Il Direttivo della Consulta diocesana delle Aggregazioni Laicali riflette sulla fede ai tempi del coronavirus e fa dei suggerimenti su come vivere il tempo con lentezza e profondità e nella solidarietà, alla luce dei prossimi appuntamenti politici e sociali.
«Questo tempo surreale e sospeso, preoccupante per la totale incertezza del futuro ed esigente per la necessaria rimodulazione dei nostri stili di vita, può essere vissuto da noi cristiani laici in diverse modalità. Molti di noi, cessate di colpo le attività pastorali più impegnative, hanno trovato rifugio e conforto nella preghiera personale o comunitaria, efficace sempre e comunque, che però non può essere solo un modo per rimeditare sull’Apocalisse o arginare l’ansia e sentirsi in pace con la propria coscienza.
Accanto alla preghiera inclusiva, per tutti e per ciascuno, all’affidamento e all’abbandono al Signore occorre provare a vivere questo periodo di crisi come occasione di progresso e rinnovamento, come opportunità per riscoprirci appartenenti alla comunità umana e recuperare o sviluppare forme creative e concrete di convivenza civile e mutuo aiuto, che forse il ritmo della nostra esistenza frenetica ci ha portato a lungo a trascurare, se non a dimenticare. Questo ci aiuterebbe anche a bypassare la pericolosa tentazione di chiusura mentale, oltre che fisica, e a guardare solo ai nostri bisogni. Allora proponiamo di sperimentare e sviluppare i “condomini solidali”, che vadano incontro alle fragilità della porta accanto, promuovendo l’attenzione all’altro ,rispondendoadunaseriedidisagisocialiche l’emergenza in corso comportae favorendo una migliore qualità di vita per tutti. In particolare ci si potrebbe
incaricare di fare la spesa per gli anziani che in questo frangente vanno più cautelati;
offrire di fare piccoli servizi ai disabili
custodire in casa i bambini dei genitori che lavorano e non sanno a chi affidarli
mettere a servizio di chi ne ha bisogno le proprie competenze tecniche, manuali o intellettive.
Il dover destinare diversamente dal solito il proprio tempo e il rinvio di una serie di appuntamenti, ci spinga anche a fare qualcosa di buono per noi stessi, a leggere ed approfondire di più temi sui quali saremo chiamati ad esprimerci. Stiamo parlando del referendum costituzionale rimandato e delprossimoappuntamentoelettoraleregionale.Anchelenostresceltepolitichemeritano attenzione,tempo,riflessione.Consapevolizzareulteriormentequestoparticolareeserciziodi responsabilità, può essere una risorsa nel modo di vivere degnamente la nostra fede, ai tempi del coronavirus».
Spero non si voglia con questo ridurre la fede solo ad assistenza sociale.
Per portare la spesa a casa non è necessario essere cristiani, basta iscriversi al volontariato. State dando un'idea “sociale” del cattolicesimo, lo fate assomigliare a un ente assistenziale e in tal modo ne riducete il contenuto.
Hanno chiuso le Chiese e lasciato aperti i tabaccai in quanto le sigarette sono considerate beni di prima necessità. Irrinunciabili.
Si diciamo più semplicemente il “volontariato sociale ai tempi del Coronavirus”. La Fede è un'altra cosa.