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Questione Museo Jatta, l’architetto Mario Di Puppo: «Collocare i tesori a Palazzo Pirlo-Rubini»

Veronique Fracchiolla
Veronique Fracchiolla
«La grandezza dello spazio garantirebbe la possibilità di esporre un numero di vasi congruo per una mostra capace di attrarre visitatori​​»​. Ma occorre l'intervento di mecenati per far fronte alle spese
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Nel Consiglio comunale odierno, sarà presentato dai consiglieri di Forza Italia – Mariatiziana Rutigliani, Antonello Paparella e Orazio Saulle – un atto di indirizzo avente a oggetto: “Mostra temporanea vaso di Talos e opere rilevanti contenute all’interno del Museo Jatta”.

L’obiettivo è quello di ottenere maggiore chiarezza sui dettagli del trasferimento nel Castello Svevo di Bari di alcuni reperti conservati nel Museo che saranno esposti in una mostra temporanea, presumibilmente per tutta la durata dei lavori di ristrutturazione dello stesso Museo.

Dinanzi a questa prospettiva che, come spiegato dall’assessora alla Cultura Monica Filograno, darebbe ulteriore lustro alla città a cui poi ritornerebbero i reperti, una volta conclusi i lavori, se ci sono coloro che salutano con entusiasmo questo cambio temporaneo di sede; ci sono anche quelli che temono una possibile “perdita” dei preziosi reperti e propongono che gli stessi siano collocati in strutture prestigiose presenti a Ruvo di Puglia, “Città d’Arte”, amata dai turisti, italiani e stranieri, per le sue ricchezze storiche e architettoniche.

Molti di loro, riuniti nel Comitato Giù le mani dal Museo Jatta, hanno lanciato una petizione su change.org diretta al Ministro dei Beni Culturali e del Turismo Dario Franceschini, al sindaco Pasquale Chieco, all’assessora Filograno, al governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano, e a Massimo Bray, assessore regionale all’Industria Culturale e Turistica.

Sulla questione, si è espressa anche la sezione ruvese di Italia Viva.

Un suggerimento tecnico sulla possibile ubicazione dei reperti proviene dall’architetto Mario Di Puppo. Ricercatore al Politecnico di Bari, studioso di arte, soprattutto locale, nonché guida professionista, Di Puppo, sul proprio profilo Facebook ha scritto questo.

«Molti mi hanno sollecitato per chiedere un mio parere circa il possibile spostamento a Bari di alcuni vasi del Museo Nazionale Jatta.

In primo luogo non posso che essere contento del restauro delle sale del Museo Jatta. Ricordo che il processo di richiesta del finanziamento ebbe inizio con la dott.ssa Elena Silvana Saponaro ed è proseguito sotto la direzione della dott.ssa Claudia Lucchese.

Il progetto prevede – tra le tante cose – l’eliminazione di tutti i cavi e dei sistemi di illuminazione che impediscono la visione delle belle tempere delle volte; le vetrine espositive ottocentesche saranno restaurate e dotate di un nuovo sistema di illuminazione e i divanetti torneranno allo splendore originario. Insomma, un lavoro importante che rilancerà nuovamente l’immagine del Museo Jatta che conserverà il suo fascino ottocentesco aggiornandolo ai dettami museali contemporanei.

Il problema è cosa accadrà alla collezione Jatta durante i lavori di catalogazione dei reperti, riscontro documentale, aggiornamento dell’inventario, restauro degli ambienti e delle vetrine…

Insomma, vista l’importanza identitaria del patrimonio conservato nel Museo Jatta (e non mi dilungo su ciò) credo sia necessario creare un “museo ad interim” qui a Ruvo di Puglia.

Prima soluzione – Esporre una parte dei reperti presso la Pinacoteca di Arte Contemporanea sfruttando le teche espositive presenti. Tale soluzione non è percorribile in quanto la Pinacoteca sarà oggetto di lavori di restauro e diventerà un grande cantiere edile.

Seconda soluzione – Esporre alcuni reperti presso una sala di Palazzo Caputi. Problemi – I reperti da esporre sarebbero pochi (c’è chi sostiene che sarà mostrato e analizzato solo il vaso di Talos) e vi sono elevate esigenze di sicurezza che – al momento – non sono presenti presso il Palazzo. Per far fronte a questo secondo quesito, è necessario investire risorse per potenziare il sistema di sicurezza dell’ex dimora dei Caputi. Invece, sul primo punto non c’è molto da fare; il salone destinato all’esposizione dei reperti non è enorme. Siamo sicuri che il vaso di Talos, da solo, possa attirare l’attenzione dei turisti e dei visitatori che giungono a Ruvo di Puglia? Da guida turistica abilitata della regione Puglia rispondo che ho più di qualche dubbio in merito.

Terza soluzione – Esporre alcuni reperti presso gli ambienti del centro immigrati. Anche per questa sede vi sono problemi di sicurezza e incompatibilità della destinazione d’uso originaria con quella proposta.

Quarta soluzione Esporre alcuni reperti a Palazzo Avitaya. Problema: il palazzo è oggetto di interventi strutturali; il piano terra – pur non essendo coinvolto nel progetto – è parte del cantiere.

Propongo una quinta soluzione – Ospitare una parte del patrimonio archeologico del Museo Jatta presso l’ex sede della banca, a sinistra della Cattedrale, a piano terra del Palazzo Pirlo Rubini. Questi ambienti – che fino a qualche anno fa ospitavano una banca – potrebbero offrire garanzie di sicurezza una volta ripristinati i sistemi di allarme.

La grandezza dello spazio garantirebbe la possibilità di esporre un numero di vasi congruo per una mostra capace di attrarre visitatori. Inoltre, i reperti esposti potrebbero turnare ogni tre mesi secondo mostre tematiche dedicate: le donne nell’antica Grecia, i guerrieri, il simposio, le tecniche costruttive…dando luogo a un rinnovato interesse nel tempo. Il luogo, vicino all’importante monumento nazionale romanico della nostra Cattedrale, sarebbe l’ideale per dare continuità fra i due luoghi identitari della nostra comunità.

Questa soluzione non è a buon mercato; sarebbero necessarie le risorse per il fitto mensile della struttura, l’adeguamento impiantistico e l’allestimento della mostra tematica da turnare nel tempo. Però, in questo modo, la città non si priverebbe di uno dei principali attrattori culturali e turistici che la caratterizzano a livello nazionale ed internazionale.

Mi chiedo, esiste ancora qualche “mecenate” capace di patrocinare questa iniziativa?

È solo un’idea che ho voluto proporre, decidere in merito non è affatto semplice».

martedì 24 Novembre 2020

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biagio anselmi
biagio anselmi
3 anni fa

e se li mettessimo all'interno dei locali della cattedrale, quelli dell'appartamento vescovile?

 Beatrice Adessi
Beatrice Adessi
3 anni fa

L'idea è bellissima, ma bisogna considerare i tempi di allestimento di una mostra. Una turnazione trimestrale mi sembra utopistico. E nei periodi in cui i reperti non sono esposti, dove saranno allocati? Spero che si trovi la migliore soluzione per consentire di tenere a Ruvo quanti più reperti possibile

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