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Questione “Museo Jatta”, il sindaco Chieco: «Come stanno davvero le cose»

Veronique Fracchiolla
Veronique Fracchiolla
​Il Primo Cittadino riprende le dichiarazioni delll'assessora alla Cultura Monica Filograno, nel Consiglio Comunale di ieri, a seguito dell'atto di indirizzo presentato dai consiglieri di Forza Italia
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Il lungo post del sindaco Pasquale Chieco sulla sua pagina istituzionale Facebook fa chiarezza sulla querelle relativa al trasferimento di una parte dei reperti della collezione Jatta al Castello Svevo di Bari per una mostra temporanea, presumibilmente per il periodo in cui il Museo Jatta sarà chiuso per lavori di ristrutturazione.

Un post che riprende, in massima parte, l’intervento dell’assessora alla Cultura Monica Filograno nel corso del Consiglio Comunale di ieri sera in occasione della discussione dell’atto di indirizzo presentato dai consiglieri di Forza Italia – Mariatiziana Rutigliani, Antonello Paparella e Orazio Saulle – sulla necessità che l’Amministrazione si impegni, di concerto con altri enti istituzionali (Mibact, Direzione Regionale dei Musei Puglia, Soprintendenza dei Beni Culturali) ad attivare, nelle more dei lavori di ristrutturazione, iniziative che consentano la fruibilità del Vaso di Talos e degli altri reperti in locali comunali idonei ad accoglierli e nelle stanze messe a disposizione a titolo gratuito dagli Jatta, nel Palazzo di famiglia.

Alla base dell’atto di indirizzo ci sono sia il timore di una dispersione dei preziosi reperti della collezione di Giulio e Giovanni Jatta sr, sia la perdita di una quota importante di turisti che giungono a Ruvo di Puglia per ammirare i tesori custoditi nel Museo, patrimonio identitario della Città d’Arte.

L’atto di indirizzo, non senza qualche polemica e nonostante il suggerimento della consigliera Lia Caldarola (Sinistra Ruvese) di apportare un correttivo che coinvolga direttamente il MiBact, è stato respinto con sette voti negativi della maggioranza contro i cinque positivi dell’opposizione che ha assicurato un costante controllo dell’evolversi della vicenda.

Di seguito quello che ha scritto il Primo Cittadino.

«Negli anni passati, i reperti del Museo Nazionale Jatta hanno letteralmente girato il mondo: al Getty Museum, a Malibù, in California, a Lione in Francia, a Roma, a Forlì, a Vicenza.

E poi sono tornati indietro.

E con essi hanno girato il mondo il nome di Ruvo e la sua storia.

E nessuno, naturalmente, ha mai gridato allo scandalo per questo. Anzi: questi viaggi per il mondo sono sempre stati, giustissimamente, motivo di orgoglio per tutta la comunità.

I prestiti museali sono una pratica collaudata e diffusissima in tutti i più importanti e prestigiosi musei del mondo, che da sempre utilizzano questo strumento per dialogare tra istituzioni culturali, per promuovere le proprie collezioni, per accrescere la propria notorietà.

Lo farà, in modo del tutto legittimo, anche il Museo Jatta mettendo in mostra, nel periodo in cui sarà chiuso al pubblico per la ristrutturazione – l’ipotesi di una chiusura per tre anni è semplicemente fasulla – 25 reperti degli oltre 2.000 che compongono la collezione esposta, al Castello Svevo di Bari da quando l’effetto dell’ultimo Dpcm cesserà e i musei saranno di nuovo aperti.

Conosceremo presto le date esatte.

Niente panico. Non c’è alcun rischio per la collezione, non c’è alcuna possibilità di impoverimento del Museo.

La direttrice Claudia Lucchese, a cui vanno la nostra stima e la nostra gratitudine, lo ha ripetuto moltissime volte in modo chiaro; l’ultima volta ieri quando ha dichiarato all’assessora Monica Filograno, che porta avanti con dedizione questo complesso processo in cui il Comune di Ruvo di Puglia non ha titolarità ma viene tenuto in conto dalla Direzione Regionale dei Musei e dal MiBact, che il contratto con la ditta di trasporti che porterà a Bari i reperti del museo prevede l’andata e il ritorno.

