosso, il colore dell’amore, della passione e del sangue versato, dopo tredici coltellate da una ragazza che amava la vita e che non poteva morire a 23 anni, gli alunni del Tannoia si sono ritrovati seduti su una panchina, anch’essa rossa. Non per scoprire amori disumani, ma per esprimere emozioni, lettura, poesia…anche quella nascosta che è in ognuno di noi. Sperimentando la tecnica stilistica del caviardage (poesia nascosta, ndr) e del cut-up (trarre parole da un testo esistente e modificarne disposizione per nuovi significati, ndr) gli alunni hanno dato vita e luce a liberi pensieri e immagini poetiche e suggestive.

Siamo noi l’umanità e dietro ogni donna c’è il peso del coraggio di cambiare, di rivendicare i propri diritti e ricominciare senza “nessuna conseguenza” come canta Fiorella Mannoia.

La panchina rossa, che l’Istituto ha voluto realizzare come simbolo di denuncia della violenza contro le donne,il colore rosso dei vestiti indossati da alcune studentesse, le scritte in rosso sui cartelli esibiti nel corso di una performance musicale, hanno costituito lo sfondo cromatico di una giornata vissuta come una festa a sottolineare la passione e il coraggio delle donne che non smettono di lottare per la loro dignità e libertà di autodeterminazione.

mercoledì 4 Dicembre 2019

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