Attualità

Una commemorazione all’insegna della commozione

Salvatore Bernocco
Alla presenza di un folto e partecipe pubblico, intervenuto alla commovente concelebrazione eucaristica presieduta da Don Giuseppe Pischetti e alla presentazione del volume "Dino Stasi"
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Alla presenza di autorità civili e militari e di un folto pubblico, il 10 maggio scorso è stato commemorato il C.re Cataldo Stasi a ventuno anni dalla tragica scomparsa. Grande interesse ha suscitato la testimonianza del Sostituto Commissario Luciano Baglioni che, con il collega Costanza della Questura di Rimini, svolse le indagini che portarono all’arresto dei sanguinari fratelli Savi.

Cataldo Stasi è patrimonio dell’Arma dei Carabinieri, appartiene alla migliore tradizione di impegno civile della città di Ruvo di Puglia, è nel novero degli uomini di buona volontà che si oppongono al male e difendono le conquiste democratiche, le leggi e le comunità anche a costo di mettere a repentaglio la propria vita.
Alla presenza di un folto e partecipe pubblico, intervenuto alla commovente concelebrazione eucaristica presieduta da Don Giuseppe Pischetti e alla presentazione del volume “Dino Stasi”, edito dall’Associazione Nazionale Carabinieri di Ruvo di Puglia, si sono avvicendati ai microfoni il Dott. Salvatore Bernocco, responsabile dell’Ufficio Stampa dell’ANC di Ruvo, che ha curato la pubblicazione del testo e ha funto da moderatore; il Dott. Giorgio Manari, Questore di Bari; il Col. Nicola Pricchiazzi, Coordinatore provinciale dell’ANC, che conobbe Dino Stasi e ne apprezzò le doti umane e morali; il Dr. Roberto D’Ingeo, Presidente dell’ANC di Ruvo; il Vice Sindaco Ing. Luca Crispino, in rappresentanza dell’Amministrazione comunale; il Sindaco di Baricella, Luigi Zanardi, uomo di grande sensibilità; il Generale Aldo Visone, Comandante dei CC della Regione Puglia.

È stata quindi la volta del Sostituto Commissario Luciano Baglioni che, con il collega Pietro Costanza, mise fine alle scorribande sanguinose dei tre fratelli Savi e dei loro complici, Pietro Gugliotta, Marino Occhipinti e Luca Vallicelli. Baglioni ha ripercorso i momenti salienti delle indagini che portarono alla scoperta di una agghiacciante realtà: i componenti della banda della Uno bianca non appartenevano alla criminalità organizzata né erano ex militari impazziti, ma facevano parte della Polizia di Stato ed uccidevano per il gusto macabro di uccidere, senza porsi alcuno scrupolo. Nessuna strategia terroristica per destabilizzare lo Stato; nessuna trama di nessun servizio segreto deviato, come pure si ipotizzò. Solo pura follia omicida, in un crescendo di esaltazione delinquenziale di cui ci sono pochi precedenti negli annali criminali del nostro Paese. “Avemmo paura quando la verità ci fu chiara; fu terribile scoprire che gli assassini erano nostri colleghi”, ha confidato Baglioni, il quale, a conclusione di una testimonianza che ha colpito per semplicità e chiarezza, si è rivolto con parole cariche di affetto ai genitori di Cataldo Stasi ed ai suoi familiari, alcuni dei quali giunti per la circostanza dalla Francia.

Fra i presenti l’Assessore alla Cultura e alla Legalità del Comune di Ruvo, Prof. Domenico Scarongella, il Presidente del Consiglio Comunale, Ins. Vito Nicola Ottombrini, il Comandante provinciale dei CC, Col. Antonio Bacile, il Comandante della Compagnia dei CC. di Trani, Magg. Alessandro Colella, i Comandanti delle Stazioni CC. di Castel Maggiore e Ruvo, Lgt. Roverelli e M.llo Domenico Andresani, oltre ai rappresentanti di numerose associazioni locali, consiglieri comunali, iscritti e simpatizzanti dell’ANC della provincia.
Indirizzi di saluto sono pervenuti dalla signora Rosanna Zecchi, presidentessa della Associazione dei famigliari delle Vittime della Uno bianca, dal Sindaco di Castel Maggiore, Marco Monesi, dal prefetto di Bari, Dott. Carlo Schilardi, e dal Vice Prefetto di Bologna, Carmen Fracchiolla.

lunedì 11 Maggio 2009

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