Chi mette in giro notizie diverse da questa lo fa nel migliore dei casi per ingenuità e per poca conoscenza dei fatti, e nel peggiore dei casi per buttarla in caciara, per creare allarmismo, spargere confusione e tentare qualche desolante strumentalizzazione politica.

Le opere dello Jatta in mostra lontano da Ruvo saranno una occasione straordinaria per la nostra città. Questo è un fatto incontestabile.

Il vaso di Talos sarà invece esposto a Ruvo. La Direzione museale ha già elaborato il progetto di una mostra del vaso di Talos, completo dei restauri archeologici ottocenteschi, con un video immersivo su tutto il Museo che la Direzione ha già fatto realizzare e con una teca virtuale che permetterà di osservare e “toccare” digitalmente alcuni dei vasi più importanti del Museo.

Noi, per conto nostro, abbiamo lavorato per mesi per trovare in Palazzo Caputi la collocazione giusta, prestigiosa e rispettosa delle tante e complesse regole e dei rigorosi parametri di sicurezza che il Ministero impone in caso di prestito, poiché sarà un prestito anche il passaggio del vaso dallo Jatta al Museo del libro, in quanto non siamo noi i proprietari del reperto.

Pandemia permettendo, la mostra potrà aprire i battenti a partire da marzo 2021. La presenteremo ufficialmente non appena riceveremo la conferma della garanzia di stato richiesta e ora alla firma del Ministero delle Finanze.

E farà da completamento alla mostra del Castello Svevo, offrendoci in primavera la possibilità di intercettare i flussi turistici regionali che approdano a Bari.

Non c’è rischio di perdere lo Jatta a Ruvo, lo ripetiamo.

Ci sarà piuttosto, la possibilità, finalmente, di vedere a Ruvo reperti straordinari, mai visti in nessun luogo prima e che usciranno dai depositi di Palazzo Simi a Bari e della Soprintendenza a Taranto per tornare definitivamente a casa, nella nostra città per essere esposti nel nostro futuro Museo civico, appena saranno terminati i lavori già appaltati dal nostro ente nell’ex Convento dei Domenicani.

Un fatto bellissimo, possibile grazie a una convenzione sottoscritta tra Soprintendenza Archeologica Metropolitana e Comune il 30 agosto 2019 e che porterà al rilancio, insieme al restaurato Museo Jatta, di un nuovo, prestigioso Polo museale che ricostruirà l’intera storia archeologica della città e offrirà possibilità di studio e ricerca fino ad ora mai viste.

Questi sono i fatti.

Oltre questo – lo dico con chiarezza – non c’è niente.

Niente di vero, niente di serio, solo l’imbarazzante tentativo di qualcuno di giocare con l’affetto che noi ruvesi abbiamo verso il nostro museo e di erigere ridicoli muri tra noi e il resto del mondo.

Questa notte io, l’assessora Filograno e tutti i gruppi della maggioranza lo abbiamo detto con chiarezza in Consiglio Comunale spiegando che non era possibile votare un ordine del giorno pieno zeppo di pettegolezzi, bugie e dati del tutto privi di fondamento. E dispiace che invece non si sia colta la nostra disponibilità a scrivere insieme una pagina condivisa di politica culturale alta a beneficio della comunità.

Peccato: un’occasione persa.

Non sono questi i temi su cui fare scaramucce politiche; queste cose riguardano l’identità, il presente e il futuro della città, sono bene comune.

Noi ruvesi abbiamo buona ragione a essere orgogliosi della nostra storia e della nostra bellezza, abbiamo la responsabilità di proteggere questo patrimonio non solo per noi stessi e per i nostri figli, ma per il mondo intero.

Un impegno così alto e importante richiede azioni e pensieri unitari.

Noi lavoriamo per questo. Ogni santo giorno».

mercoledì 25 Novembre 2020

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