Cronaca

La notte senza “Gli Otto Santi”, i pensieri di tre Confratelli dell’Opera Pia San Rocco

Giuseppe Tedone
Sono stati intervistati tre confratelli dell'Opera Pia San Rocco che parlano di fede e devozione, in questo secondo anno di pandemia, e augurano di non perdere la fede e la speranza in Cristo
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Tra mercoledì e giovedì sarebbe stata la notte della processione degli Otto Santi.

Purtroppo, anche quest’anno non si svolgeranno i cortei processionali a causa della pandemia Covid.

Il gruppo statuario è stato realizzato dal cartapestaio leccese Raffaele Caretta che si è ispirato al dipinto “Il trasporto di Cristo” di Antonio Ciseri, del 1883, raffigurando gli stessi protagonisti.

A sostenere il sudario in cui è avvolto il corpo di Gesù ci sono Giuseppe d’Arimatea e Nicodemo davanti, poi San Giovanni, che sostiene il lenzuolo alle spalle del Cristo; accanto all'Apostolo prediletto ci sono Maria di Cleofa, la quale sorregge Maria, Salome e una pentita Maria di Magdala.

Era il 17 aprile 1920 quando il gruppo statuario varcò per la prima volta la soglia della chiesa di San Rocco. Da quel giorno fino a due anni fa,  sempre la stessa scena. Prima, il corteo processionale usciva di pomeriggio; poi, la decisione di fissare l'uscita alle  2:30 del Giovedì Santo per rientrare alle 9.

Di seguito, le interviste a Giuseppe Altamura, Giuseppe Ficco ed Enzo Fracchiolla.

Nella storia della Confraternita degli Otto Santi non era mai successo che per due anni consecutivi non uscisse il corteo processionale, quali sensazioni proverete?

Giuseppe Altamura: «Per me la notte tra Mercoledì e Giovedì Santo sarà particolarmente impegnativa perché realizzeremo per l’ennesimo anno un addobbo floreale che andrà ad abbellire l’artistico gruppo statuario degli Otto Santi: omaggeremo la nostra bellissima immagine».

Giuseppe Ficco: «La notte tra il Mercoledì e Giovedì Santo non ci farà venire il magone! Sul balcone di casa ho già piazzato il lenzuolo bianco con tanto di immagine relativa alla “Deposizione”, assieme a una lucina che illuminerà la figura durante l’intera notte. Inoltre, anche quest’anno mi occuperò dell’addobbo floreale; occasione unica per esprimere tutta la devozione, la fede e la passione alla statua degli Otto Santi, in quella che sarà la loro e la nostra notte».

Enzo Fracchiolla: «Il nostro corteo processionale non hai mai subito un’interruzione dalla sua realizzazione. Nemmeno durante il periodo della guerra. Piazza Matteotti era il fulcro centrale del ritrovo di tutte le persone e fedeli che giungevano dal Nord barese e anche dai paesi limitrofi. La sensazione che si prova è quella di vuoto, perché solitamente si aspetta un intero anno per vivere a pieno i nostri riti professionali».

Da un punto di vista sacro, cosa rappresenta la statua degli Otto Santi per la città di Ruvo di Puglia?

Giuseppe Altamura:« Per me la statua degli Otto Santi rappresenta qualcosa di unico e raro che solo la città di Ruvo di Puglia, e penso anche il mondo intero, riesce ancora a custodire dal lontano 1920. Infatti, ilgruppo statuario conta ben 101 anni dalla sua realizzazione. 

Quindi, possiamo tranquillamente affermare che grazie alla nostra meravigliosa statua, la nostra città può vantare un bellissimo fiore all’occhiello».

Giuseppe Ficco: «Dal punto di vista sacro, la statua degli Otto Santi per la città di Ruvo indica un momento di convivialità, riflessione e spiritualità non solo per chi partecipa al corteo processionale, ma anche per i cittadini che giungono dai paesi limitrofi i quali, ogni anno, vengono puntuali intorno alle 2:30 in Piazza Matteotti, per seguire l’uscita della nostra processione. La statua del simulacro parla da sè, il silenzio regna da padrona e il solo incedere della statua fa emozionare.

