Cronaca

Venerdì Santo senza processione dei Misteri

Giuseppe Tedone
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I "Misteri" nella chiesa di Maria Santissima del Carmelo a Ruvo di Puglia
Nel giorno in cui il Signore viene crocifisso, ecco il racconto del Priore e di un confratello dell'Arciconfraternita del Carmine sulla sua storia e sulle sue speranze
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Oggi è il giorno più importante dell’intera Settimana Santa, il Venerdì Santo.

Nella nostra città sarebbe stato il giorno del corteo processionale dei Misteri.

Quella dei Misteri del Venerdì Santo è la più antica delle processioni penitenziali della Settimana Santa a Ruvo di Puglia. Tra le statue portate in processione per le vie della città, le più preziose sono quelle realizzate in legno, tra il 1673 e il 1674, dallo scultore Filippo Altieri di Altamura.

Ad aprire il corteo processionale la statua di Gesù nell’Orto degli Ulivi, seguita da Gesù flagellato alla Colonna e l’Ecce Homo. Dal 2012 è presente anche una riproduzione del Crocifisso della Cattedrale, realizzata dagli artigiani intagliatori di Ortisei. Prima del Crocifisso, la statua del Gesù Portacroce, meglio conosciuta come Gesù al Calvario. Nel 2018 troviamo il simulacro della Veronica, appena restaurato. A questa segue la statua lignea del Cristo Morto, molto probabilmente realizzata nel Settecento dallo scultore andriese Nicola Antonio Brudaglio, e la statua della Madonna Addolorata, realizzata nello stesso anno, a Napoli. Come ultima statua sfila la reliquia del Legno Santo, inserita all’interno di un tempietto.

Probabilmente la prima edizione della processione dei Misteri nella città di Ruvo di Puglia è riportata tra le carte del notaio ruvese Francesco Saverio Simia, raccolte nella sezione di Trani dell’Archivio di Stato di Bari, dove è presente un inedito scritto relativo alla processione del Venerdì Santo del 30 marzo 1736.

La partecipazione alla processione dei Misteri a Ruvo di Puglia ha visto in passato la presenza delle quattro Confraternite cittadine: questo è quanto emerso dal rinvenimento di due straordinari e inediti documenti, nell’archivio storico della Confraternita della “Purificazione-Addolorata”, a cura del segretario pro-tempore della stessa congrega, Michele Montaruli.

Abbiamo contattato il priore Raffaele Campanale dell’Arciconfraternita del Carmine e un confratello, Giovanni Campanale affinché ci parlassero di questo secondo anno senza processione.

Raffaele Campanale

Questa è la settimana che tutti i ruvesi aspettano con amore. Cosa si prova, nel secondo anno consecutivo di pandemia, il giorno del Venerdì Santo?

«Non nego che l’amarezza è tantissima per l’intera Confraternita: non avremmo mai immaginato che per il secondo anno consecutivo non sarebbe uscito il corteo processionale. Siamo un po’ sconfortati a causa della pandemia, ma soprattutto lo sconforto è dovuto al fatto che l’Arciconfraternita del Carmine durante questa settimana non ha potuto trasmettere all’intera comunità il culto che respirava la nostra città, non appena ci si avvicina in Chiesa.

La cosa più brutta è il non vedere tantissimi confratelli e consorelle, ma soprattutto coloro che hanno frequentato la Confraternita. In loro ho visto tantissima sofferenza, visto che qualcuno ha perso un familiare a causa di questo bruttissimo virus.

L’augurio che, in primis, faccio è questo: non appena avremo messo alle nostre spalle questa brutta storia, ritorneremo a diffondere il nostro culto, visto che le nostre statue sono adorate dall’intera città e non solo».

Vuoi raccontare qualcosa sulla processione dei Misteri?

«Il giorno del Venerdì Santo per noi è molto intenso, faticoso e pieno d’amore verso il prossimo. Ognuno di noi fornisce il proprio contributo in modo che la Confraternita e il Venerdì Santo siano rappresentati in una maniera molto religiosa, con una processione disciplinata e devota.

