Attualità

Silvia Ramacciotti nella squadra di Stella e delle altre cucitrici di mascherine

La Redazione
Alcune donne di Terlizzi, assieme ad altre di Ruvo di Puglia e Molfetta, hanno cominciato da alcuni giorni a produrre protezioni in cotone: cercano associazioni per la distribuzione
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In questo momento particolarmente difficile, è necessario dar fondo a tutte le nostre risorse per affrontare uno dei nemici più subdoli e insidiosi che il nostro Paese abbia mai affrontato, almeno dal dopoguerra in poi.

Come è noto a tutti, ormai, tra i generi più richiesti per arginare l’emergenza coronavirus ci sono i presidi e i dispositivi di protezione personale, le mascherine, che nei giorni scorsi sono andate letteralmente a ruba in tutto lo Stivale e che, attualmente, scarseggiano in tutte le regioni, al punto da indurre il Governo ad avviare la produzione in territorio nazionale, così da facilitare l’approvvigionamento di un prodotto che sembra essere diventato di prima necessità, per utilizzare il lessico dei decreti.

Di fronte a questa penuria, molti a ogni modo hanno affinato lo spirito di iniziativa, cominciando a confezionare autonomamente le ambite mascherine. È il caso di Stella Guastamacchia, una sarta terlizzese che ha iniziato a produrle in casa, con la collaborazione di alcune amiche – tra cui la terlizzese Olga Chiapperini, la ruvese Silvia Ramacciotti e la molfettese Rosa Tota – e l’ausilio organizzativo dell’Associazione Via Francigena Appia-Traiana, che ha messo le donne in condizione di procurarsi la “materia prima” (tessuti, elastici, confezioni).

Le mascherine, realizzate in cotone e dunque lavabili, sono – come si può immaginare – semplici dispositivi di protezione, non veri e propri presidi medico-sanitari testati in laboratorio. L’intendimento di questa “crew” tutta al femminile è comunque quello di donarle a qualunque ente o associazione autorizzata per l’eventuale distribuzione. Il tutto per puro gesto di solidarietà comunitaria, in uno dei momenti più travagliati della storia repubblicana. Ma, sopra ogni cosa, la volontà di Stella e delle sue amiche è quella di essere d’esempio e stimolare lo spirito di iniziativa di chiunque sappia cucire, qui a Terlizzi e nelle città vicine.

«È un invito a usare la mente e soprattutto le mani!», dichiara a TerlizziLive Olga Chiapperini, una insegnante terlizzese molto attiva nel sociale e nel campo della cultura locale, che fa appello alla buona volontà di chiunque intenda «rendersi utile in questo periodo di emergenza». Se il virus diffonde paura e morti, spiega Olga, «noi invece divulghiamo l’aiuto e la solidarietà partendo da una piccola città per arrivare ai cuori di tutto il mondo! Funziona così… perché il dolore in un solo angolo è un dolore per tutto l’universo!».

Appassionata di storia, Olga avvicina idealmente l’opera intrapresa assieme a Stella Guastamacchia all’iniziativa di quelle donne che, durante il Risorgimento, «confezionavano le bandiere di nascosto per poterle sventolare dal 1848 in poi». Allo stesso modo, a Terlizzi vengono realizzate le mascherine, conclude la donna, «perché non se ne trovano».

L’invito della sarta Stella e delle sue formidabili compagne sembra, in effetti, quello di superare, trascendere, i confini territoriali e mentali per estendere a oltranza la catena della solidarietà: «Sorelle europee, usate guanti e soprattutto mascherine!”, esorta Olga».

sabato 28 Marzo 2020

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