Esattamente, proprio in un verbale del 16 marzo 1919, la confraternita di San Rocco commissionò al noto cartapestaio leccese Cav. Raffaele Caretta, la statua degli Otto santi con lo scopo di impressionare il popolo ruvese e ci riuscì alla perfezione! Basti pensare che Ruvo aveva trascorso il duro periodo della I guerra mondiale e quando la statua uscì per la prima volta in processione, molte mamme ruvesi piansero i propri figli e i propri mariti morti in guerra. Queste donne si immedesimavano nel dolore della Vergine e, guardando il volto addolorato della Madonna, cercavano sollievo e conforto al proprio dolore».

Come Confraternita come state vivendo il periodo della pandemia?

Giuseppe Altamura: «Esattamente da Lunedì a Mercoledì Santo viviamo un periodo di preghiera, di cui mi occupo personalmente. Il mio vuole essere un omaggio: in questi casi quale rimedio migliore può esserci se non la preghiera? Come tutti ben sappiamo la preghiera è un dialogo con Dio, in modo che Lui ci faccia sentire vicino la sua presenza.

Quindi, nonostante le restrizioni e seguendo le regole anticontagio, si sono svolte queste celebrazioni».

Giuseppe Ficco: «Certamente anche quest’anno ci riuniremo per celebrare un triduo di preghiera, dedicato agli Otto Santi. Come ben sappiamo non si snoderà il corteo processionale ma, fortunatamente,  ci è stata data la possibilità di onorare ugualmente il simulacro con la recita del Rosario,  Santa messa alle ore 19.30 e successiva Invocazione ai Santi. Ovviamente con mascherina e ben distanziati».

Enzo Fracchiolla: «La Confraternita non ha voluto lasciare un senso di vuoto. Infatti, ha offerto all’intera comunità, sempre rispettando i protocolli sanitari, la realizzazione di un sepolcro scenografico e l’addobbo floreale della statua. Ma, soprattutto, le preghiere che vogliamo rivolgere al simulacro degli OttoSanti sono quelle di ritornare ad avere tempi migliori rispetto a questi che stiamo vivendo adesso, con la speranza di rivivere emozioni e sentimenti che abbiamo provato prima dell’inizio di questo bruttissimo virus». ».

Questo periodo di allontanamento può essere visto come un nuovo riavvicinamento dei fedeli alla Chiesa?

Giuseppe Altamura: «In questi momenti e ora più che mai abbiamo bisogno del Signore, ma al tempo stesso si sta verificando il fenomeno inverso. Parecchi fedeli, infatti, anche a causa delle restrizioni, preferiscono seguire le messe in streaming; ma l’Eucaristia va vissuta in presenza, bisogna comunicarsi, ricevendo il Sacramento della Comunione.

Quindi,  quale momento migliore come questo per riavvicinarci alla Chiesa? Solo così e pregando tutti insieme possiamo ritornare a vivere una vita migliore, anche da un punto di vista spirituale».

Giuseppe Ficco: «Per quel che mi riguarda, questo periodo di chiusura non  può essere visto come un nuovo riavvicinamento dei fedeli in chiesa. Molta gente e molti giovani, come me, stanno perdendo il sentimento religioso! La pandemia ha incrementato di più questa perdita, (anche se sono convinto che la colpa non sia solo della pandemia).

Spero vivamente in una ripresa e in una ricrescita. Sarebbe bello se la tradizione venisse portata avanti, ma per portarla avanti, oltre all'impegno e al sacrificio che non devono mai mancare, serve un "ingrediente" speciale "la fede"».

Altamura e Ficco, poi, parlano di come stanno vivendo la pandemia.