Purtroppo non poter svolgere tutte queste cose comporta tanta amarezza nell’intera comunità. Non sto più vedendo da tantissimo tempo moltissimi confratelli, in seguito alle restrizioni dovute alla pandemia. Non appena la maggior parte si sarà vaccinata e si potrà ritornare a svolgere tutto ciò, si potrà parlare di una nuova ripresa».

Come vive la Confraternita l’intera Settimana Santa?

«Durante la Settimana Santa tutte le Confraternite di Ruvo sono in prima linea, a far sì che non si dimentichino le nostre antiche tradizioni che vogliamo assolutamente custodire. Una delle caratteristiche legate alla nostro corteo processionale è che ognuno di noi cambia personalità rispettando il silenzio, mettendo in risalto il momento della preghiera.

Nonostante le restrizioni, per quanto riguarda la nostra Confraternita, abbiamo voluto in qualche modo rendere omaggio ai Santi, addobbando i vari simulacri, per far in modo che il nostro culto non venga dimenticato.

Mi rincuora tanto aver svolto in tutte e quattro le Confraternite il rito dell’Adorazione della Croce, facendo capire che nonostante tutte la vita religiosa deve andare avanti. Sicuramente in questa settimana saranno tantissimi i ricordi legati ai riti religiosi, nonostante il momentaneo distacco. Abbiamo la speranza che si possa ritornare quanto prima allo svolgimento dell’intera settimana sacra.

In Confraternita la giornata del Venerdì Santo è molto movimentata. Non ti nascondo che personalmente mi manca tutto questo, visto che dal giovedì sera siamo attivi dalle 23 fino al giorno dopo, considerato che non è facile gestire 500 portatori. Ma è un qualcosa a cui noi teniamo tanto e purtroppo anche quest’anno siamo costretti a rinunciare, visto che per noi si tratta di una devozione».

Come stai vivendo personalmente questa Settimana Santa?

«Personalmente sono demoralizzato perché purtroppo non tutti rispettano le indicazioni che arrivano dalla Curia. Ovviamente non punto il dito contro alcuno, anzi tanta gente cerca in qualche modo di portare avanti queste tradizioni.

Ci tengo molto a rimarcare la presenza delle Confraternite nella nostra città, perché senza di loro a Ruvo non si respira un’atmosfera religiosa e di devozione.

Un altro fattore fondamentale che da due anni manca è la presenza dei turisti stranieri che giungono proprio durante questa settimana, perché rimangono molto colpiti dalle nostre tradizioni.

Infine, le nostre tradizioni sono state riconosciute con la Sacra Spina dolorosa, al pari delle processioni di Taranto e della città di Malaga, quindi questo per noi è un grosso orgoglio».

Si svolgeranno delle celebrazioni nel giorno del Venerdì Santo?

«In sostituzione dei riti religiosi, nel giorno del Venerdì Santo si svolgerà l’Adorazione della Croce in tutte le parrocchie. Noi come Confraternita apparteniamo alla Chiesa della Cattedrale, considerata la vicinanza della zona.

Ci sarà la Funzione delle tre ore di agonia di Gesù: si potrà svolgere solamente questa celebrazione. Tra l’altro con molto dispiacere devo affermare che solitamente portavamo la statua di Gesù Morto in Cattedrale, e anche questa cosa ci è stata tolta».

Come state organizzando i riti?

«Come Confraternita stiamo gestendo la pandemia in maniera molto attenta, rispettando le norme anticontagio: con l’utilizzo dell’igienizzante, non creando assembramenti in chiesa. La gente che viene in chiesa rispetta automaticamente le distanze.

Inizialmente ero un po’ scettico, ma tutto va bene, seguendo le indicazioni della Curia della non chiusura delle chiese, perché così i fedeli non si sentono abbandonati, frequentando le varie parrocchie e pregando affinché tutta questa sofferenza possa terminare il prima possibile.

Tutto sommato stiamo ben gestendo la situazione legata alla pandemia: soprattutto la soddisfazione più grande è quella di continuare il nostro programma religioso».

Chi si è occupato come ogni anno degli addobbi floreali?

«Per quanto riguarda gli addobbi floreali abbiamo pensato di coinvolgere i paratori delle statue i quali, l’anno scorso, non stati coinvolti, considerato che erano un po’ sprovvisti. Ovviamente non abbiamo coinvolto tutti perché non tutte le statue sono state messe in evidenza.

