«Buongiorno, in controtendenza con quello che si dice in questo
momento in Puglia, gradirei fosse pubblicata la mia voce in
rappresentanza di tutti quei pugliesi che, temporaneamente al Nord,
sono considerati non più graditi in Puglia».
Chi scrive è Giovanni Sgarra, amareggiato per l’atteggiamento assunto dai suoi corregionali nei confronti di quei pugliesi che, dal 29 febbraio in poi, son partiti dalle ex zone rosse, spaventati dall’emergenza Coronavirus.
«#RestoalNord, grazie fratelli pugliesi…
Lettera di un “fratello” pugliese
In questo momento delicato per tutti, comincio a dubitare della mia amata Puglia…
Dagli appelli del Governatore Michele Emiliano ai post insensati di pugliesi
atterriti, la Puglia, annebbiata dalla paura, sta cambiando volto…
Eppure bisognerebbe ricordare ai politici pugliesi e ai tanti
commentatori e opinionisti nati sui social network che i pugliesi al Nord non sono “irresponsabili e spregevoli untori pronti a diffondere il
virus tra i loro familiari pugliesi”, non sono irresponsabili persone
che vogliono mandare al collasso la sanità pugliese. Sono i loro figli, i
loro fratelli, che vivono al Nord (a volte anche da pochi mesi) in
modo temporaneo, vivono soli, in monolocali senza parenti e contatti
fidati e a volte senza un supporto medico.
È veramente così sbagliato, in condizioni di salute ottimali,
mettersi in macchina o in treno per tornare nelle proprie case di
residenza e affrontare questo momento in isolamento con la propria
famiglia?
Chiedetelo alle mamme pugliesi di figli che studiano a Roma, a
Firenze e che tornano a casa visti e trattati come “untori”. Chiedetelo
ai figli che non potranno rivedere i papà … La verità è che chi parla,
molto spesso, non ha mai provato e vissuto la vita da emigrante.
Ma va bene, io come tanti resterò solo al Nord ad affrontare questa
sfida, ma questa Puglia, immobilizzata e narcotizzata dalla paura,
quando tutto questo finirà, e per fortuna finirà, resterà con l’amarezza
e forse un pizzico di vergogna per quello che è stato scritto e detto e
per quello che, nemmeno tanto segretamente, ha pensato…».
Un “fratello” meno pugliese.
Sono perfettamente d accordo con Giovanni Sgarra perché e vero che chi torna dal nord per ricongiungersi con la propria famiglia viene trattato da vero untore.Bravo Giovanni perché anche io ho un figlio che lavora a Milano e da vero padre so cosa significa privarsi di una persona tanto cara in questi momenti così difficili.Ciao
Lavoro al nord mi sono chiuso a casa x 15 giorni e se va tutto bene vado giù dalla mia famiglia. Ma la gente nn capisce cosa significare lavorare lontani dalla famiglia
Caro Giovanni, vivo e lavoro a 10 km da casa mia da 3 anni. dove vivo non ho parenti. Posso assicurarti che sono 2 settimane che sono in casa e che non vedo mia madre, disabile e la mia famiglia. Lo faccio per tutelare loro e lo farei anche se fossi a 1000 km di distanza. Questa si chiama responsabilità!! Chi incautamente è scappato dalla zona rossa contravvenendo ai divieti imposti dalla legge ha messo a repentaglio la sua famiglia e l'intera comunità e i risultati si stanno vedendo. Null'altro da aggiungere.
Ciao Giovanni hai tutta la mia comprensione e affetto, sono una mamma con un figlio che studia a Parma ed è rimasto lì per paura di contaminarci….non vivo, mi trascino nei giorni terrorizzata nel sapere mio figlio solo….egoista e incosciente chino comprende e scaccia i propri “fratelli” considerandoli untori….ti sono vicina fratello!♥️
Giovanni,ank'io vivo alNordho visto cancellarmi il voloxil 7/4xla Pasqua e il fuggi generale in TV.É stato un momento angosciante sentire”chiusa la Lombardia”ti capisco benissimo.Ho la mia famiglia,padre ke non sta bene,tanta voglia di abbracciarlo.Ma La ragione ha superato panico e istinto.Forse se si fosse avuto il tempo di organizzare un rientro+sicuro, con precauzioni e limitati ad un certo numero di persone(certo ci avrebbe potuto sceglierne quante?),forse si sarebbe potuti scendere, mettendosi poi subito in quarantena,limitando diffusione.Ci vorranno mesi,e pazienza.Certo è ke”fai /facciamo massa”degli untori Noi italiani.Come se il virus fosse partito da qui.Xció, io ti comprendo e ti kiedo di seguire ciò che dettato con la tua famiglia.Lascia stare commenti, AMA e ABBI FEDE
Non sono chiamati untori ma persone che non hanno rispetto nemmeno dei propri familiari visto che i primi che sono stati contagiati sono proprio i genitori e parenti.questo sì chiama egoismo!non ci dobbiamo vergognare noi ma loro!
decisione irresponsabile innescata dalla paura. Il fratello meno pugliese dimentica che noi al sud non abbiamo un sistema sanitario paragonabile a quello del nord.Pertanto concludo che quanto riferito dal nostro governatore è da ritenersi molto condivisibile. Vi è più la sconsideratezza di chi è rientrato è anche aggravata dal fatto che forse la maggio parte trattasi di studenti acculturati capaci di capire l'attuale guerra contro un nemico completamente sconosciuto ma potentissimo.
Qui si tratta di mancanza di rispetto nei confronti prima dei parenti e di tutti quelli del sud. EGOISMO PURO!!!
Carissimo Giovanni questa Tua mi ha commosso(non riesco a terminarla di leggere….) non so da quanto tempo sei al nord.. Ho un piccolo negozio è più di un mese che non esistono più alcol etilico, amuchina, mascherine, ospedale chiuso, anche il primo soccorso… RUVO 24000 abitanti… e siamo tutti sullo stesso livello.. PER Me e credo per tutti SEI un grande… ti siamo tutti vicini x darti forza ( la nostra forza).