Giuseppe Altamura: «Come tutti, questo brutto periodo che stiamo vivendo a causa della pandemia ha portato dentro di me tanta paura e incertezza, ma al tempo stesso so di non essere solo. Esattamente sento vicino a me e a tutti noi la presenza di Dio, perché lui ci ha dimostrato che nelle difficoltà non bisogna mai mollare, visto quello che Lui stesso in prima persona ha vissuto.

Può sembrare una cosa strana: la sua presenza la si nota anche attraverso gli infermieri e medici, che in questo momento sono operativi al 100%, mettendo a repentaglio anche la propria incolumità, salvando tantissime vite, anche se, purtroppo, a volte non sempre ci riescono, visto che questo bruttissimo virus continua a portar via tantissime vite».

Giuseppe Ficco: «Il periodo della pandemia personalmente non mi pesa molto, in fin dei conti le mie giornate si basano maggiormente sul lavoro. Fortunatamente la mia categoria non si è mai fermata neanche durante il lockdown, quindi non mi posso lamentare!».

Sulla possibilità che la Pasqua 2021 possa diventare un nuovo inizio, Fracchiolla rivela: «Non abbiamo questa certezza, ma dentro di noi lo speriamo tutti. Da circa un anno la nostra vita è dovuta cambiare, senza essere abituati ad un cambiamento improvviso.

Proprio per questo abbiamo deciso di vivere l’intera Settimana Santa e il Giovedì Santo in maniera di raccoglimento. La chiesa resterà aperta per tutti i fedeli che vogliono raggiungerci per pregare dinanzi alla statua».

Quale augurio volete rivolgere durante la Settimana Santa e nel giorno della Santa Pasqua?

Giuseppe Altamura: «Ci tengo tantissimo a rivolgere un augurio in particolare agli amici della Confraternita, a coloro che ci seguono attraverso la nostra pagina Facebook o seguendo le dirette streaming che verranno trasmesse: “Che possiate incontrare il Cristo Risorto”. Credo che in questo momento non possa esserci un augurio migliore.

Gesù ha vinto la morte, mentre noi con il suo aiuto tutti insieme possiamo provare a vincere contro questo terribile nemico. Solo così possiamo veramente ritornare a vivere una vita normale come prima dell’arrivo di questo virus, ma soprattutto ritornando a vivere in un mondo migliore rispetto a quello precedente, mettendo in evidenza gli elementi essenziali della nostra vita».

Giuseppe Ficco: «L'augurio mio personale a tutti i miei famigliari, amici e Confratelli e Consorelle delle realtà ruvesi, di una santa Pasqua nella Pace! Sperando che un giorno possiamo riprendere non solo a inserire le stanghe nelle staffe, poste sotto le basi processionali, ma anche a riprendere ancor più forti di prima, quel cammino di fede che i nostri avi ci hanno tramandato. Auguri di rinascita a tutti!».

Enzo Fracchiolla: «Innanzitutto auguro a tutti di trascorrere una buona e serena Pasqua; come secondo augurio quanto prima di poter ritornare a viverci ed abbracciarci: solo così potremmo dire veramente di aver dimenticato del tutto questo periodo nero che ha oscurato le nostre vite. Buona Pasqua a tutti».

mercoledì 31 Marzo 2021

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anacleto berardi
anacleto berardi
3 anni fa

posso aggiungere il mio, di pensiero? anche se è profano? posso? eccolo: meno male, che non se ne fa niente! meno male perchè quel sentimento di profonda, sincera devozione non esiste più, non esiste nella quotidiana vita, per cui farlo resuscitare o pretendere di mostrarlo vivo, come Breznev nelle sue ultime parate, è una bestemmia. per non parlare poi degli atti di puro vandalismo che ogni anno vengono commessi da balordi nella notte della processione. quindi meglio niente. e adesso massacratemi pure…

Marco
Marco
3 anni fa

Speriamo che almeno qualche cristiano di buon senso conservi queste cose e non si lasci travolgere dal nuovo, dallo streaming tv da guardare comodamente dal divano o mentre si fa altro.