Anche questo rappresenta una devozione e ringraziamo tutti coloro che si sono prestati nell’addobbare gli altari dove sono presente le statue».

Vuoi rivolgere un augurio in prossimità della Santa Pasqua?

«L’augurio che vorrei fare a nome mio, di tutta della Confraternita e anche a nome del nostro rettore Don Fabio Tangari è che questa Santa Pasqua possa essere una Pasqua di Resurrezione, considerato il periodo negativo che stiamo vivendo. Ci affidiamo tantissimo al nostro Signore, con la speranza che possa aiutarci. E speriamo tanto nelle vaccinazioni e che, soprattutto, che ci possa raggiungere l’immunità nei tempi necessari.

In questi giorni ho notato le persone che venivano in chiesa e il loro pianto legato sicuramente a qualche ricordo o alla perdita di un familiare. Sono immagini che parlano da sole e non c’è nemmeno bisogno di commentarle.

Auguro a tutti una Serena Pasqua».

Giovanni Campanale

Cosa rappresenta per te il giorno del Venerdì Santo?

«Come confratello dell'Arciconfraternita del Carmine, il Venerdì Santo per me rappresenta un giorno molto importante. Sappiamo tutti che questo giorno viene commemorato in tutto il mondo, ma posso dirti che noi a Ruvo di Puglia, come arciconfraternita, lo viviamo su ogni minimo dettaglio per ogni statua, dall'addobbo floreale alle luci. Le preparazioni iniziano già dal giovedi notte fino al mattino, con riunioni da parte del priore su come si svolgerà la processione.

Un giorno intenso, di devozione e amore per Cristo nostro Signore!».

Com'è rivivere per il secondo anno consecutivo una Settimana Santa diversa dagli anni precedenti?

«Non è facile rivivere per me e per tanti confratelli e consorelle il secondo anno consecutivo di una Settimana Santa insolita.

Ognuno di noi sente che manca qualcosa in questo giorno e a volte, in un attimo, ti accorgi che mentre dovevi allestire addobbare o fare altro in questi giorni purtroppo non si puo far nulla.

Spero solo che da questa pandemia, possiamo uscirne quanto prima, perché per me le tradizioni non possono essere dimenticate e neanche abbandonate».

Quanto è pesato a te e a tuo padre non poter addobbare la statua di Gesù Crocifisso?

«Ogni anno, per ogni statua, ci sono diversi devoti che si occupano degli addobbi floreali. Il tutto si svolge nella serata di giovedì in virtù della preparazione delle statue per l’uscita della processione dei Misteri.

Per il secondo anno consecutivo, io e mio padre non avremo la cura di adornare il nostro amato Gesù Crocifisso, che da anni addobbiamo con il cuore cercando di onorare il suo volto in un giorno triste per la morte di nostro Signore.

Viviamo un brutto momento per tutti noi, confratelli, consorelle, devoti. Non riusciamo a resistere alla non uscita di una processione antica dove ogni anno ci mettiamo cuore, devozione, amore».

Secondo te questo periodo legato alla pandemia può far avvicinare ancora di più i fedeli alla Chiesa?

«In questi giorni, l’esposizione delle statue in chiesa, che attira ancora di più la popolazione. Tutti ormai sono stanchi e vogliono tornare alla normalità. Quindi, se tutti rispettiamo le restrizioni a cui seguirà anche la campagna vaccinale, possiamo riprendere la nostra vita precedente».

Quale augurio vuoi rivolgere ai confratelli, consorelle e non solo, in occasione della Santa Pasqua?

«L’ augurio che voglio rivolgere a tutti i confratelli, consorelle e alla gente che mi conosce è quello di vivere una la Pasqua del nostro Signore con la speranza di continuare a credere che tutto andrà bene, e solo grazie alla collaborazione collettiva possiamo dire di aver superato questo periodo negativo».

venerdì 2 Aprile 2021

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Maria P.
Maria P.
3 anni fa

Ci hanno tolto la Pasqua, le processioni e intanto Emiliano-teologo dice che le Messe si posso i seguire in tv. Spiegateglielo che a Messa si va anche per confessarsi e prendere la Comunione. E che il suo chiudere fin qui non è servito a niente. Se non a farsi pubblicità.